La filosofia del Paleo è improntata alla freschezza, alla potenza non esibita ma molto elegante. Un vino di grande spessore, piacevole, sempre lungo. Questa è la sintesi di una degustazione esaltante organizzata ieri sera da Cinzia Merli alle Officine Farnese a Roma, un racconto di storia del vino italiano in cui si dimostra che seguire le tendenze e le mode, leggi un legno magari più accentuato negli anni ’90, non significa necessariamente dover fare vini caricaturali. Non sono molte le cantine in grado di esibire vent’anni di un vino simbolo in una degustazione professionale con una cinquantina di giornalisti, vini integri, rosso rubino dalla prima alle ultime annate.
La spiegazione è nella necessità del fondatore dell’azienda, Eugenio Campolmi, di partire dal vigneto dove sono stati fatti sempre i principali investimenti prima di riorganizzare la cantina, costruita a Bolgheri, a cinque chilometri dal mare. Un’azienda, chiocciola Slow nel 2012, che è stata protagonista della rinascita del vino italiano, che si è caratterizzata, a partire dal 2002, per l’uso esclusivo del cabernet franc, un vitigno che ha dimostrato di ben acclimatarsi in questo territorio.
La storia di questo vino è in due tempi, la prima come blend dal 1992 al 2001, con interessanti modifiche e aggiustamenti messi appunto anno dopo anno che raccontano appunto l’evoluzione del gusto ma sempre segnato dal marker della freschezza e della finezza. Il secondo è il racconto del cabernet franc, vitigno considerato minore o comunque integrativo ma che invece dimostra una grande stoffa e tantissima modernità, probabilmente proprio per quelli che nel decennio precedente erano considerati difetti: acidità vibrante, poco spazio alle note dolci se non nella annate più calde (leggi 2003 e 2007 e in parte 2008), lunghezza, pienezza. Un vino da abbinamento al cibo, dotato in alcune espressioni di buona complessità, anche se il segno che lascia è soprattutto la bevibilità e la velocità scattante nel palato.
Una storia agricola italiana, dunque, iniziata con Eugenio e proseguita dalla moglie Cinzia con l’aiuto della famiglia con polso fermo e determinazione avendo sempre l’agricoltura sana e pulita come baricentro di partenza. Una storia di cultura, giorni, mesi e anni di sacrifici per arrivare a serate come questa gestita alla grande con la sua consueta professionalità da Silvia Baratta di Gheusis.
1992
90% cabernet sauvignon, sangiovese
Nasce dal vigneto Casa Vecchia piantato nel 1984. Dopo la fermentazione di un paio di settimana il vino viene affinato per 18 mesi in barrique e infine imbottigliato nel gennaio 1995.
Il naso è di ciliegia sotto spirito, intenso, fresco. In bocca c’è un cambio di passo impressionante: si aspetta un vino muscoloso e grasso, invece è magro, fine, interamente aggrappato all’acidità esuberante e di grande impatto che domina completamente la beva. La beva è sapida, si tratta di un vino salato, che non incede a nessuna dolcezza. Nel corso degli anni l’anima resta integra, essenziale, non c’è affatto preponderanza di legno dello stile anni ’90.
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1993
Cabernet Sauvignon 90%, sangiovese
La vendemmia è stata anticipata alla fine di settembre, il resto ha seguito lo stesso procedimento dell’annata precedente.
Il naso qui è un po’ più crudo, meno esuberante. In bocca l’equilibrio tra la freschezza e il frutto mette maggiormente il secondo rispetto alla ’92. La chiusura è amara, salata, rinfrescante. Molto piacevole e di più facile approccio.
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1994
Cabernet Sauvignon 90%, sangiovese
Il naso è meno esuberante, quasi chiuso. Al palato si ferma prima, è abbastanza corto. C’è l’idea di una fino che alla fine ripiega su se stesso, incompiuto.
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1995
Cabernet Sauvignon 90%, sangiovese.
La vendemmia allunga a fine settembre, i mesi di affinamento in barrique diventano 20. Ha un impatto gentile, non esuberante. In bocca è abbastanza equilibrato, ma ha tannini che asciugano. Si tratta di una bocca in due tempi: grande freschezza iniziale, poi va in picchiata.
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1996
Cabernet Sauvignon 85, 10% sangiovese, 5 cabernet franc
I mesi in barrique diventano 22, entra per la prima volta il cabernet franc. Oltre Casa Vecchia, si usano le uve di Madonnina piantate nel 1977.
Si affacciano sentori vegetali, piacevoli e lunghi che riequilibrano le note rosse fin qui predominanti. La beva è fresca, veloce, entusiasmante e dissetante.
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1997
Cabernet Sauvignon, 10% sangiovese, 5% cabernet franc
I vigneti sono Casa Vecchia, Madonnina e Puntone, avviato nel 1993.
L’ennesimo ’97. Ci si ricorda dei titoloni sulla vendemmia del secolo, in realtà spesso ci si trova di fronte a vini cotti. In questo caso il naso è molto fresco, piacevole, lungo. In bocca il Paleo ha un impatto piacevole ma non riesce a distendersi, i tannino asciugano un po’ e solo la freschezza riesce a portare la freschezza sino in fondo.
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1999
Cabernet sauvignon 85%, cabernet franc
Il primo Paleo senza sangiovese.La vendemmia viene svolta nella seconda metà di settembre.
Grande annata, in perfetto equilibrio, fresco e composto. Veloce in bocca, è in una fase di piena maturità. Adesso dovrebbe essere bevuto: nessuna nota dolce, freschezza, piacevolezza, sapidità. Un vino salato, abbinabile al cibo. Una beva calvinista, operosa, diretta e immediata.
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2000
Cabernet sauvignon 70%, cabernet franc
La vendemmia si effettua dal 4 al 18 settembre, dopo la fermentazione di 20 giorni il vino ha affinato 18 mesi in barrique. Il naso è tipico 2000, un po’ caldo, un po’ cotto. Nell’equilibrio tra i due vitigni prevale il sauvignon un po’ stanco e assolato.
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2001
Cabernet Franc
Vigneti Cas Vecchia e Puntone. Il primo Paleo fatto solo con il cabernet franc, l’espressione di una scelta condivisa da Eugenio Campolmi e Luca D’Attoma.
L’annata 2001 è equilibrata, complessa, c’è un impatto di bellissima freschezza al naso che si ritrova nel palato: si nota una perfetta corrispondenza in un bicchiere equilibrato e piacevole, lunghissimo e pulito. La bocca è quasi dissetata.
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2002
Cabernet franc
Annata meno favorevole sulla carta ma gestita con grande perizia. La vendemmia è avvenuta nella prima metà di settembre, la fermentazione è durata un paio di settimana, poi 18 mesi in barrique da 225 per l’80% e da 112 per il resto. Vendemmie separate, impegno in vigna. Naso di frutta di bosco, piacevole. In bocca è velocissimo, forse è solo leggermente magro, ma il palato è ben pieno e piacevole. Lungo, ampio. Il naso è particolarmente gratificato da note balsamiche che si ritrovano in bocca.
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2003
Cabernet franc
Nasce dai vigneti di Casa Vecchia, Puntone, Casa Nuova (piantata nel 1998) e Vignone (1999)
Il naso è chiaramente spinto verso la frutta in maniera decisa, ma non ci sono sentori di cotto, c’è semmai una maturità compiuta. In bocca resta la freschezza e appaiono, per la prima volta nella degustazione, delle note dolci che però non sono stucchevoli, completano il vino e lo rendono più facilmente comprensibili.
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2004
Cabernet franc
Si torna ad una vendemmia “normale”, nella terza settimana di settembre. Continuano le prove di legno: 16 mesi in barrique nuove (90%) da 225, il resto in barrique da 112 litri. Domina la freschezza, piacevole. Emerge la filosofia dell’azienda che si può riassumere in una potente eleganza.
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2005
Cabernet Franc
Entra in produzione Madonnine, piantata nel 2002. La vendemmia si è svolta nella prima metà di settembre.
Al naso c’è frutta rossa matura, more. Note balsamiche, ferrose, jodate. In bocca è pieno, piacevole, lungo. Sicuramente un vino che sta in ascesa, con tanta strada da percorrere.
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2006
Cabernet franc
La vendemmia si tiene nella seconda e terza settimana. Al naso è un po’ debole. Si tratta comunque di un vino da aspettare nei prossimi anni, attualmente è in una fase un po’ contratta.
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2007
Cabernet franc
Grande equilibrio, fresco, piacevole, bel frutto rosso. Una beva lunga, i tannini sono ben risolto con abilità e sul filo del rasoio. Un rosso piacevole per molti versi già compiuto.
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2008
Cabernet franc
La fermentazione avviene anche in cemento e acciaio per poi passare in barrique per 14 mesi.
Grande annata, saporito, piacevole, con note di frutta rossa molto golose, sempre sapido e fresco.
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2009
Cabernet franc
Si vendemmia nelle prime settimane di settembre. Il naso è un po’ esuberante rispetto alle precedenti anni, ha tanta verve e ha ancora bisogno di un po’ di bottiglia per disegnare il suo percorso. L’annata non è stata certo facile, ma il vino non è certo magro, è lungo ricco di carattere.
Castagneto Carducci
Frazione Bolgheri, via Bolgherese 189/A
Tel. 0565.766092
www.lemacchiole.it
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