Villa Fiorella a Massa Lubrense: in uno scenario senza tempo la cucina di Carmine Mazza

Villa Fiorella Art Hotel
Massa Lubrense – NA
Via Vincenzo Maggio, 5
info@arthotelvillafiorella.com
+39 081 878 9832

di Simona Mariarosaria Quirino

Non finisce mai di sorprenderci Villa Fiorella, neanche a fine stagione. Ci ritorniamo ora, quando l’estate giunge al termine e qualche bella giornata continua a regalarci un momento di relax di cui godere insieme a panorama mozzafiato e ambiente accogliente. Le camere dell’Art Hotel, infatti, oltre ad essere sapientemente scelte nello stile e nei comfort, regalano contemporaneamente la sensazione di sentirsi a proprio agio e l’idea di vivere un’esperienza calata nell’arte. Le sistemazioni sono 23 e vanno da quelle comfort alle suites. Ognuna con uno stile e un dettaglio particolare, accoglienti, colorate e con viste da cartolina.

In linea con tutto l’ambiente che comprende una spa, uno sky bar e due ristoranti gestiti dallo Chef Carmine Mazza. Classe 1984, nato a Torre del Greco e profondamente radicato nella sua terra. Quella terra che ispira i suoi piatti dall’inizio alla fine, nei quali fa da padrona la tradizione. Una tradizione che lo chef esalta, rivisita, ma che rende sempre e comunque riconoscibile. Il nostro percorso a cena attraversa i tre menù degustazione. Del vegetariano assaggiamo la novità, il preludio della stagione autunnale: “finocchio e noci”, ovvero un finocchio brasato al liquore nocillo, crema di noci di Sorrento e schiuma alla menta. Un sapore forte e deciso che ci rimane impresso subito.

A richiesta, un intramontabile piatto della nostra costiera: i “Tagliolini al limone” di Massa Lubrense, dal palato avvolgente e dal profumo inconfondibile. Del menù a 6 portate proviamo uno dei cavalli di battaglia dello chef e cioè il “polpo, polpo, polpo”, ovvero polpo all’insalata, nel brodo suo, battuto e mangiato crudo.

Giusto per ricordare bene anche quello. Il Filii Vesuvii, menù a 7 portate, non finisce mai di sorprenderci anche questa volta. Oltre la conferma degli “Spaghetti a vongole fujute” restiamo senza parole davanti a “Riso, mandorla, ciliegia e gamberi”, delicatissimo e ammaliante.

Tanto quanto “Lungo il sentiero degli dei”, un piatto composto lungo il percorso, ovvero con porcini, tartufo, funghi e merluzzo. Una proposta preparata proprio per la nostra serata che lo chef ha intenzione di perfezionare, ma che a noi pare già perfetta così. Come i suoi lievitati e i suoi dolci.

Avvolgente il “Cacao vero” che tiene insieme tutte le sfumature del cacao: amaro, acido e tostato. Il nostro percorso nei piatti illustrati dal maitre Tiziano Imperato si è armonizzato perfettamente con quello al bicchiere, proposto dal sommelier Luciano Esposito. Il primo è un calice di Franciacorta Faccoli, poi si prosegue con bianchi via via sempre più profumati e complessi partendo dal Greco di Tufo di Fonzone, per continuare con un Riesling alsaziano e concludere con lo Chardonnay di St. Michael Eppan.

La vera chicca è stata Syrentum, ovvero la birra del birrificio di Sorrento abbinata fresca ai nostri tagliolini al limone.

Negramaro rosè di Calafuria sul risotto e un pinot noir sul secondo di terra e mare. In chiusura lo Sherry di Ximenez: morbido, rotondo e rassicurante. Come tutto il contesto di Villa Fiorella che offre a chi la sceglie la sensazione di sentirsi accolti, la certezza della qualità dei servizi, la garanzia della tavola e, non da ultima, la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile. Sul sito della struttura scrivono di “regalare emozioni”. Noi le abbiamo davvero provate.

Qui di seguito la scheda dell’8 maggio 2024:

di Simona Mariarosaria Quirino

Villa Fiorella è tante cose belle insieme. Nella splendida cornice di Massa Lubrense, nasce nel 2016. Parte come hotel e cresce fino a diventare boutique hotel 5 stelle lusso. È frutto di una passione, quella di Alberto Maria Colonna e di suo papà Mario, amanti della loro terra, dell’accoglienza e dell’arte. Sì, perché Villa Fiorella è anche Art Hotel. Ospita, infatti, opere che fanno parte della collezione privata dei Colonna e una mostra temporanea a stagione, firmata dai vari artisti contemporanei di turno.

Una fusione di bellezza tra interno e esterno che accoglie gli ospiti che soggiornano nell’albergo o che si fermano per un aperitivo allo Sky bar o a mangiare in uno dei due ristoranti, lo Scirocco e Terrazza Fiorella, harem dello chef Carmine Mazza. Classe 1984, nato a Torre del Greco, con alle spalle importanti esperienze nelle strutture che fanno la storia della nostra Costiera. Vulcanico come la sua terra e i menù degustazione che quest’anno ha scelto per Terrazza Fiorella: il Campania Felix, proposta vegetariana di 5 portate; l’Orgoglio Territoriale che si compone dei 5 piatti più significativi della tradizione e il Filii Vesuvii dove la tecnica e la fantasia dello Chef si fondono in 8 portate.

Il leitmotiv è, però, sempre la Campania, fonte di ispirazione per lo Chef perché è qui che si è formato. L’entrée di benvenuto risveglia le nostre papille gustative con un cannolo di mais con burro acido, gel all’aceto di champagne ed erbe amare, assieme a un pane cristallizzato con un caviale alla colatura di alici, una tartelletta salata con provolone del monaco, polvere e zest di limone e, per finire, un macaron con parmigiana di melanzane. Il tutto accompagnato da pane di propria produzione, grissini, taralli e girandola di pane morbido. Per la nostra cena scegliamo alcuni piatti del Campania Felix e altri del Filii Vesuvii, affascinati nel primo caso dalla novità, nel secondo dall’estro dell’artista. Come antipasti proviamo la versione del Carciofo Arrostito di Carmine, con tanto di carta argentata, a voler ricordare i venditori ambulanti che lo preparano per le tavole della domenica, servito con crema di aglio nero e spuma di prezzemolo. A seguire, uno scampo marinato accompagnato da consistenze di peperoni e la Lingua Madre, cioè una lingua di vitello cotta a bassa temperatura coperta con bietole, yogurt greco e riduzione all’Aglianico. Una fantasia vivace, una cura per la presentazione del piatto e un ottimo accostamento di sapori contraddistinguono, dunque, l’incipit della nostra esperienza a tavola.

Come primi assaggiamo Mandorle e Alloro, una pasta mista corta, con mandorle fermentate, tostate e salate, in infusione con alloro e ginepro. Un’esplosione di delicatezza e sapidità al tempo stesso, originale e gustoso. Impertinente la NeraNo, anche nel nome, che nella negazione finale in maiuscolo gioca con le parole e con la tradizione perché non è un primo di spaghetti ma di cappelletti ripieni di provolone del monaco e zucchine.

Del Filii Vesuvii assaggiamo Seppia, un piatto dove lo chef lavora sul concetto, ovvero su un unico alimento riproposto in più versioni: bottoni di pasta con mantello di seppia e grattuggiata di osso di seppia. Un solo ingrediente per un piatto complesso. Il tutto fin qui accompagnato da una bolla suggerita dal sommelier Luciano Esposito che lavora in sinergia con il maitre Tiziano Imperato. Si tratta di un’ Alta Langa extra brut 2019 Ettore Germano, un blend di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot bianco,dal gusto tagliente e perfetto a tutto pasto.

Per i secondi una vera chicca, un Bricco dell’Uccellone del 1998, azienda Braida. Un Barbera d’Asti notevole, di grande corpo e per palati non di primo pelo che si approcciano a un Cuniculum Conditus e cioè un coniglio con carote, capperi e spezie marocchine, frutto di un viaggio a Marrakech dello Chef, o a una Spigola Limone e Caffè, che mette insieme tutti i sapori della Costiera, compreso il più autoctono accostamento del caffè alla scorzetta di limone. Due piatti che sembrano anche loro delle opere d’arte di Villa Fiorella.

I dolci sono del Pastry Chef Federico Di Persio e vanno dai più tradizionali ma rivisitati Limone 100% e O’Babbà , al più sperimentale Cacao Vero che racchiude tutte le sfumature del cacao: amaro, acido e tostato.

Per finire, l’immancabile composizione di cioccolatini, su una piastrella vietrese, ognuno che rappresenta con il suo gusto un pezzo diverso di Costiera. Vicino il sommelier accosta un passito di Antonio Caggiano di Fiano e Greco, giallo dorato e dai sentori inconfondibili di miele.

Una chiusura morbida come tutto il contesto di Villa Fiorella che avvolge gli ospiti tra bellezze mozzafiato, servizi impeccabili come un’incantevole spa e una ristorazione ricercata. Tanto che turisti da tutto il mondo la scelgono, assieme agli ospiti locali che fanno tappa fissa anche per un aperitivo al tramonto.

Perché quello che vuole Villa Fiorella è regalare un’esperienza da vivere e un’emozione da provare. Come quella di una ragazza che al tavolo di fianco al nostro, sceglie dall’America Massa Lubrense per festeggiare il suo compleanno. Da sola. Perché, tanto a Villa Fiorella non lo sei mai.

Il personale, nonostante l’elevata qualità dell’offerta, non è né rigido né formale. Ma accoglie i suoi ospiti come chi vuole sentirsi a casa. Come chi cerca un posto che ti resta nel cuore. E un posto che ti resta nel cuore è un posto che ti coinvolge. Proprio come fanno i piatti del nostro Chef.

 

Villa Fiorella Art Hotel

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info@arthotelvillafiorella.com
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