di Michela Guadagno
“Il professore Luigi Moio racconta Quintodecimo” è il nome dell’evento all’Enoteca La Botte di Casagiove, organizzato dall’Ais Caserta guidata da Marco Ricciardi: volutamente non ho foto nè preso appunti su questa serata, perchè quando parla un mito tutto intorno è silenzio, la sua voce racconta ed è la scienza che parla. In degustazione i tre bianchi dell’azienda Quintodecimo, Via del Campo 2007 Falanghina Campania igt, Exultet 2007 Fiano di Avellino docg, Giallo d’Arles 2007 Greco di Tufo docg, e a seguire i rossi Terra d’Eclano 2006 e 2007 Aglianico Irpinia doc.
Soltanto una fortuita nota di osservazione personale, nulla è lasciato al caso in questi che sono vini pensati e creati dall’idea della perfezione, del rigore, dell’esperienza e del sogno realizzato di Luigi Moio e Laura Di Marzio – come recita la brochure di Quintodecimo: qualsiasi ulteriore parola risulterebbe banalmente stonata, quando viene dato il privilegio di ascoltare la qualità e l’attenzione di chi sa raccontare.
Note di degustazione
Via del Campo 2007 Falanghina Campania igt – Colore intenso, naso di agrumi e fiori di zagare, miele d’acacia e albicocca, sentore salmastro velato da una nota verde. La bocca sapida, salata, si riempie e mastica un vino armonico, euilibrato e pieno, la “redenzione” di un’uva sfruttata e abusata come la “preziosa” protagonista della canzone di De Andrè che ispira il nome alla bottiglia. Una sposa ideale sui sapori del piatto di fagioli in accompaganmento ai vini preparato a fine degustazione.
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Exultet 2007 Fiano di Avellino docg – Il colore è più sfumato sui toni verdi, sentori di erbe provenzali, lavanda salvia e rosmarino, discreta nota fumè leggera come di legno di cedro acceso per le funzioni liturgiche, e poi toni dolci, al palato il sorso è minerale, morbido, fresco, e anche qui l’equilibrio è integro, particolare di un’annata che non si ritroverà facilmente.
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Giallo d’Arles 2007 Greco di Tufo docg – Il naso delle prime olfazioni è bloccato, non si esprime, poi piano piano si apre su note zuccherine di albicocca secca, la bocca equilibrata di fresca morbidezza, fluida di pesca e albicocca; l’uso del legno invisibile, sparito e assorbito dal vino. Il colore, manco a dirlo, rimanda al giallo dei Girasoli di van Gogh.
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Terra d’Eclano 2006 Aglianico Irpinia doc – Naso e colore di prugna, sentore di foglie d’amarena lasciate a macerare, tabacco biondo, armonico nell’eleganza di compiere un aglianico dai tannini sottili e setosi, preludio al bicchiere che segue in successione.
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Terra d’Eclano 2007 Aglianico Irpinia doc – Viola il colore concentrato e spesso di trama, naso di amarena e visciola, tostato discreto di cacao e caffè al cioccolato fondente, bocca vellutata dal tannino già addomesticato, ancor prima degli ultimi rimanenti mesi di affinamento in vetro. Annata non ancora in commercio, la bottiglia sarà sul mercato nel 2010, da corsa allo scaffale.
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