di Marco Galetti
Adesso che hanno riaperto il mercato ho fatto una piccola indagine: i ristoratori, tenuto conto del distanziamento tra i tavoli che dà luogo a meno coperti e, conseguentemente, ad incassi inferiori, hanno adottato sostanzialmente cinque strategie differenti per affrontare il dopo “chiudi giù”.
Strategia 1
Non hanno cambiato una virgola e hanno ripreso a lavorare trasmettendoci passione e grandi sorrisi con gli occhi.
Ce la faranno.
Strategia 2
Hanno alzato leggermente i prezzi mantenendo lo stesso standard qualitativo.
Ce la faranno.
Strategia 3
Hanno mantenuto gli stessi prezzi e lo stesso standard qualitativo diminuendo leggermente le porzioni.
Dovrebbero farcela.
Strategia 4
Hanno rivoluzionato l’offerta con l’intenzione di fare tabula rasa e ricominciare da zero, pur non essendo una pizzeria Cilentana…
Potrebbero farcela
Strategia 5
Hanno mantenuto inalterati i prezzi, peggiorato il servizio, diminuito le quantità offrendo prodotti e materie prime di scarsa qualità al limite dell’imbarazzante.
Sono ristoratori ignoranti.
Non ce la faranno di sicuro.
Credo sia possibile che il cliente possa comprendere un leggero aumento, che possa sorvolare su qualche imprecisione del servizio, che possa godere di un buon piatto accettando di saziarsi e non di “strafogarsi”, non sempre le dimensioni contano…
Ma la qualità è imprescindibile.
I ristoratori ignoranti, di cui al punto 5, non sanno che l’unico aspetto che non può essere ignorato è “ un minimo di qualità“ altrimenti i clienti scappano prima o dopo aver pagato un conto che non torna.
Quindi, più che del rapporto qualità prezzo, sarà essenziale tener conto del prezzo da pagare per la mancanza di qualità.
Caro, si fa per dire, ristoratore che hai ispirato queste parole, per come la vedo io sei destinato a chiudere, non te lo auguro, non faccio il tuo nome ma
sarà mia premura mandarti in privato, unitamente a due righe mirate di accompagnamento, questo pezzo non appena verrà pubblicato, se ritieni fanne tesoro.
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