di Alfonso Del Forno
Le festività pasquali arrivano di solito nel periodo in cui il clima comincia a regalare belle giornate, con i primi tepori che fanno capolino dopo il lungo inverno. Le temperature calde spingono le persone a uscire, soprattutto il giorno dedicato di tradizione alle gite fuori porta: il lunedì di Pasquetta. Nella giornata che segue la domenica di Pasqua, si chiudono le case e si caricano le auto di prelibatezze che servono per intrattenere i palati degli audaci che affrontano impavidi le strade che portano alle mete desiderate. Il menù della Pasquetta non ammette deroghe alla tradizione, con piatti preparati durante la settimana precedente. Casatielli, tortani, frittate di maccheroni e pastiere napoletane sono il minimo necessario per una giornata vissuta all’aperto, ma anche al chiuso in caso di pioggia. La convivialità si esprime nella sua massima espressione in queste giornate e tutte le portate non possono che essere accompagnate da quanto più conviviale esiste nel beverage: la birra!
Non una birra per tutto, ma una per ogni portata, così da rendere unica la giornata spensierata. Vediamo uno a uno quali sono i piatti tipici delle gite fuori porta e che birra abbinare.
Tortano e Casatiello
Sono le torte salate regine delle festività pasquali. Tra le pieghe dell’impasto nascondono tesori incredibili come salumi, formaggi, ciccioli, sugna e pepe. Le uova sono tra gli strati d’impasto nel tortano, mentre nel casatiello sono poggiate sulla superficie e trattenute da croci realizzate con lo stesso impasto. La componente grassa è decisamente evidente, così come le note speziate del pepe. La birra ideale per tortani e casatielli deve avere una buona dolcezza per bilanciare speziature e sapidità, unita a un grado alcolico che aiuta a pulire la bocca dalla grassezza. Per questo motivo ho scelto la Sylvie di Biren, una doppelbock morbida e avvolgente, che armonizza bene il palato dopo aver mangiato un pezzo di queste torte salate.
Frittata di maccheroni
Piatto tradizionale che nasce per il recupero della pasta avanzata il giorno prima, abitualmente preparato per la sua semplicità e completezza quando si decide di passare una giornata all’aperto. Buona soprattutto fredda e riposata, rappresenta una sintesi di sapori incredibili. Uova, formaggio e pepe sono gli ingredienti base da aggiungere alla pasta, ma esistono diverse varianti, sia bianche che rosse. Considerando la ricetta base, c’è una decisa presenza di grassi, speziature e sapidità, il che m’induce a trovare una birra che possa essere in parte dolce, ma anche secca e alcolica, così da poter equilibrare la bocca sia da un punto di vista gustativo che tattile. La mia scelta è ricaduta sulla Triplexxx di Croce di malto, birra fruttata con un sorso inizialmente dolce, che lascia spazio al finale secco e leggermente amaro, con una buona presenza di alcool.
Carciofi arrostiti
Nei giorni delle festività pasquali, i piccoli paesi campani, visti dall’alto, sembrano essere ricoperti da una nebbia fitta. Non si tratta di un fenomeno meteorologico, ma della naturale presenza dei fumi di cottura dei carciofi arrostiti. La farcitura più semplice prevede la presenza di olio, prezzemolo, aglio e pepe. Anche se i carciofi arrostiti danno il meglio di sé quando sono caldi, quando sono freddi si difendono bene, soprattutto se rientrano nel menù della gita fuori porta. Il gusto dei carciofi arrostiti è molto complesso, con una tendenza amara di base cui si aggiungono le speziature date dalla farcitura. La mia birra ideale per questi carciofi è la Gairloch di Birrificio dell’Aspide, scotch ale con un sorso iniziale morbido e rotondo, con la presenza di note leggermente tostate sul finale, ben armonizzate con quelle del carciofo, derivanti dal metodo di cottura su brace.
Pastiera Napoletana
Le Pastiera, che riempie le vetrine delle pasticcerie e le cucine campane, con largo anticipo rispetto alla Pasqua, è un dolce che meriterebbe di essere presente sulle tavole tutto l’anno. La cremosità del grano che cuoce nel latte, la morbidezza del cedro candito e l’aroma di fiore d’arancio, sono parte integrante di un mondo di sensazioni tattili e gustative che vivono intorno al dolce tipico della Pasqua napoletana. La tipologia di birra che adoro abbinarci è la blanche, birra di frumento belga aromatizzata con bacche di coriandolo e bucce di arancia amara, che richiamano ed esaltano il cedro e i fiori d’arancio. Per l’occasione ho scelto la Nefeli del Birrificio Bella ‘Mbriana, la cui leggera acidità, accompagnata da secchezza e frizzantezza, aiuta a pulire il palato dalla presenza di grassi.