Di ritorno da un splendida settimana trascorsa “al fresco” tra le montagne dell’Alto Adige (o Sudtirol come gli abitanti del luogo preferiscono che venga identificato questo incantevole territorio) in quel di Meltina (Moelten), ad oltre 1200 metri di altezza, poco lontano dalla rinomata Merano, non potevo che parlarvi di un altro stile birrario tipicamente estivo.Tra assaggi di piccoli produttori di Lagrein, sia in versione dunkel(cioè in rosso) che kretzer (rosati)e qualche schiava meno impegnativa ma splendido vino da merenda da abbinare a speck e pane tirolese(si tratta in entrambi i casi di vitigni autoctoni altoatesini) non ho, infatti, mancato di concedermi frequenti divagazioni birrarie.Ho deciso, così, di parlarvi delle weizen (o weissebeer come si chiamano nel resto della Germania), in italiano birre di frumento. Per produrle viene utilizzata un alta percentuale di malto di frumento (in inglese wheat da cui il nome di wheat beer con cui gli americani identificano il genere) che deve essere minimo del 50% ma che solitamente non è mai superiore al 70%.Possono essere chiamate e considerate birre a tutti gli effetti visto che anche in Italia, dove le disposizioni di legge in materia sono chiare e precise, è previsto l’utilizzo nella produzione di birra oltre che di malto d’orzo anche di malto di frumento.Le weizen sono, storicamente, birre della tradizione bavarese(siamo a Monaco nel sud della Germania) ma, in realtà, riprendono quella che è stata a lungo, per il passato, la ricetta originaria e più diffusa per produrre la birra, cioè l’impiego di malti di grani vari tra cui il frumento ha da sempre avuto un ruolo principale.A Merano la celebre birreria Forst commercializza un etichetta di birra di frumento prodotta in Bavaria dalla Weihenstephan(-brauerei). Sapore e aromi sono inconfondibili. Si passa dai sentori speziati di chiodi di garofano, prodotti dal tipico ceppo di lieviti utilizzato, a ricordi di vaniglia e banana che solitamente ritornano più marcatamente nel finale. Sono birre molto beverine, gustosamente rinfrescanti e con basse percentuali di luppolo che le rendono ideali per chi non ama particolarmente il profilo amaricante ceduto, in genere, da quest’ultimo ingrediente.La versione di cui parliamo è nello specifico non una semplice weizen ma una hefeweizen cioè rifermentata in bottiglia e presenta, pertanto, un aspetto torbido dovuto ai lieviti in sospensione. Godetevela fin quando il caldo estivo ancora non vi darà tregue perchè no su un piatto freddo di salumi, pancetta in primis, e formaggi freschi. La carbonica particoarmente pronunciata sarà d’aiuto a sgrassare il palato.E come dicono gli inglesi “cheers”… salute!