“Le Belge fou”. Girava questa curiosa definizione agli inizi degli anni 80 in Borgogna.
E a me piacciono i matti, quelli veri però.
Qualcuno poi forse capì che fare il “matto” poteva portare a risultati imprevedibilmente realistici e concreti, quindi iniziò a disperdere un po’ di quella sana follia. O forse no.
Si perché inizialmente si trattava di un orticello di 3 ettari e rarissime 12mila bottiglie ed in seguito di 5 ettari di vigna e 25mila bottiglie di “Chardonnay” in circolazione , e allora ci si può permettere di lavorare con il cesello, il bisturi ed il microscopio . Praticamente in due, Madame Maine in vigna e Monsieur Jean Marie in cantina, o questo almeno narra la leggenda.
Abbandonarono le fredde Fiandre nel 1976 per andare a creare i migliori vini bianchi mai prodotti nel caldo Maconnais . Qui iniziò la storia del Domaine Guffens-Heynen.
Poi quando il mondo vinicolo ti riconosce il ruolo di uno dei massimi interpreti al mondo sul tema chardonnay ti può venir voglia di dare un senso diverso al tuo lavoro e impegnarti su un fronte più redditizio quale è il mestiere di negociant vinificateur eleveur , e aggiungerei anche “bianchista” , perché mai ho visto un vino rosso sotto l’etichetta Verget. E ci fu ben poca componente di follia nel creare nel 1990 la Maison Verget e mettere in commercio mezzo milione di bottiglie l’anno, anzi è proprio un bel businnes la Maison Verget, businnes di successo, di meritato successo perché anche la produzione Verget pur non potendo contare sulla massima considerazione Haute Couture del marchio Guffens-Heynen tiene comunque alto il blasone di famiglia.
Ma non basta, e allora torno a pensare che un po’ di sana follia o vena artistica sia necessaria per andare a cercare altre via di espressione vinicole, altri punti di vista, altri paesaggi, stavolta nel magnifico e selvaggio Luberon al Chateau de Tourettes. Le etichette moderniste GUFFENS che potrete vedere nei meandri del dettagliato sito internet tagliano nettamente con il passato e con la tradizione borgognona. E finalmente anche le vinificazioni in rosso e in rosè completano un esperienza di vita straordinaria per un uomo ed una donna del vino.
In attesa di soddisfare la curiosità trovando in qualche enoteca del sud della Francia qualche bottiglia di Vaucluse GUFFENS bianco, rosso e rosè, ritornerei all’inizio della storia per stappare un Macon o un Pouilly Fuissé, così, per poter risentire quale precisione, quale purezza, quale mineralità possa arrivare ad esprimere il vitigno chardonnay anche fuori dal suo elemento territoriale più nobile, la Cote de Beaune.
Per qualcuno questi vini arrivano a rivaleggiare con i grandi della Cote de Beaune ma mi pare un esercizio cerebrale inopportuno, o comunque inutile ricercare improbabili paragoni su terroir così diversi.
I Macon e i Pouilly-Fuissé di Guffens-Heynen stanno sopra ad ogni riferimento locale ma la vigna si è nutrita diversamente in un terreno diverso e condizionata da fattori climatici ancora diversi da ogni appellation più nordica e quindi il vino ne rispetterà le origini.
Qui lo chardonnay marca piuttosto nettamente il terroir. Il frutto è molto polposo e maturo, l’insieme lo senti in bocca come una crema inglese, le acidità sono meno evidenti e l’elevage vanigliato, a volte , all’inizio della vita di questi vini si fa sentire piuttosto pesantemente e quindi bisognerà attendere almeno 4-5 anni per cominciare a capire quale grande lavoro ci sia dietro all’etichetta, ma non potrà mai rivelarsi concorrente di un Corton Charlemagne di buona famiglia. Sarà sempre un Macon o un Pouilly , pur se di grandissima classe, ma un Meursault sarà sempre un’altra cosa.
Ma rispetto alle nobili denominazioni più nordiche, questi sono vini che hanno un prezzo molto più accessibile, una trentina di euro dovrebbero infatti bastare per bere un vino dei Belge fou , che poi lo siano o no poco importa, basta che continuino a produrre sempre con questa regolarità e con questa alta qualità.
L’avventura continua in Luberon ? Accidenti, mi ero perso qualche puntata di questa storia , ora mando loro una mail sperando mi indichino l’indirizzo di qualche caviste provenzale che abbia qualche bottiglia di “Pourquoi Pas” , di “Blanc Bien Entendu” , o un “Syrosé” …
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