di Antonio Di Spirito
Il mercoledì della settimana di Anteprima di Toscana è dedicato al bianco per eccellenza della regione: la Vernaccia di San Gimignano DOCG.
La denominazione è stata istituita nel 1966, il primo vino italiano ad ottenere la Denominazione di Origine Controllata. Il Consorzio della Vernaccia, poi Consorzio della Denominazione San Gimignano, è nato nel 1972 e dà nuovo slancio alla produzione, sia in quantità che in qualità ottenendo nel 1993 la DOCG.
Il disciplinare prevede che sotto questa denominazione rientrano tutti i vini prodotti con uve provenienti dai 720 ettari identificati nel comune di San Gimignano (i restanti ettari dedicati alla viticoltura sono iscritti alla produzione di Chianti dei Colli Senesi o IGT Toscana) e che i vigneti siano composti per almeno l’85% dal vitigno Vernaccia di San Gimignano; possono concorrere altri vitigni a bacca bianca non aromatici idonei alla coltivazione per la Regione Toscana fino ad un massimo del 15%. Non è consentito l’impiego dei seguenti vitigni: traminer, moscato bianco, Müller Thurgau, malvasia di Candia, malvasia istriana, incrocio bruni 54. I vitigni sauvignon e riesling possono concorrere, in ogni caso, nella misura massima, da soli o congiuntamente, del 10%.
Quella di quest’anno è stata la 15^ edizione dell’Anteprima e sono stati presentati i vini, di Annata e/o Riserva, prodotti negli ultimi tre anni.
Per quanto riguarda l’andamento climatico delle annate 2017 e 2018 ne abbiamo già parlato ieri a proposito del Chianti Classico (si può vedere qui).
L’annata 2019 è stata un’annata molto regolare in tutti i momenti importanti delle fasi di crescita e maturazione delle uve, con piogge regolari e caldo nel momento giusto: un’annata che non si ricordava da tempo.
Le sensazioni regalate dal calice sono quelle tipiche del vitigno; le differenze fra i vini delle varie annate erano legate più a cosa sa darti questo vitigno con l’evoluzione legata al tempo, che non alle differenze legate ai rispettivi andamenti climatici.
Si è evidenziato ancora una volta che qualche incidente di cantina avviene tutt’ora (qualche volatile alta e qualche riduzione di troppo), ma anche qualche aromaticità che “stona” nel coro.
Seguono i miei migliori assaggi della Vernaccia di San Gimignano, suddivisi per annata.
Il Palagione – Hydra 2019: intrigante l’ equilibrato tra dolcezza del frutto e la sapidità, speziato;
Agricoltori del Chianti Geografico – Borgo alla Terra 2019: agrumi; acidità elevata, speziato;
Casale Falchini – Vigna a Solatio 2019: agrumi e macchia mediterranea ed intensa speziatura;
Casa Lucii – Casa Lucii 2019: agrumato e sapido;
Il Lebbio – Tropìe 2019: profumi di lavanda e speziatura finale;
Panizzi – Vernaccia di San Gimignano 2019: agrumi, macchia mediterranea e speziatura;
Signano – Vernaccia di San Gimignano 2019: profumi di lavanda, agrumato, acidità elevata;
Casa alle Vacche – Vernaccia di San Gimignano 2019: agrumato, scorrevole, sapido;
Fattorie Melini – Le Grillaie 2019: profumi di glicine, speziato;
Poderi Arcangelo – Primo Angelo 2019: floreale di lavanda leggermente tannico;
Mormoraia – Ostrea 2018: profumi di lavanda, piacevole, speziato, complesso;
Panizzi – Vigna Santa Margherita 2018: note di pietra focaia, piacevole, fresco;
Fornacelle – Fiora 2018 note di pietra focaia, piacevole, speziato;
Macinatico-Massi – Massi Riserva 2018: profumi di glicine, pietra focaia; ottimo equilibrio;
Tenuta Montagnani – Frammenti 2018: profumi di lavanda ed erbe aromatiche;
Il Colombaio di Santa Chiara – Campo della Pieve 2018: profumi di lavanda, agrumato, speziato;
Il Palagione – Ori Riserva 2018: complesso, speziato;
San Donato – Angelica 2018: note di pietra focaia, piacevole, fresco, sapido;
Tenuta Le Calcinaie – Vigna ai Sassi Riserva 2017: profumi di lavanda, piacevole, speziato;
Fontaleoni – Casanuova 2017: profumi di macchia mediterranea, asciutto e speziato.
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