di Enrico Malgi
La Campania è una Regione che tende a privilegiare la coltivazione di vitigni a bacca rossa, ma che invece paradossalmente nasconde in sé una spiccata vocazione bianchista che trova pochi riscontri in tutto il Mezzogiorno (vedi fiano, greco, falanghina, coda di volpe ecc.). Per questa ragione la varietà più coltivata e diffusa è l’aglianico, che raggiunge il suo culmine nell’areale irpino dove i vini rossi sono sempre monovarietali, similmente a quanto succede in Borgogna col pinot noir. Negli altri territori invece, a parte il Cilento, si usa spesso affastellare insieme aglianico e piedirosso, che è diventato così il classico blend rosso campano. A seconda dell’area interessata e dell’indirizzo che si vuole dare al prodotto finale si usa di più l’aglianico (Alto Casertano, Sannio, Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana), oppure si preferisce il piedirosso in maggioranza (Campi Flegrei e Vesuviano). Va da sé che quando l’aglianico è predominante nell’uvaggio il vino risulterà più tannico, più corposo, più concentrato di colore e più serbevole, al contrario invece col piedirosso in prevalenza il vino è più morbido, più beverino e meno colorato. Proprio per queste sue specifiche caratteristiche il piedirosso in purezza solitamente matura in acciaio, a differenza dell’aglianico che predilige di più il legno.
Dopo questo necessario preambolo, veniamo adesso al vino che ho degustato recentemente: Lavarubra Lacryima Christi Vesuvio Rosso Doc 2016 dell’Azienda Agricola Bosco de’ Medici di Pompei, appartenente alle famiglie Monaco e Palomba, seguita dall’enologo Vincenzo Mercurio.
Piedirosso all’85% e saldo di aglianico. Acciaio, legno e vetro per la maturazione del vino. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale della bottiglia intorno ai 10,00 euro, un affarone!
Colore rosso purpureo nel bicchiere. Al naso netti, fragranti ed eleganti profumi che ricordano in primis la fragola e poi la violetta, la rosa, la ciliegia, i frutti di bosco e le spezie orientali. Subito dopo emergono anche solari rigurgiti sapidi, minerali, vegetali e di terra sulfurea. Caratteristico il sorso di facile beva: fresco, gentile, sottile, morbido, pulito ed armonico. Tannini levigati e collaboranti. Palato armonico, agile e scattante. Allungo finale piacevole, ma non piacione, che appaga totalmente la beva. Versatilità negli abbinamenti: pizza, zuppa di pesce, carne alla brace e formaggi misti.
Sede a Pompei (Na) – Via Antonio Segni, 43
Tel. 081 8506463 – Cell. 338 2828234 – 339 4209163
info@boscodeimedici.com – www.boscodeimedici.com
Enologo: Vincenzo Mercurio
Vitigni: aglianico, piedirosso, falanghina e coda di volpe
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