Che ci fa un primitivo sul Vesuvio? Beh, questa è la novità proposta dalla piccola azienda Fuocomuorto a Ercolano di Vincenzo Oliviero. Prima di berlo bisogna però resettarsi, soprattutto se conoscete i vini rossi di questo territorio, in genere freschi e beverini. Qua la scelta va in direzione opposta, con il Primitivo che è già di per se un vitigno di potenza, fruttato, alcolico e concentrato, poi passato in legno, barrique nuove.
L’idea in linea di principio non è sbagliata: questa uva, come è noto, ama il caldo e il lato sud del Vulcano, quello che affaccia sul Golfo di Npoli, è sempre più caldo.
Il risultato lo beviamo in bicchiere dove il frutto prepotente ci appare in buon equilibrio con il legno, al naso il vitigno è espresso secondo profili che ben conosciamo, più simile a Manduria che a Gioia del Colle, ma comunque con un corredo di freschezza adeguato a reggere un impianto materico potente e polputo.
Vino da uomni veri, come si diceva un tempo. Più prosaicamente, noi lo consigliamo su un grande ragù napoletano o su piatti di crne ben strutturati che abbiamo un richiamo dolce.
Con questo vino Fuocomuorto si conferma un viticoltore vesuviano molto interessante e da seguire sempre con attenzione.
www.fuocomuorto.it
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