di Giulia Cannada Bartoli
L’Irpinia è una terra antica (da hirpus, lupo) con vette e colline che insistono su terreni calcareo-argillosi con vene di matrice vulcanica. Grazie alle particolari condizioni pedoclimatiche e alle caratteristiche del fiano, gli effetti della crisi climatica sembrano avere un impatto minore in Irpinia. I vigneti di Laura De Vito sono situati in una zona di alta collina, circondata da rilievi montuosi, e godono di un clima fresco e ventilato, con buona piovosità e forti escursioni termiche giorno/notte. Il territorio di Lapio è da sempre vocato a una viticoltura d’alta qualità, che si esprime perfettamente attraverso il vitigno tipico dell’areale. Il fiano, (Docg dal 2003) infatti, è una varietà a maturazione tardiva, che risente meno delle estati torride e siccitose e arriva all’epoca di vendemmia con un buon equilibrio tra aromi, zuccheri e acidità.
Non è un caso che qui nascano alcuni tra i migliori bianchi non solo della Campania ma, anche d’Italia.
L’azienda agricola di Laura De Vito nasce nel 2018 dal desiderio di Laura e suo marito Carmine De Maria di valorizzare la specificità del territorio di Lapio e del suo vitigno simbolo, il Fiano di Avellino (Vitis Apiana amata dalle api, o secondo la tesi più accreditata, che il vitigno provenga da Apia, antica cittadina del Peloponneso, e da lì il nome “Vitis Apicia”, da cui vite “Apiana” trasformatasi in Fiano nel corso dei secoli). In realtà la storia comincia almeno 30 anni prima: la famiglia di Carmine aveva già dal ’92 impiantato il Fiano. Le origini di Laura affondano nel vino:
“sono nata sulla collina di Lapio, i miei nonni facevano il vino, a quei tempi solo rosso, che vendevano sfuso. Già da bambina partecipavo con immensa gioia a tutti i momenti della vinificazione manuale (il torchio si stringeva a mano). Allora la vendemmia era una festa, oggi è tutto molto più complicato. Ho sempre amato follemente la mia terra e, da adulta, ho voluto realizzare il mio sogno di fare un vino che rappresentasse le mie radici. Si è avverato un sogno (è fondamentale svegliarsi al mattino con un sogno in testa), un progetto anche per il futuro dei miei figli.
Ogni vendemmia per me è come una gestazione, il mosto che portiamo in cantina è come un figlio”.
Laura ha due figli, il più grande, Michele, già partecipa attivamente alla vita della cantina. Laura si è già guadagnata il titolo di “Signora del Fiano”. La conduzione enologica, in conversione biologica verso il terzo anno, è affidata a un altro “Signore” del Fiano e dei bianchi irpini e campani, Vincenzo Mercurio. L’incontro con il wine maker campano non è stato casuale.
Da questa collaborazione nasce il progetto di “zonazione” per la valorizzazione delle singole parcelle,
vinificando separatamente le uve delle tre vigne delle Contrade Arianiello, Verzare e Sauroni. ~ Un approccio meticoloso e rigoroso, che lascia al fiano il tempo per evolvere senza fretta, in modo da poter esprimere la sua intensa complessità, secondo il motto di Laura De Vito “essere prima che apparire”, nata, manco a dirlo, sotto il segno della Bilancia.
I vigneti si trovano a un’altezza media di 600 mt. sul livello del mare. Vendemmia dalla seconda metà di ottobre. Maturazione in acciaio per circa nove mesi con sosta sulle fecce fini. Affinamento in bottiglia per circa 20 mesi. In pratica le bottiglie fanno il loro ingresso sul mercato 24 mesi oltre la vendemmia. Un vino progettato in vigna per durare nel tempo.
L’annata 2022 si è presentata con clima mutevole, temperature molto elevate nel periodo estivo e scarsa piovosità prolungata. Le uve sono arrivate in cantina perfettamente sane e al giusto grado di maturazione non avendo risentito dello stress termico grazie alle importanti escursioni giorno/notte.
Il nome del vino deriva appunto dalla Contrada Sauroni, in dialetto Sauruni, a ricordare quando i contadini della contrada, alla domanda su dove stessero andando, rispondevano a “Li Sauruni”. Il vino
nasce nel vigneto più alto, esposto ad ovest, su terreni misto argilloso.
Il calice si veste di un bel colore giallo paglierino sfarzoso e brillante con luminosi riflessi appena dorati. Il naso è decisamente fine e complesso, in progressione – con lo scaldarsi del vino – arrivano sentori di lime, bergamotto, malva, nocciola non tostata, fiori bianchi, mentuccia, tanta frutta, bianca (pera) e poi estiva a polpa gialla (albicocca). Una leggera nota esotica mista agli agrumi, profumato gelsomino, tante erbe aromatiche (tiglio, basilico e mentuccia) e un intrigante, quanto tipico, soffio fumè.
L’ingresso al palato è importante (14% e non sentirli). La corrispondenza gusto/olfattiva è precisa: la struttura si muove in bell’equilibrio con morbidezza, freschezza e mineralità.
La chiusura di bocca spetta alla piacevole nota affumicata, a occhi chiusi, quasi diremmo: Loira, Chenin Blanc.
Il Fiano è tra i pochissimi vitigni capaci di coniugare delicatezza e sprint. La bocca gioca proprio su questa combinazione di ampiezza e tensione agrumata,con retro-olfattivo fumè e interminabile nocciola.
Ne risulta un sorso, ricco, teso, verticale, deciso, sapido e appagante. La progressione gustativa è straordinaria per classe e stato di grazia.
Forma smagliante e, manco a dirlo, promessa di lunghissima e luminosa vita. Bottiglie da “dimenticare” in cantina. Prezzo a scaffale da grande bianco sotto i 30,00 €
La cantina sta avviando anche un bel progetto di accoglienza enogastronomica: un casolare ereditato dalla nonna, che Laura ha ristrutturato e che sarà pronto a breve.
Lo abbiniamo con le minestre di legumi, come “Laene e Fasuli” (Lagane e fagioli), con tante ricette di
Baccalà, uno dei pochi modi di mangiare pesce in Irpinia., o, pourquoi pas, senza cibo, con una serata di Amicizia e vecchi ricordi.
Azienda Agricola Laura De Vito Lapio (Av) – Contrada Sauroni Cell. 334 1494724 – info@lauradevito.it – www.lauradevito.it Enologo: Vincenzo Mercurio Ettari vitati: 10 – Vitigno: Fiano Bottiglie prodotte: 25.000 circa
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