di Marco Galetti
Le catene della grande distribuzione ci legano e ci ammaliano, offrendoci, si fa per dire, panettoni e pandori natalizi con largo anticipo, si “il Natale quando arriva arriva”, ma cerchiamo di scegliere liberamente, se non riusciamo a saltare l’ostacolo per i grassi accumulati, aggiriamolo e godiamoci altre venti proposte dolci, poi, dopo l’Immacolata, largo alla tradizione.
Con questi venti dolci si tocca quota 80, volendo, la prima, la seconda, la terza e la quarta sequenza sono visibili con un click
Azienda Agricola San Salvatore, Cafasso, La Dispensa, dove quasi tutto è di produzione propria, gelati al limone, fragola, albicocca, mirtillo cilentano, nocciola, gianduia, pistacchio e fior di bufala
Filippo, Pietrasanta, splendida millefoglie, ma la foto, altrettanto splendida, è di Riccardo Franchini
La Piazzetta, Montevecchia, il mitico strudel, quello della ricetta di Walter Stuerz, apparsa sul canale satellitare LP i primi di aprile, impercettibili, fortunatamente, le differenze con le versioni degli anni precedenti, continuità insomma, in fondo perché cambiare, anche la Marinara, per nostra fortuna, una volta raggiunta la quadratura del disco è rimasta ferma nel tempo…
Manuel Marchetta, Sanremo, la millefoglie di uno chef in ascesa
Officina dei sapori, Biassono, strudel di pere allo zenzero, macadamia e gelato al cioccolato fondente
Roberto Pirelli, gli splendidi cannoli in dissolvenza dell’appassionato chef siciliano
La Piana, Carate, creme caramel con locali asparagi rosa di Mezzago canditi, l’attenzione di Gilberto ai prodotti di territorio…
Alessandro Feo, Ascea Marina, scomposta di millefoglie ai frutti di bosco
Buona Condotta, Ornago, Barbajada tipica bevanda milanese (cioccolato, caffè e latte in proporzioni uguali) della prima metà dell’ottocento, De.Co. dal 2008, Domenico Barbaja, l’inventore, che iniziò a lavorare come cameriere in un caffè milanese, divenne uno dei più grandi impresari teatrali di tutti i tempi, lodevole l’impegno di Matteo Scibilia che cerca di proporre tradizioni dimenticate e quasi perse nella nebbia milanese
Trattoria Visconti, Ambivere, fichi caramellati “direttamente” dalla pianta nel giardino attiguo, la passione di Fiorella Visconti recentemente contesa da Rai e Mediaset.
Antica Osteria dei Camelì, Ambivere, friandises, da Camillo Rota l’accoglienza premurosa si nota anche nell’offerta della piccola pasticceria, stellata come il locale
Al Vigneto, Grumello del Monte, composizione di frutta, quasi tutto il resto arriva a Vito Siragusa da Mazara del Vallo per una via privilegiata
Florian Maison, San Paolo d’Argon, torta ricotta e pere, la proposta dello chef Umberto De Martino da Sorrento
I Sapori di terra e di mare, Bergamo, piccola (ma non troppo) pasticceria
Trattoria Basilio, Vimercate, torta di mele, “trattoriissima” brianzola, ne sono rimaste poche, viva le torte di mele casalinghe, (le casalinghe) e le tovaglie a quadri bianchi e rossi
Trattoria Bjrot, Verano Brianza, tarte tatin, nell’accogliente locale di Luca Bongio si sta bene, e sta bene anche il portafoglio
Da Nadia Ristorante in Franciacorta, stellato & recente il passaggio nella nuova location di Erbusco, millefoglie con spuma di yogurt e frutti rossi, un grande fine pasto per freschezza, dolcezza, acidità, leggerezza, digeribilità e resettaggio palato.
Opera Restaurant, Sorisole, ciliegie spadellate al Porto, la semplicità trova sulla sua strada dolcezza e acidità e ne approfitta, i Locatelli Bros, si dividono oneri, onori, fuochi e ribalta, ci si ribalta con le proposte dolci di Lorenzo, (che sa anche osare e bene) il fratellino pasticcere del “risomane” e patron Nicola, in sala la mamma di Nicola e la moglie Simona per un’altra bella storia di famiglia
Antica osteria Magenes, Barate di Gaggiano, torta di riso con salsa al cioccolato nel locale recentemente insignito della Corona Radiosa
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