di Lello Tornatore – Tenuta Montelaura
L’adesione, nel 2009, dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale al CE.R.VI.M. (centro di ricerche vini di montagna) con sede in Valle d’Aosta e che annovera adesioni di realtà territoriali anche al di fuori dei confini nazionali, nell’ambito della U.E., ha generato i primi frutti. Il convegno tenutosi venerdì nella sala conferenze del bellissimo Campus Universitario di Fisciano, è la testimonianza del proficuo lavoro di confronto messo in piedi con realtà vitivinicole dallo stesso filo conduttore : la viticoltura “eroica”.
I sistemi identificativi del Cervim, per tale definizione sono sostanzialmente riconducibili a pendenza del terreno superiore al 30%, altitudine superiore ai 500 mt s.l.m., sistemi viticoli su terrazze e gradoni,e viticoltura delle piccole isole.
Si è fatto il punto, rispettivamente, attraverso le relazioni del dott. Francois Murisier, presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Cervim, sui sistemi di coltivazione che riducono le ore di lavoro richieste da tale viticoltura, e del Prof. Eugenio Pomarici, ordinario di Economia Vitivinicola presso la facoltà di Agraria della Federico II di Napoli, sugli strumenti di marketing per rendere economicamente sostenibile tale viticoltura.
Nel pomeriggio, dopo una breve pausa di colazione di lavoro-degustazione prodotti e vini dell’agricoltura di montagna, si è tenuta una tavola rotonda dal tema “La viticoltura Appenninica scenario per il presidio ambientale e risorsa strategica del marketing territoriale”, condotta dalla nostra Giulia Cannada Bartoli, valente giornalista esperta in comunicazione enogastronomica.
Si sono sottoposti al fuoco di fila delle domande della nostra Giulia, il presidente del CERVIM, dott. Roberto Gaudio, il presidente di Assocamere estero, dott. Augusto Strianese, la presidente nazionale delle “Donne del vino” nonchè produttrice di vino da viticoltura “eroica” dott.ssa Elena Martusciello, Francesco Continisio, presidente nazionale Scuola Europea Sommelier, Daniela De Gruttola, presidente dell’associazione VI.TE.(viticoltori del tempo) e Francesco Iacono, vicepresidente “Arcipelago Muratori”.
Interessante il dibattito stimolato, che ha visto alcuni vivaci scambi di battute tra Daniela De Gruttola, che ha sostenuto l’esigenza di salvaguardare quanto più possibile la biodiversità di tutti i cloni allo studio e Francesco Continisio che invece ha sottolineato l’esigenza di non ampliare ulteriormente il panorama ampelografico con vitigni che magari sono riproposizioni di fenotipi già catalogati ma leggermente diversi.
Grande fermento ed attenzione, quindi, nel mondo dello studio e della ricerca afferente al vino e alla viticoltura , particolarmente in quella praticata in condizioni estreme (qualcuno ha detto che il termine eroico si usa post mortem, e non è il nostro caso…perlomeno, non ancora). Come al solito la nostra bella regione è sempre all’avanguardia in termini di interesse, di valutazione e di focalizzazione dei problemi. Ma le note dolenti arrivano quando si tratta di concretizzare tali sensibilità . “Infatti- si sfoga infine Raffaele Beato, deus ex-machina dell’ Osservatorio dell’Appennino Meridionale, molto contrariato dalle assenze istituzionali, sia nazionali che regionali – la Campania impegna per il comparto vitivinicolo, solo lo 0,7 % del bilancio agricolo regionale, mentre altre regioni, due esempi per tutte, la Lombardia ed il Piemonte ne dedicano circa il 7%, cioè dieci volte tanto!!! ”
Mah…voci di corridoio fanno risalire l’assenza dell’assessore Amendolara a problemi di “quote rosa”. Ma come, nonostante la caduta del Cavaliere ancora lì, siamo???
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