di Alberto Nigro
Certe vite hanno percorsi segnati fin dalla nascita. Durante il cammino, magari, possono imboccare strade secondarie che conducono altrove, ma alla fine, quando a farsi sentire è il richiamo del sangue, tornano inevitabilmente sul sentiero di partenza, lì dove avrebbero sempre dovuto essere.
È il caso di Guglielmo Capaldo, atripaldese classe 1991, che dopo essersi laureato in Economia a Roma ed aver fatto esperienze in giro per l’Europa,a Londra e a Bruxelles, è tornato a casa per prendere in mano l’attività di famiglia. Anzi, l’arte di famiglia, quella della panificazione.
Stiamo parlando dell’Antico Forno Capaldo che, nato nella prima metà del Novecento ad opera di Giuseppe Capaldo (bisnonno di Guglielmo), a partire dal 1964 è ubicato in via Tripoli, a pochi passi dal fiume Sabato.
«Sono rientrato ad Atripalda nel 2017, subito dopo la laurea, – racconta – e anche se all’inizio non avevo le idee molto chiare, ben presto ho deciso di dare una mano alla mia famiglia». Pur essendo nato in questo ambiente, i primi passi di Guglielmo non sono stati semplici. Per prendere il ritmo sono stati necessari studi, corsi di formazione e tanta, tantissima pratica, perché, come ama ripetere lui stesso, «non è solo acqua e farina, ma tecniche, sperimentazioni ed errori, questi ultimi fondamentali per crescere».
L’Antico Forno Capaldo, gestito da Guglielmo insieme ai genitori, Francesco e Tina, è un forno storico e si rivolge ad un’utenza storica, legata alla tradizione e, a quanto pare, poco incline ai cambiamenti. «Siamo famosi per la ciabatta e altri prodotti tradizionali – spiega – per cui quando ho provato ad introdurre delle novità, sbagliando magari anche i tempi, non ho riscontrato un particolare entusiasmo».
Da qui l’idea di mettersi in proprio e dare libero sfogo al proprio estro. Tre anni fa, infatti, il 6 giugno del 2021, Guglielmo, affiancato da un amico fraterno, Alessandro Matarazzo, ha deciso di avviare una nuova attività nel cuore di Avellino, in via Luigi Amabile: «È il Capaldo Forno Contemporaneo dove riesco ad esprimermi al meglio e fare quello che realmente mi rappresenta».
L’attività per i primi due anni ha dovuto faticare non poco per tenersi a galla, ma con una buona comunicazione social ed il classico passaparola le cose in seguito sono decisamente cambiate.
«Nei primi periodi – racconta Guglielmo – non è stato semplice far accettare le novità che proponevamo. In verità abbiamo compiuto anche qualche errore che evidentemente ha inciso, tuttavia, alla fine, possiamo dire di essere riusciti a far passare il nostro messaggio». Sicuramente, un articolo del Gambero Rosso, divenuto in seguito virale, ha dato un grosso contributo visto che, spiega Guglielmo, «da quel momento in poi, grazie anche al nostro attivismo social, abbiamo cominciato ad avere clienti provenienti da ogni angolo della Campania, non solo da Avellino».
La nuova attività nasce come un panificio (il pane è e resta la passione principale di Guglielmo), ma ha avuto un enorme successo grazie alla pizza. «Quanto al pane – racconta – la nostra particolarità è che non produciamo quello bianco, ma ci affidiamo ad impasti che spingono maggiormente sul versante del gusto: semi – integrale, cereali, farro, segale, grano duro». Venendo alle pizze, invece, grazie alla collaborazione del giovane e talentuoso chef Mattia Barbarisi, «proponiamo un prodotto che ha come caratteristica principale il crunch, quella croccantezza esterna seguita dal vuoto interno che dà quasi la sensazione di non avere nulla in bocca, ma lascia un sapore unico».
Tanti i classici rivisitati dalla coppia Capaldo – Barbarisi: dalla PepperoniStyle, iconica soluzione americana a cui è stato aggiunto un caciocavallo locale, alla intramontabile
Caprese arricchita da una maionese di basilico e fino ad arrivare alla recente chicca al gusto di tonno e cipolla.
L’intera produzione resta ad Atripalda, dove c’è il laboratorio, ma nella sede di Avellino si lavora di rifinitura e, soprattutto, si realizzano le preparazioni per le pizze.
Particolarmente ampia l’offerta: dalle diverse tipologie di pane, ai grissini, alle oltre 10 proposte di pizza, ai cuzzietielli (che a differenza del classico napoletano vengono fatti con la ciabatta di semola o grano saraceno e riempiti con polpette, genovese, parmigiana o salsiccia e broccoli). Dolci e rustici della tradizione nei periodi festivi (panettoni, colombe, pizze chienerigorosamente crunch) e anche due fritti: crocchè e frittatine di pasta.
L’Antico Forno Capaldo ad Atripalda è aperto tutti i giorni tranne la domenica dalle 8 alle 13.30 e dalle 16 alle 20.30
Il Capaldo Forno Contemporaneo ad Avellino, invece, è aperto dalle 8 alle 14 e dalle 17 alle 20.30 tutti i giorni tranne la domenica e il lunedì.