di Virginia Di Falco
L’angolo d’Abruzzo, solido ristorante a gestione familiare nel centro di Carsoli, al confine col Lazio, sta per compiere i suoi primi 30 anni. E lo fa nella maniera migliore: con il titolare, Lanfranco Centofanti, sempre saldamente al timone – anzi alla griglia, verrebbe da dire – con l’aiuto validissimo e motivato dei suoi figlioli: Valerio, in cucina e Valentina in sala.
Un vero e proprio punto di riferimento per chi ama la cucina di territorio, che lavora sulla passione e la ricerca curiosa e mai stanca di tutto quello che offrono la campagna e i boschi meravigliosi del circondario.
Il benvenuto esce fuori subito dal bancone delle meraviglie: una ricotta di pecora appena consegnata, che Lanfranco offre in porzioni generose, servita su un piatto ‘vecchio Ginori’ che, da solo, predispone alla convivialità e all’ascolto.
E la cucina, infatti, si fa seguire come in un racconto. Una volta che avrete provato gli affettati locali, per cominciare, scegliete un’amatriciana davvero verace oppure uno dei piatti di pasta fresca che restano il must del locale: come i tagliolini all’uovo con asparagi selvatici o con gli ‘orapi’ (spinaci di montagna), delicati, ben amalgamati, e resi più golosi dall’eccellente pecorino grattugiato al tavolo. Oppure le pappardelle lavorate con la farina di farro – qui le chiamano pedacce, condite con il sugo ‘finto’ una delle ricette più antiche e perciò povere, senza carne, solo con una base di odori. Profumate, intense e, a dispetto del nome, vere.
Tra i secondi di carne, suddivisi tra cottura in forno, al tegame o alla griglia, oltre al maialino da latte, al castrato, ai polli ruspanti, al capretto, troverete una chicca da non perdere: la pecora ‘Ciavarra’ cotta alla maniera antica, addomesticata con erbe di alta montagna, servita con cicoria di campo. Polpa tenace, saporita, robusta; sapori lontani mille miglia dall’omologazione della carne di città. E quanto si fa apprezzare la fetta di pane casereccio, appena appena raffermo, ammorbidito dal suo brodo di cottura. Un’esperienza che vale il viaggio.
Molto pensato, anche per tecnica di cottura (e studiato: il disegno del piatto lo trovate sul sito del ristorante) è il polpettone; servito in realtà come una grossa polpetta, con dentro mortadella, scamorza e cicoria, accompagnato da un uovo impanato e fritto e un carciofo alla giudia. Piatto ricco (forse anche troppo), prepotente, un’esplosione di sapori forti e decisi. E questo è il tratto che colpisce di più della cucina, che ovviamente vuole piacere ma senza compiacimento gratuito; che si presenta in maniera molto franca e genuina. Diretta, immediata, generosa ma senza orpelli.
Chiusura con gradevoli dessert al cucchiaio, come il fior di ricotta alle amarene, un po’ antico nella sua semplicità e un’ottima crème caramel allo zafferano di Navelli, caramellata all’arancia. La piccola pasticceria, poi, è vero e proprio souvenir d’Abruzzo, con la summa dei dolci secchi fatti in casa.
Il tutto in una sala dove un bel bouquet di gerbere, girasoli e margherite parla di mani gentili; dove l’eleganza classica degli arredi e della mise en place non è ingessata, alleggerita dall’accoglienza schietta del proprietario e da un servizio professionale ma di grande cordialità.
La cantina, ricca e profonda, è da sempre uno dei vanti del locale e anche la scelta al calice regala belle soddisfazioni.
Per un pasto completo si spendono circa 50 euro, ma si possono scegliere diversi percorsi di degustazione, dai 25 in su.
L’ANGOLO D’ABRUZZO
Tel. 0863.997429
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso lunedi sera
www.langolodiabruzzo.it
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