di Antonio Di Spirito
Sin da quando l’uomo ha scoperto il vino e, man mano che si è impadronito della tecnica più giusta per farlo, si è sempre interessato ai vini dolci. I Romani, ad esempio, ne erano molto appassionati e dovunque sono andati fare nuove conquiste, hanno radicato la coltivazione della vite ed il consumo del vino: il vino rosso, in primis, ma anche il rosato (per i tempi più brevi d’attesa e meno attrezzi occorrenti a farlo) e, naturalmente, i vini dolci.
In Valpolicella, tradizionalmente, insieme al tipico vino rosso, si produce da secoli il Recioto, così chiamato perché vengono utilizzate le “recie” (orecchie) dei grappoli, quelle parti più esterne e più esposte al sole; appassite su graticci (arele) per un paio di mesi in fruttaio e messe a fermentare tra gennaio e febbraio. Raggiunta la gradazione alcolica desiderata (12-14%), le botti venivano esposte ai freddi invernali per bloccare la fermentazione e lasciare un residuo zuccherino importante. Si otteneva così un vino dolce, piacevole ed equilibrio grazie all’elevata acidità di base ed era già pronto al consumo per la Pasqua.
La nascita dell’Amarone, invece, è storia più recente: negli anni ’30 del secolo scorso un cantiniere dimenticò una botte di Recioto in fermentazione; il processo non fu interrotto al momento giuso e si arrivò ad una concentrazione alcolica piuttosto elevata, pur mantenendo ancora residui zuccherini importanti. I lieviti, infatti, non riescono più a trasformare gli zuccheri al di sopra di concentrazioni alcoliche superiori ai 18-19 gradi. Si parlò, quindi, di “Recioto scapà”, cioè scappato, sfuggito e si ottenne, così, un Recioto secco ed un po’ amaro, anzi, “amaron”, il contrario di dolce; da qui il nome “Amarone”.
Inizialmente non fu un vino molto amato, anzi, veniva venduto sottocosto; poi, con l’affinamento delle tecniche di produzione e con l’istituzione di un disciplinare, l’Amarone si è affermato definitivamente sul mercato a partire dal 1985, diventando il terzo vino italiano più conosciuto all’estero, Russi ed Americani in primis.
Le uve principali utilizzate per la produzione dell’Amarone, come per gli altri vini della Valpolicella, sono Corvina, Corvinone e Rondinella; le prime due insieme devono costituire una presenza compresa fra il 45% e 95%, la Rondinella tra il 5% e 30% e si possono utilizzare anche piccole quantità di altre uve locali come Molinara (un tempo era obbligatoria), Oseleta, Dindarella, Negrara, etc.
Generalmente il vino si presenta in una veste rosso granato molto fitta e poco trasparente; i profumi sono accentuati ed intensi: frutta rossa e nera (amarene, prugne, lamponi), spesso, in confetturai. Con l’invecchiamento si aggiungono note balsamiche e goudron.
Il sapore è pieno e vellutato, i tannini sono morbidi e la speziatura accompagna la chiusura del sorso. Gli zuccheri residui sono al massimo 12 g/l se il titolo alcolometrico effettivo è del 14%; tale misura si innalza per titoli alcolometrici superiori.
Negli ultimi anni molti produttori hanno privilegiato un tasso di freschezza maggiore e, questo, conferisce al vino una maggiore dinamicità nel sorso.
Nel giugno del 2009 dieci famiglie, proprietarie di altrettante prestigiose cantine della Valpolicella, si sono associate per fondare “Le Famiglie Storiche dell’Amarone”, un’associazione che diventasse un luogo deputato per lo scambio di idee, condividere un pensiero comune, custodire, tramandare e valorizzare l’antica tradizione e le caratteristiche del vino. Oggi le aziende associate sono 13: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato. La filosofia che ispira ed accomuna le famiglie associate è saper aspettare ed affinare il vino il più a lungo possibile in botte.
Le Famiglie controllano duemila ettari di vigneto dei circa ottomila dell’intero territorio; tradotto in numero di bottiglie, il rapporto scende un po’: due milioni e trecentomila bottiglie su un totale di tredici milioni (bottiglie che hanno un valore medio di 35,20 euro) di cui il 36 % destinate all’Italia e il 67 % destinate ai mercati internazionali. In questi primi 10 mesi del 2021 le vendite di Amarone hanno dato un forte segnale di ripresa: in Italia si parla del + 56% sul 2020, e del +17% sul 2019 (in pre-pandemia), e anche sull’export i valori sono positivi: + 48% sul 2020 e + 31% sul 2019.
I successi vanno festeggiati e lo scorso 29 novembre, le Famiglie hanno deciso di tornare a Roma (che fu proprio la prima tappa di un tour promozionale) nell’antica dimora Villa Laetitia con il suo prestigioso ristorante stellato Enoteca La Torre per una sontuosa cena, durante la quale abbiamo assaggiato una rappresentanza di tutti i vini rossi prodotti dalle Famiglie: un Soave, un Ripasso, tredici Amarone di varie annate e due Recioto; li riporto qui di seguito.
Masi – Colbaraca 2019 Soave Classico Superiore DOCG
Profumi di frutta rossa, erbe aromatiche ed importanti note minerali; il sorso è fresco sapido, agrumato ed armonico.
Venturini – Semonte Alto 2017 Valpolicella Ripasso Classico Superiore DOC
frutta rossa, ciliegie, note inchiostrate e iodate stuzzicano le narici; una lieve nota ematica apre un sorso sapido, asciutto, vellutato, fresco ed equilibrato.
Allegrini – Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2017
Molto ricco al naso con profumi di ciliegie, amarene, visciole, leggero profumo di lauro, note affumicate e balsamiche; il sorso è levigato, asciutto, molto caratteriale, lungo, scorrevole, elegante
Begali Lorenzo – Monte Ca’ Bianca 2017 Amarone della Valpolicella Classico DOCG
Fruttato e minerale al naso; sorso caldo, vellutato, denso, asciutto, speziato.
Brigaldara – Case Vecie 2015 Amarone della Valpolicella Classico DOCG
Amarene e note iodate al naso; vellutato e fresco al palato, è fruttato, lungo, denso, morbido.
Guerrieri Rizzardi – Calcarole 2013 Amarone della Valpolicella Classico DOCG
Molto tipico il ventaglio olfattivo con amarene, visciole, fichi secchi e note balsamiche; sorso asciutto, tannico, equilibrato, fresco, speziato, scorrevole lungo ed elegante
Masi – Costanera Riserva 2016 Amarone della Valpolicella Classico DOCG
Frutta rossa, erbe amare, note balsamiche e sentori di china al naso; il sorso è fruttato, fresco, il tannino deve affinare ancora un po’, ma è speziato, lungo ed appagante.
Musella – Amarone della Valpolicella DOCG Riserva 2015
Complesso ed ampio al naso con profumi di ciliegia, cioccolato e note iodate; i sapori vanno dalla frutta secca ai fichi appassiti, il tannino è appena un po’ polveroso; sorso speziato, fresco, iodato, scorrevole e lungo.
Speri – Sant’Urbano 2016 Amarone della Valpolicella Classico DOCG
Tabacco, frutta rossa e note iodate al naso; il sorso è fresco, tannico, speziato; ha una grande struttura.
Tenuta Sant’Antonio – Selezione Antonio Castagnedi 2017 Amarone della Valpolicella DOCG
Un po’ chiuso al naso, comunque si apprezza un po’ di frutta rossa e note erbacee; in bocca sembra rientrato il recioto scappato: molto dolce, ma fresco e nervoso.
Tedeschi – Maternigo Riserva 2016 Amarone della Valpolicella DOCG
Profumi di ciliegia, foglia di lauro, noci e note iodate ed affumicate; il sorso è saporito, minerale, fresco, vellutato: grande vino!
Tommasi – De Buris Riserva 2010 Amarone della Valpolicella Classico DOCG
Profumi di confettura di ciliegia, rabarbaro, carrube e lauro; sorso vellutato, pieno, asciutto, abbastanza fresco e scorrevole.
Torre d’Orti – Amarone della Valpolicella DOCG 2018
Frutta in confettura e foglia di lauro preannunciano una beva scorrevole, fresca ed asciutta; tannino ancora giovane
Venturini – Amarone della Valpolicella Classico DOCG 2016
Profumi di confettura corroborati da note balsamiche, vegetale appassito e tabacco; il sorso è tannico, fresco, asciutto e speziato.
Zenato – Sergio Zenato Riserva 2015 Amarone della Valpolicella DOCG
Prugne e visciole sciroppate, note iodate e balsamiche al naso; il tannino è ancora vivido, ma il sorso è rotondo, ampio di sapori e con buona acidità.
Allegrini – Recioto della Valpolicella Classico DOCG 2016
Fichi secchi, rabarbaro e note iodate caratterizzano l’intensa olfattiva; il sorso è dolce, ha un tannino vellutato, ha sapori di noci, ha una buona freschezza ed offre una leggera speziatura nella lunga chiusura.
Speri – La Roggia Recioto della Valpolicella Classico DOCG 2018
Molto fruttato al naso, con note di frutta sciroppata, note balsamiche e mentolate; il sorso è molto fresco e scorrevole, non certo stucchevole, ma poco adatto all’abbinamento con dolci; molto meglio con formaggi stagionati.
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