di Marina Betto
Annata non facile la 2023 per i problemi sorti con la peronospora ma il dato positivo è il confronto con altre zone vitivinicole perché pioggia e umidità in Alto Adige la sanno gestire. La qualità la si vedrà più avanti per il momento Martin Foradori, uno dei più noti produttori altoatesini, da alle uve arrivate in cantina un punteggio di 6/7 e a quelle coltivate in altitudine anche 8. Altre notizie sempre da Martin Foradori sono l’apertura del mercato estero e l’avanzamento sul nuovo disciplinare di cui i primi segnali si colgono oggi in tavola. Il processo di zonazione significa andare nel dettaglio e molte cantine si stanno indirizzando alla menzione della vigna contribuendo ad individuare dei vini iconici dell’Alto Adige, creazioni di giovani enologi che si portano dietro una storia da raccontare ma che stanno nello stesso tempo tracciando un nuovo percorso. I vini altoatesini sono un distillato del paesaggio e possiamo quindi iniziare questo viaggio tra i vini iconici della regione dalla Val Venosta con l’azienda Unterortl Castel Juval e il suo Riesling Windbichl 2021 figlio di una vigna scoscesa dove spirano i venti. Siamo in presenza proprio di una vera essenza di Riesling priva di sentori di petrolio ma ricca di accenti floreali come mughetto e bergamotto che permettono di abbinarlo a piatti della cucina asiatica o semplicemente di berlo da solo come aperitivo. A sud di Merano si trova Nals Margreid dove viene coltivata in prevalenza uva rossa come la Schiava e solo verso sud nei dintorni di Terlano che troviamo un’espressione bianchista. Il Pinot Bianco Sirmian 2021 di Nals Margreid nasce su terreno di origine glaciale sopra Nalles a Sirmiano ad una altitudine di 500/700m. L’uva viene raccolta a mano e subisce una macerazione prefermentativa e poi il vino vinificato in botte matura 8 mesi sui propri lieviti, per un risultato che fa rilasciare a questo Pinot Bianco note minerali spiccate e sentori di pera e pompelmo mescolati ad un’espressione fumé. Un vino che può accompagnare sapori forti e decisi come la pasta con le sarde o la zuppa di pesce.
Abbiamo nominato la Schiava, altro grande partner a tavola del pesce, sebbene sia un po’ sparita dai radar era prima il vitigno principe altoatesino coltivato per l’80% oggi sceso sotto il 10%. Il dato confortante è che la sua coltivazione è sopravvissuta solo nelle zone migliori vicino il lago di Caldaro.
Il Kalterersee Classico Superiore Quintessenz 2022 di Cantina Kaltern è l’iconico vino rosso di montagna figlio di vigne che hanno 60 anni. La sua speciale freschezza lo rende un rosso molto versatile ottimo con le specialità tirolesi come lo speck ma anche buono con i formaggi e come abbiamo sottolineato prima anche con i crudi di pesce o il carpaccio di manzo.
Proseguendo sull’elegante struttura dei rossi di montagna arriviamo al Pinot Nero che in Alto Adige è legato alla zona di Mazon in Val d’Adige, l’angolo di territorio più vocato in Italia per questo vitigno. L’Alto Adige Doc Pinot Nero Vigna Roccolo 2017 di J. Hofstatter è figlio di una vigna piantata nel 1942 quando il Pinot Nero era usato come vino da taglio, è stato Martin Foradori a vinificarlo separatamente nel 2014 intravedendo un grande potenziale espressivo.
Risalendo verso nord nella conca ad est di Bolzano, immersi in un altro tempo con i monaci benedettini dell’azienda Muri Gries troviamo il Lagrein Riserva Abtei Muri 2020. La zona di produzione a Gries è ricca di materiale argilloso proveniente dal fiume Talvera e incontra in profondità una base di porfido quarzifero. Vinificato in acciaio e affinato in piccole botti di legno per 14/16 mesi questo particolare Lagrein che conosciamo dagli anni “90 è un vino scuro, molto concentrato e sfaccettato, estrattivo, con un tannino molto presente e note di fiori blu ed elementi speziati che richiamano i piatti di carne.
Altra marcia è quella del Lagrein Lamarein 2021 Erbhof Unterganzner un vino più morbido e profumato, fresco e succoso che non mette in evidenza quelle note erbacee e scontrose caratteristiche del Lagrein. Le uve vengono poste ad appassire sotto tetto fino a Natale quindi vinificate in acciaio e cemento con affinamento in barriques e tonneaux nuove per almeno 16 mesi per un risultato incredibilmente elegante. Un Lagrein da selvaggina e cioccolato fondente nero.
Chiudiamo questa sequenza iconica altoatesina con Elena Walch Alto Adige Doc Gewurztraminer Vigna Kastelaz 2015 proveniente da Termeno, terreno estremamente vocato alla coltivazione di quest’uva. L’affinamento di Vigna Kastelaz dura 7 anni in una miniera in disuso in totale oscurità. La mancanza di luce, la temperatura della cava costante di 11° C e un’umidità del 95% unita alla pressione dell’aria estremamente bassa influenzano il processo di maturazione del vino che è molto longevo. Vigna Kastelaz è da abbinare al dessert ma anche al formaggio erborinato così come ai gamberi e l’aragosta.
www.vinialtoadige.com
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