Dopo la Dieta Mediterranea curato dai professori Marino Niola ed Elisabetta Moro, è nato il museo virtuale di un altro patrimonio mondiale Unesco: l’Alberello di Pantelleria, un metodo di coltivazione della vite faticoso e ancestrale ma fortemente identitario e attuale perché è il più efficace a proteggere la vite dal caldo e dalla siccità.
Martedì in anteprima a Napoli presso la Biblioteca Pagliara dell’Università Suor Orsola Benincasa si è tenuta la presentazione, coordinata dalla professoressa Moro del «Museo virtuale della pratica agricola della vite ad alberello patrimonio immateriale Unesco»: contenitore di esperienze e testimonianze dell’identità, dei saperi e dei valori dell’isola.
Il sito www.pantelleriaunesco.eu è un contenitore online, inestinguibile ed accessibile a tutti in qualsiasi parte del mondo, che ospital’immenso patrimonio dell’antica pratica agricola di Pantelleria, che fa della vite ad alberello non solo simbolo dell’isola ma esempio di eroico lavoro dell’uomo che sposa la forza della natura nella sua più rigogliosa espressione.
La creazione del Museo Virtuale della vite ad alberello di Pantelleria, prevista nel progetto per la salvaguardia de “La pratica agricola tradizionale della coltivazione della “vite ad alberello” della comunità di Pantelleria”, è stata realizzata con il contributo del ministero delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare ed è frutto di un lavoro congiunto tra Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, MedEat Research diretto dal professore Marino Niola, e Svimez. L’obiettivo è quello di identificare e documentare gli elementi caratteristici della pratica iscritta nella lista dei beni culturali immateriali Unesco e, in particolare, della comunità portatrice e detentrice.
«Il museo virtuale, realizzato in lingua italiana e inglese, deve divenire uno strumento per far conoscere in tutto il mondo Pantelleria e la sua pratica patrimoniale, consentendo al visitatore di scoprirla ben prima e, una volta arrivato sull’isola, di poter incontrare direttamente la comunità con una maggiore consapevolezza», commenta il presidente del Parco, Salvatore Gabriele. «Per la comunità pantesca sarà, invece, un amplificatore del valore dei prodotti agricoli tradizionali; per poterne aumentare anche il reale valore economico, adeguato alle storiche tecniche manuali, alle accortezze, al tempo impiegato dagli agricoltori per ottenere un vino come il Passito di Pantelleria».
Il museo virtuale è un contenitore di testimonianze e voci legate alla terra che include, anche, i sentieri tracciati dal Parco Nazionale, facendo un unicum tra l’esperienza umana e il territorio. Poiché i patrimoni culturali immateriali sono patrimoni viventi, impossibili da circoscrivere nello spazio e nel tempo, la creazione di un luogo virtuale dedicato consente una costante implementazione in grado di far comprendere la dimensione culturale della vite ad alberello, la cui iscrizione alla Lista Unesco ha dato il meritato valore ad un elemento distintivo dell’Isola, da salvaguardare, tramandare e studiare in virtù delle caratteristiche per le quali è entrato a pieno diritto nella categoria della viticoltura eroica, in cui il paziente lavoro umano sposa le continue sfide estreme delle condizioni ambientali.
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