Villa Dora a Terzigno è uno dei luoghi dove torno periodicamente per riassaggiare nuove e vecchie annate dei vini che sanno sempre coinvolgermi con entusiasmo. Entrando nella tenuta ai piedi della Valle dell’Inferno sul Monte Somma, dominante lo spazio e l’orizzonte, ho il piacere di osservare i colori e gli umori di questo sito con la pioggia che non ne scalfisce minimamente la bellezza. Per conoscere ed apprezzare i luoghi in maniera profonda, bisogna tornarci nei vari periodi dell’anno, con le diverse condizioni metereologiche, attraversando tutti i momenti di luce o non luce della giornata.
Anche avvolta dalla coltre cinerea delle nuvole, in piena stagione invernale, la tenuta sa affascinare ponendo l’attenzione soprattutto sugli ulivi ed i maestosi pini ad ombrello – le viti sono spoglie e sembrano godersi il periodo di riposo. Salta all’occhio il suolo grigio di lapilli che appare asciutto nonostante l’intensa pioggia. Ci ricorda che è proprio lui l’elemento che rende così speciali i vini e l’olio e tanto profumate le numerosissime essenze mediterranee che spuntano dal fitto manto erboso e dalle rocce laviche. In sala degustazione assaggio le olive dell’azienda, hanno quattro anni, si mantengono turgide e gustose e Vincenzo Ambrosio racconta che, essendo questo un fatto straordinario dovuto certamente al suolo vulcanico, la Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli sta studiando i suoi olivi per capire tale fenomeno. Alla natura del terreno del Vesuvio si deve anche l’intensità del sapore dei pomodorini tipici di quest’area che riescono a essere conservati su piennolo dal tempo della racconta (luglio) fino a febbraio – marzo. Questa grande energia conferita dal suolo a tutto ciò che vi si coltiva in effetti non è conosciuta ancora a fondo e non si percepisce come risorsa sulla quale investire. Avete mai assaggiato un’albicocca vesuviana appena raccolta? Vi assicuro che il suo sapore vi manda fuori di testa e rimarrà a lungo impresso nella memoria. Eppure rischia di scomparire in quanto non valorizzata opportunamente sul mercato. Il bianco Vigna del Vulcano è ben noto per essere un vino molto interessante e vino dell’emozione nei tempi lunghi grazie alla caparbietà di Vincenzo Ambrosio nel sostenere da subito questi principi.
L’azienda infatti dispone di tutte le annate sia dei bianchi che dei rossi e quando si viene qui in degustazione, le ultime annate vengono sempre proposte insieme a quelle con più anni alle spalle. Quindi scivolano nei bicchieri Vigna del Vulcano 2002 e 2013, nella certezza che il gioco avrà l’effetto desiderato e saprà raccontare il lavoro investito nel principio di dare vita a vini che pongono l’accento sul territorio e sulla qualità.
Mantiene un piglio sicuro il millesimo 2002, oro luminoso e vivace sia nei profumi che al palato. Sulle prime è fermo tra toni tendenti al dolce, come crema pasticcera e pesca gialla. Lentamente dichiara la sua anima minerale, la zagara e buccia di bergamotto. E’ un gran bel bere, pieno e scorrevole, vivace nella freschezza e nelle note saline.
La 2013, oltre alle diversità dovute al tempo, sottolinea anche un leggero cambiamento di stile, più snello, intenso nei profumi agrumati, minerale, piccoli fiori bianchi di campo e erbe mediterranee. Veloce al palato, scorrevole, energico nella freschezza a tratti ruvida, chiusura lunga sui toni salini. Insomma, un bel divertimento che mette i colori dell’arcobaleno tra il grigio della pioggia, anche se immaginati, ma va bene così, qui la natura ci ha già fatto ampiamente dono della sua bellezza.
Villa Dora è in via Zabatta, 252 – Terzigno (Na) Tel. 081.5295016 www.cantinevilladora.it – info@cantinevilladora.it
Questa scheda è di Marina Alaimo
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