Uve: piedirosso
Fermentazione e affinamento: acciaio
Fascia di prezzo: dai 5 ai 10 euro
Nel corso degli anni abbiamo visto Casa Setaro crescere. Crescere come famiglia, con i piccoli Vincenzo e Alessia, di cui Massimo e Mariarosaria sono gli orgogliosissimi genitori. Crescere come azienda sotto lo slancio di volontà e dedizione di cui Massimo Setaro è fortemente capace. Ha sempre avuto le idee molto chiare riguardo ai propri vini, al territorio e alle bottiglie. Qualche anno fa, durante la mia prima visita in cantina, ricordo cosa Massimo disse provando uno dei suoi vini: “ lascia stare, non mi piace ancora, non è come dico io”. Lì capisci che il Vesuvio non è fatto di eno-commercianti che provano solo a rifilarti un prodotto, come purtroppo è stato diffusamente in passato, ma di gente che fa il vino, che ha degli standard e delle aspettative riguardo al lavoro su cui investe. Aspettative che non sono solo economiche ma soprattutto qualitative. Allora, solo allora, sai che in certe degustazioni guadagnerai qualcosa in termini umani e di conoscenza. Cambiano le cose all’ombra del nostro vulcano e noi non possiamo che aprire gli occhi su questi piccoli grandi produttori che sono sempre più numerosi e degni di orgoglio.
Qui a Trecase, sono 5 gli ettari di proprietà. Appartengono alla tradizione vitivinicola familiare da ormai quattro generazioni. Due le vigne in cui si collocano: Bosco del Monaco e Tirone della Guardia. Sovescio e solo quando serve rame e zolfo, sono le cure. Massimo Setaro la definisce “viticoltura sana” che è poi parte di quel progetto più grande, di riqualifica e rilancio del territorio in cui crede fermamente. Le viti hanno un’età media di 20 anni e sono tutte a piede franco.
Le bottiglie più rappresentative sono i grandi classici del Vesuvio: Lacryma Christi del Vesuvio Bianco, Rosato e Rosso. Un paio di chicche le troviamo incontrando il Caprettone, spumante metodo classico da uve caprettone e il DonVincenzo , una meravigliosa bottiglia di aglianico e piedirosso che subisce un leggero passaggio in legno di circa 6 mesi. “Rispetta e ama la terra lei saprà ricompensarti”, le parole riportate in retroetichetta per questa bella bottiglia dedicata al padre, Don Vincenzo appunto, e ai suoi insegnamenti. Parlando ancora fuori dagli schemi la Falanghina Minos ha frutta e nerbo acido da divertirsi.
Con questo clima di primavera e già il profumo delle carni e degli affettati di Pasqua scelgo un bel rosso che ha la sua struttura e al tempo stesso svelto come il Lacryma Christi del Vesuvio Rosso doc 2010. Colore rosso rubino vivace con quella moderata trasparenza che lo caratterizza per quest’annata che vede solo piedirosso 100%. L’olfatto è verticale e complesso con lievi note ematiche, pepe rosa e frutti rossi succosi. Fiori come le violette e una spruzzata leggera di scorza di arancia amara prolungano il naso , fino alla chiusura con un tenue tono erbaceo ed un soffio minerale che parla della terra del Vesuvio. Il palato ha un tannino presente ma non aggressivo e giustamente levigato dall’annetto in bottiglia che, secondo me, al piedirosso fa solo bene per naso e bocca. Freschezza, assieme alla sapidità ed al ritorno minerale compiono un gran bel lavoro di agilità e prontezza. Armonico, gustoso e abbastanza lungo parla di territorio. Cosa chiedere di più a un bel bicchiere del Vesuvio se non un altro sorso?
Questa Scheda è di Sara Marte
Casa Setaro è in Via Bosco del Monaco, Trecase in provincia di Napoli. Telefono: 081 862 89 56 oppure 339 7093655. Ettari vitati: 5. Bottiglie prodotte: 25.000.
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