CASA SETARO
Uve: caprettone
Fascia di prezzo: dai 5 ai 10 euro
Fermentazione e affinamento: acciaio
Sono incredibili le soddisfazioni che i bianchi campani sono capaci di regalare nel corso degli anni. Forse perché non programmate, inaspettate, impreviste. Come questo bianco vesuviano, nato, venduto e comprato per vivere un anno e che invece, dimenticato in cantina, rispunta in modo autorevole dopo due anni dall’assaggio, quasi tre dalla vendemmia.
Freschezza in perfetto equilibrio, assolutamente vivace e vibrante, toni di frutta ben evoluta, ma soprattutto sapidità e chiusura amarognola che ripulisce il palato alla perfezione. Sono queste bottiglie ormai fuori mercato che rivelano le potenzialità dei vini bianchi vesuviani: immaginatelo venduto in una magnum a due anni dalla vendemmia.
Del resto gli esempi, anche sul Vesuvio, iniziano a non mancare e sono molto confortanti. Vini capaci di resistere e durare dieci anni senza alcun problema.
E allora, che aspettate? Fate incetta di 2011, grande annata d bianchi in Campania e…aspettate.
Scheda del 12 maggio 2010 di Sara Marte. Quando incontri Massimo Setaro, ti accorgi subito di una sana mentalità che rivela forte conoscenza del territorio e non tace il legame innato che lo trattiene ad esso. Lo slancio imprenditoriale che lo anima non permette congedo dalla convinzione che il lavoro comincia in vigna con cura e dedizione: ” Il vino buono “ dice Massimo”può avere giusta origine solo dall’uva buona”.
Questa grande passione la metti poi a Trecase, proprio lì, nel parco Nazionale del Vesuvio e allora non puoi, anche solo sfiorare l’idea che una viticultura sana debba rappresentare riqualifica del territorio, il nostro, troppo a lungo vessato. Hanno cominciato, Massimo e sua moglie Mariarosaria, coadiuvati dall’enologo Antonio Pesce, nel 2005 producendo solo Lacryma Christi. Nel 2006 esce il Don Vincenzo (in onore del suo papà) e a seguire tutta al gamma. Di 5 ettari, la cantina si divide tra la Vigna del Tirone e Bosco del Monaco ormai di proprietà da quattro generazioni. Massimo Setaro mi ha regalato una lunga degustazione, interrotta solo dall’arrivo del piccolo Vincenzo (il figlio), che ha strappato a tutti un gran sorriso, e la splendida Mariorosaria, in uno scorcio familiare tenero e coinvolgente che è tutt’uno con l’azienda. Ci rituffiamo nel vino e riesco infine ad individuare un’omogeneità tra le bottiglie che vantano inoltre un rapporto qualità-prezzo molto interessante. Ho scelto, almeno per oggi, di rimanere su un grande classico del Vesuvio: Il Lacryma Christi bianco.
La mia bottiglia è una 2009. Svolge permanenza sur lies per tre mesi. Di colore giallo paglierino ha bei riflessi del sole, vivace e luminoso e si muove consistente nel bicchiere. Il naso è ampio e piacevole. In ordine di apparizione percepisco i fiori di tipica ginestra e il tiglio, con la classica macchia mediterranea. Una nota agrumata si coglie piacevole e fresca. La frutta a pasta gialla si fonde bene nel bicchiere. La vena minerale si propone al naso e al gusto inserendosi presenta ma giustamente equilibrata.
Al palato è caldo e ricco con una sapidità intensa che ne sostiene la struttura. Mantiene una certa freschezza che lascia la bocca pulita per un finale abbastanza lungo. Direi che è proprio una bella bottiglia di buona espressione territoriale.
Sede in via Bosco del Monaco, 34 a Trecase in provincia di Napoli. Telefono e Fax: 081 8628956. Sito : www.casasetaro.it email: info@casasetaro.it . Enologo: Antonio Pesce. Ettari: 5. Bottiglie prodotte: 26.000. Uve: caprettone, falanghina, greco, fiano, piedirosso, aglianico.
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