Uva: falanghina, coda di volpe
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Ci sono territorio che non lasciano mediazione. Il Vesuvio è sicuramente tra questi: a cosa serve fare un Lacryma Christi come se fosse un Fiano di Avellino se siamo sul vulcano? E che senso ha non fare agricoltura biologica in questo territorio unico al mondo?
Ecco perché guardiamo con molto interesse alla scelta di Cantine Olivella di affidarsi a Sebastiano Fortunato, giovane enologo da sempre molto attento alle compatibilità ambientali e alle caratteristiche dell’areale in cui si trova ad operare. Lui non vende macchinari enologici, non ha al seguito grafici del clan delle etichette o presunti critici pret à manger pronti a recitare il copione delle meraviglie per gonzi.
No. Lui fa l’enologo. In purezza.
Pensavamo a questo stappando questa buona bottiglia di Lacryma Christi sui piatti di Maria Rina del Ghiottone di Policastro. Basta aspettare e le cose si aggiustano da sole se si lasciano le idee a maturare come i buoni vini. Cantine Olivella aveva bisogno di un salto di qualità e lo ha fatto felicemente.
E indubbiamente davvero ci sono le premesse per berne delle belle perché si parte da una materia prima eccezionale, di antica sapienza contadina, cultura del territorio e saggezza progettuale.
SANT’ANASTASIA
via Zazzera n.14
tel./fax 081-5311388
www.cantineolivella.com
Bottiglie prodotte 25.000. Enologo: Sebastiano Fortunato
Vitigni coltivati: catalanesca, caprettone, aglianico, piedirosso
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