di Monica Piscitelli
E’ giovedì Santo e, ci potete giurare: stasera a Napoli nelle case si mangia “a Zuppa e’ cozzeche”, la Zuppa di cozze, con tanto di forte e “fresella” (pane biscottato e reidratato) spugnata con l’acqua delle cozze e il pomodoro. Il piatto è servito tutto l’anno nei ristoranti del centro storico, alcuni famosi per fare proprio questo piatto, nella zona tra Porta Capuana e Porta Nolana, a ridosso della Stazione Centrale.
Merito di due dei mercati più folcloristici della città, quello “ncopp e’ mura”, sulle mura, e quello del Borgo Sant’Antonio Abate, il pesce del Golfo e i prodotti di mare sono sempre protagonisti nei locali della zona. Non mancano certo i posti che, anche in altre zone, propongono questa Zuppa, eppure ha qualcosa di magico sedere in mezzo alla strada, con il rumore di sottofondo dei generatori che alimentano la ghirlanda di lampadine che illumina i “privè” che i locali si ricavano sul marciapiedi, su una sedia sghemba davanti a un tavolo alla buona in una di queste notti che preparano alla Pasqua.
Ma oggi tutto questo è al culmine: la sera del giovedì si celebra la “Messa della Cena del Signore” nella quele si ricorda l’Ultima Cena consumata da Gesù prima della sua passione.
Nella Messa officiata stasera si svolge il rito della lavanda dei piedi, ripetendo i gesti di Cristo.
E mentre tutto questo si consuma, nella città italiana degli eccessi, quella che meglio rappresenta la commistione tra sacro e profano, le famiglie, a casa, o al ristorante si godono la loro Zuppa di Pesce. si va di magro, quindi. Di magro anche se il piatto è sostanzioso e condito con abbondante olio piccante.
Al mercato dove ho fatto un salto mi hanno detto che qualcuno alle cozze ben irrorate della “salsulella” (salsetta) cui si aggiunge l’olio al peperoncino, a volte, aggiungono anche le lumache bollite. La sua non è l’unica bancarella, infatti, che propone in questi giorni, e in maniera costante nelle ultime due settimane, sia le cozze che le lumache. Oltre, ovviamente, l’olio piccante che è sempre conservato nelle bottigliette dei classici aperitivi analcolici e chiuse con il tappo a corona rosso. Rosso come il liquido che contengono. Insomma: il colore rende bene l’idea di quanto sia forte.
Ecco tre indirizzi dove mangiare la Zuppa di Cozze:
A Figlia d0′ marenaro (tel. 081440827).
Cosa dire di più? Il nome del locale parla da sè. A questo Ristorante di Via Foria accorrono da tutta la città per la freschezza del pesce e per l’abilità nel prepararlo. Per chi non va per il sottile e anzi si diverte nel mescolarsi a un ambiente misto ma verace davvero, è il posto giusto. E’ la Zuppa di cozze migliore del centro storico, e quindi, della città.
Da Patrizia (tel. 0817646407).
Lasciamo il centro storico in cerca di un ambiente più curato e approdiamo al Borgo Marinari. I “Luciani”, ovvero gli abitanti del Borgo Santa Lucia, per tradizione hanno sempre preparato in questa giornata la zuppa di cozze. Da Patrizia ha quasi solo posto sul molo. Tavole a quadri, servizio sbrigativo: si mangia e si libera il tavolo. Un locale spartano, si, ma è impagabile mangiare quasi con i piedi nell’acqua in queste sere fresche e primaverili. A due passi una trattoria dello stesso genere. Potete scegliere anche quella, la proprietaria, una giovane donna, è simpatica e ospitale.
A Taverna Do’ Re (tel. 081 5522424).
Il locale di Francesco Parrella a ridosso del Teatro Mercadante, rimane fedele alla tradizione più vera e, in questo caso, perfino più popolare.