di Romina Sodano
In un pomeriggio uggioso ho incontrato l’avvocata Eliana Iuorio e la vice sindaco di San Giuseppe Vesuviano, nonché assessora al Turismo e Beni culturali Dolores Leone, al Bar Pasticceria Panico, in San Giuseppe Vesuviano.
Alla cordiale richiesta della mia ordinazione, esclamo:
<<dicono che la migliore Zeppola di San Giuseppe, si mangia a San Giuseppe Vesuviano… assaggiamola!>>
Il mio stupore di fronte al suo profumo inebriante e la dolce morbidezza della pasta choux, ha incuriosito la “mia sempre attiva voglia di ricerca di antichi sapori”. E così da un incontro con Ruggiero Ferraro, uno degli attuali proprietari del bar, ripercorro brevemente la storia della famiglia che ha fondato il Bar Panico dal 1890, una storia ricca di vissuto e di conservazione verso tutto ciò che è tradizione!
Il Bar Panico da che è stato fondato, non sempre è stato ubicato allo stesso posto.
Un tempo si trovava in periferia, gestito da Giuseppe Panico, poi fu trasferito nella piazza principale del paese ( Piazza Garibaldi, 46), con a capo la figlia del signor Panico, Alessandra, detta “Lisandra ‘a cafettera”, che era solita preparare grosse cuccume di caffè corretto all’anice, ai carrettieri che di buon mattino passavano.
In seguito, la gestione, è passata al figlio, Ruggiero Ferraro insieme al valido aiuto della moglie Concetta e dei suoi sette figli. La primogenita “la signorina Anna”, ha capitanato con grande devozione e amore l’azienda familiare, dopo la prematura scomparsa del capo famiglia.
La signorina, con altrettanta devozione, ha supportato il successivo erede del Bar Panico: Gino Ferraro.
Gino, esemplare stacanovista, ha continuato a dare respiro alla sua tradizione familiare anche grazie all’aiuto, alla devozione, al sacrificio, alla diligenza e alla passione di sua moglie Franca, che insieme alla signorina Anna, hanno saputo trasferire gli stessi valori ai successivi eredi.
Oggi, colui che ha dato nuova vita a questo storico bar è Ruggiero Ferraro, quinto erede che, fiancheggiato dalle sorelle Titti, Lilia e Anna, ha dato al bar una connotazione unica, in linea con i tempi ma dal caratteristico sapore antico.
Questo Bar, dallo stile classico ed elegante, con staff qualificato, cortese ed appassionato, vanta di una pasticceria, cioccolateria, caffetteria e gelateria ricercata. L’impiego di materie prime di assoluta qualità e la lavorazione artigianale, ne contraddistinguono l’intera linea di prodotti.
L’impegno e il sacrificio sono continui: sperimentare, migliorare e perfezionare, sono l’obiettivo giornaliero del Bar Panico, così nuove ricette vengono forgiate e vecchie istruzioni tramandate. Molteplici sono i prodotti deliziosi che attentano alla golosità. Tra pastiere di grano, panettoni, babà, tiramisù e “chiacchiere”, la zeppola di San Giuseppe è tradizione supreme, e
a dispetto della ricetta ordinaria (uova, burro, farina, acqua, sale, amarene e zucchero a velo), la zeppola del Bar Panico, conserva “il segreto”, l’ingrediente che la rende esclusiva, eccezionale e bella.
Bar Panico – Pasticceria – Gelateria
Piazza Garibaldi, 62
San Giuseppe Vesuviano (NA)
Tel: 0815295390
Chiusura: Lunedi
Orario: 5:45 – 4:00
La zeppola di San Giuseppe fritta
Di Luciano Pignataro
Ingredienti per 16 persone
- Ingredienti per 16 zeppole fritte
- Per le amarene sciroppate
- 500 g di amarene pulite e denocciolate
- 500 g di zucchero
- !/2 limone Costa d'Amalfi
- Per la crema pasticcera
- 350 g di latte fresco intero
- 150 g di panna liquida
- 180 g di tuorlo d'uovo
- 150 g di zucchero
- 40 g di amido di mais
- 2 g di sale
- 1/2 limone Costa d'Amalfi
- 1/2 baccello di Vaniglia
- Per la pasta bignè
- 250 g di acqua
- 100 g di burro
- 6 g di sale
- 250 g di farina 00
- 400 g di uova intere
- Per friggere
- 70% olio di semi di arachidi
- 30% di strutto
Preparazione
Per le amarene
Preparare con un giorno di anticipo le amarene sciroppate.
In un capiente tegame far macerare la frutta con lo zucchero e il succo di limone, deporre il tutto per 6 ore in frigorifero. Trascorso tale tempo cuocere a fuoco moderato per 8-10 minuti.
Lasciare raffreddare a temperatura ambiente un intera notte.
Per la crema pasticcera
Portare ad ebollizione il latte con la panna e la scorza di limone. Incidere il baccello di vaniglia e ricavarne la polpa di semi. A parte, montare i tuorli con lo zucchero, vaniglia ed incorporare l’amido e il sale. Filtrare il latte caldo versando sui tuorli. Mettere tutto in una casseruola e, mescolare a fuoco basso. Cuocere fino a 82° C. Versare, velocemente, la crema su una teglia di acciaio, lasciare raffreddare e conservare in frigorifero a +4 gradi C.
Per la pasta bignè
Portare ad ebollizione (a fuoco basso ) l’acqua con il burro e il sale, poi togliere dal fuoco, incorporare la farina setacciata e cuocere qualche minuto a fuoco lento rimestando con un cucchiaino di legno. Lasciare intiepidire in un contenitore largo e aggiungere tutte le uova. Lavorare il composto con le fruste, fino a renderlo liscio ed omogeneo. Formare delle ciambelle su un foglio di carta da forno unto ( 15 x 20 cm ) con la sac – à – poche (bocchetta riccia di diametro 12 mm). Friggere in olio bollente a 180° C, rovesciare direttamente il foglio nell’olio, fino a quando la zeppola si staccherà dalla carta, si gonfierà e si dorerà. Scolare e lasciare raffreddare su carta assorbente da cucina.
Farcire ogni zeppola con crema pasticcera, spolverare di zucchero a velo, e servire con le amarene.
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