di Ugo Marchionne
Premessa
Un vecchio mantra della Law School che ho frequentato a Greenwich nei miei primi anni di università a Londra recitava: Trust me, I am a Lawyer! Fidatevi, sono un avvocato. Ebbene da appassionato di diritto sono abbastanza incline alla ricerca. Con questo pezzo continua, sempre da Jorudan Sushi a Via Tasso, il mio hoshizaki di ricerca culturale Sempre accompagnato dalla mia amica Alessia, la mia ricerca del perfetto abbinamento fra sushi & vini rosè. A mio avviso il grande gioco dell’intuito sul quale si basa la maestria dei sushimen ben si coniuga alle velleità delicate e perchè no, estive, dei vini rosati .
Questo secondo episodio della mia ricerca nei vini rosati e nel sushi parla di Francia e di una cucina nipponica più strong e colorata nei sapori. Ragionando per sommi capi, la perfetta controparte di un vino rosato per quel che concerne la cucina giapponese, parla di una linea più sommessa, più fresca, più vegetale. Meno salse, più vivacità, freschezza.
Non si tratta di una banale classificazione nippo-brasiliana, si parla di materia prima, reinterpretata secondo il gusto giovanile, così come è andato mutando il rosato nel corso del tempo. Dalla vinificazione in rosato di madame Barbe Nicole Clicquot Ponsardin, tanto è cambiato, tanto si è raffinato.
L’abbinamento sushi e vini rosati rappresenta un nuovo campo di indagine che mi ha visto impegnato nel ricercare nuove forme di abbinamento. Nuovi colori e sapori che potessero coesistere.
La freschezza estiva della frutta esotica o delle bacche che è entrata di diritto nella cultura contaminata del sol levante, riprende le nouance tenui dei rosé. L’idea descrittiva di Adele Granieri nel suo ultimo lavoro sui rosati, convince su più livelli. Varietà cromatica, immediatezza ma soprattutto versatilità.
Il suo essere adatto a palati meno esigenti rende il vino rosé un complemento ideale ad una cucina che spesso vive di acidità, di croccantezza, di sapidità.
Rosati e cucina giapponese quindi. Contaminata, estiva, vibrante. Il Mio Viaggio mi ha portato stavolta ad una scelta pop. Brad Pitt e Angelina Jolie sono i nomi che stanno dietro allo Château Miraval, tenuta che si trova nel cuore della Provenza. Lievemente aranciato, questo vino ben si abbina ad un Carpaccio delicato, magari di branzino o spigola in salsa ponzu.
Oppure il Syrah. No Sex For Butterfly 2016. Persistenza Bio adatta a bilanciare la compattezza e il sapore dei Rolls. Meno robusti, i rosati francesi riescono però a donare quella sensazione di sottigliezza adatta ai crudi, siano essi Carpacci, Nigiri o Tartare. È una lunga estate e l’accoppiata Sushi & Rosé è la moda del momento.