L’anteprima Chiaretto si conferma appuntamento nodale per l’approfondimento su uno dei rosati di riferimento in Italia: il Chiaretto di Bardolino, il vino rosa della sponda veneta del Garda. Evento che si inserisce in un panorama, quello del bere rosa, in forte e costante crescita e da cui non si può più prescindere. Scrollare ancora la testa indecisi sulla validità del rosato come categoria farebbe precipitare nella trappola dei pregiudizi anacronistici. La scelta è vasta, il potenziale di invecchiamento più volte confermato, la complessità di stili e lavorazioni in abbinamento a tutto – gusti, stagioni e abbinamenti a tavola – è la direzione dei diversi territori in Italia e nel mondo.
E proprio l’Italia – si vedano anche, ad esempio, alcuni articoli pubblicati negli ultimi anni sul Forbes negli USA – si gioca la partita dell’autenticità, finalmente a scapito di un modello unico e impersonale di cui la Provenza ha fatto scuola ma che non può funzionare ovunque e con qualsiasi varietà se l’obiettivo è la personalità piena.
Ed è esattamente questa la strada intrapresa da Consorzio di tutela Chiaretto e Bardolino, i suoi produttori e il territorio nel suo insieme che vanno definendo sempre meglio la propria identità.
Lo si constata tra i banchi d’assaggio per confronti diretti coi produttori, nelle batterie alla cieca evitando condizionamenti di qualunque sorta e per mezzo di master class particolarmente didattiche: una è la verticale a partire dall’annata 2014 di tre aziende a lavoro su territori e progetti diversi. Poggio delle Grazie (a Castelnuovo del Garda, morene rivierasche) e Tenuta La Presa (a Caprino Veronese, entroterra montebaldino) a confronto su 2014-2015-2016 per vini non pensati all’invecchiamento quindi doppiamente apprezzabili e infine le annate 2018 e 2019 del Chiaretto di Bardolino Classico Villa Cordevigo Gaudenzia, la linea dedicata all’invecchiamento di Vigneti Villabella. Poi, le origini e il futuro della denominazione che si mette a confronto, anche con appuntamenti interni tra i produttori, con i territori dei rosé europei più popolari.
Ecco alcuni dei migliori assaggi dopo la due giorni che ci trasmette anche un dato importante per l’intero comparto, a mio avviso: nel segmento Ho.Re.Ca. italiano nel 2022 il Chiaretto di Bardolino è cresciuto del 10%. Un dato positivo che racconta con orgoglio il presidente del Consorzio Franco Cristoforetti, anche a supporto dell’approvazione del nuovo disciplinare che ha portato al 95% la quota della Corvina Veronese.
ZENI 1870 – Chiaretto di Bardolino Classico inAnfora 2021
L’annata corrente dell’ultimo nato, affinato appunto in anfora, che grazie alla micro ossigenazione e al riposo sulle fecce fini si presenta completo e complesso, scattante ma rotondo.
TENUTA LA PRESA – Chiaretto di Bardolino 2021
Il vino è uno ma ho avuto l’occasione di godere di tutte le annate a partire dalla 2014. La 2021 si palesa come quella maggiormente in forma con naso accattivante di piccoli frutti rossi e scoglio, austero e gastronomico al palato
GUERRIERI RIZZARDI – Chiaretto di Bardolino Classico Keya 2022
L’etichetta che non delude mai con naso di fragolina selvatica rinfrescato da un tocco vegetale e una struttura al sorso sostenuta da un sapiente saldo di Sangiovese e Merlot
IL PIGNETTO – Chiaretto di Bardolino Le Morandine 2021
Una selezione che mette in equilibrio concentrazione e la tipica sapidità del Chiaretto che con un anno in più sulle spalle offre buona complessità e sorso deciso
LE FRAGHE – Chiaretto di Bardolino Traccia di Rosa bio 2020
Matilde Poggi riesce sempre a distinguersi: anche il nuovo nato con lavorazione in cemento alla II edizione è delizioso; mela rossa, miele e soffi sulfurei per un assaggio appagante e versatile
GORGO – Chiaretto di Bardolino bio 2022
Più verticale, sottile ma di grande finezza l’espressione di Gorgo con attacco accattivante ma finale asciutto e salino
VIGNETI VILLABELLA – Chiaretto di Bardolino Classico 2021
Dal passo leggero offre sensazioni esotiche pepate con un sorso delicato
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