di Marco Contursi
La trattoria sta scomparendo. Parlo di quella attività dall’ambiente semplice e dalla cucina povera nel senso nobile del termine, proposta a prezzi umani. In un passato recente, in ogni paese o città c’erano locali dove mangiare piatti di territorio con ingredienti di prossimità ad un costo modesto che permetteva anche a pensionati o lavoratori di sedersi ogni giorno. Luoghi in cui non andavi per fare un’esperienza ma per placare la fame di mezzogiorno, mangiando qualcosa di cucinato come a casa. Un pasto che non superava i 5-6 euro a piatto. Locali che avevano la funzione sociale di sfamare chi era fuori per lavoro e non poteva permettersi un ristorante e chi, semmai anziano, non aveva chi gli preparava un pasto caldo. Ne ricordo una, ormai chiusa, in cui a pranzo incontravi tanti vecchietti, vedovi, che lasciavano un fazzoletto annodato col loro nome alla bottiglia del vino, che avrebbero terminato il giorno dopo.
Oggi di locali così ne resistono davvero pochi e i motivi sono vari.
Innanzitutto i costi di gestione di un locale. Queste attività erano possibili perché si svolgevano in locali di proprietà, con semmai una intera famiglia che vi si dedicava, usando materie prime autoprodotte o approvvigionate secondo modalità oggi non consentite (le uova della zia, i salumi del parente ecc..).
E’ ovvio che se devi pagare un fitto, oggi esosissimo, assumere personale e pagare tutte le tasse che arrivano, è impossibile praticare certi prezzi.
Ma resta però l’esigenza di alcuni di pranzare a poco prezzo, e quindi ecco un fiorire di supermercati, bar, panifici e finanche fruttivendoli che fanno da mangiare a prezzi stracciati, sfruttando nel caso dei supermercati merce in scadenza, ma ancora buona, che altrimenti avrebbero buttato.
Io però ne ho scovate due che a me piacciono molto e ve le segnalo.
Premessa, sono posti frugali ed economici. Se mai decideste di andarci, tenete presente questo e contestualizzate eventuali vostre pretese, ad esempio evitate il vino e virate su qualche birra, industriale, che però ci “azzecca” con la proposta di cucina.
E, vi prego, leggete bene quello che scrivo, attenendovi alle mie indicazioni.
Se non vi sta bene, lo capisco, andate altrove.
In caso contrario, in cambio di un po’ di spirito di adattamento, garantisco una bella esperienza al costo di pizza e bibita (forse anche meno, visti gli aumenti in certe pizzerie).
Annarella al Canalone. Nella zona del canalone di Salerno, a due passi dal Conservatorio c’è questa piccola trattoria gestita dalla signora Anna (Annarella per i clienti affezionati), che fa una cucina schietta a prezzi di altri tempi, 10-15 euro max per primo-secondo-contorno e frutta, compresa una bottiglia di acqua.
Poca scelta, tutto fresco e fatto la mattina (praticamente aperta solo a pranzo, a sera su prenotazione). Essendo pochissimi i tavoli, gli avventori si seggono vicini, allo stesso tavolo, pure se non si conoscono, capita quindi di pranzare tête-à-tête con aspiranti musicisti che discutono dell’ultimo esame o un maestro di musica affermato che li ascolta rimembrando del tempo che fu.
Che si mangia? Io ho mangiato, una ottima pasta e fagioli, delle saporite salsicce al forno con patate “arruscate”, delle particolarissime polpette con un sugo piccante al finocchietto, in cui scarpettare a piacere con un pane cotto a legna davvero molto buono. Frutta a chiudere, e conto ridicolo di 12 euro.
Mangi come a casa, Annarella è una finta burbera e sa accogliere col calore autentico di un locale fuori dal tempo.
Mi dicono faccia su prenotazione un eccellente baccalà…..da tenere a mente.
Scacco Matto ad Ogliastro. Da Salerno andiamo a Eredita frazione di Ogliastro Cilento, dallo Scacco Matto. Siamo pochi chilometri dal centro di Agropoli, zona di industrie manifatturiere, circondate dalla ridente campagna cilentana.
Locale meta di epiche mangiate da ragazzo, anche dopo tanti anni si difende bene la cucina, a patto di ordinare come dico io: No antipasto (vi portano una bruschettina o frittelline nell’attesa e va bene così), primo, ravioli al sugo
(li adoro), se non ci sono, fusilli, buoni anche nella versione al tegamino.
Ripeto, ravioli (prima scelta) o fusilli. Stop. Da rifinire col peperoncino in olio della casa. Secondo, o sfrionzolo o salsiccia al sugo (o carne di manzo, o braciole o tracchie sempre al sugo), patate fritte (1 da dividere in due) e Peroni grande di ordinanza, bella fredda.
Prendere questi piatti che sono rodati e molto buoni. Non si arriva a 20 euro. Se dividete il secondo, viste le porzioni, vi fermate a 15 euro. Ambiente semplice, titolari informali ma cortesi, bagni sempre pulitissimi, ampio parcheggio e tanto verde. A due chilometri c’è l’azienda San Felice che produce il cece di cicerale e ottime confetture, da frutta propria. Non me la perderei….
p.s.
Bada Bene. Se sei un po’ della serie Pago-Spendo-Pretendo, evitaaccuratamente quanto appena letto. Sarai più felice tu, ad anche io. Grazie.
Trattoria Da Annarella – via Giuseppe Paisano 12 – Salerno
Ristorante Scacco Matto – Via Molaro, Contrada San Pietro, N.3 – Ogliastro Cilento (Sa)
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