di Michela Guadagno
L’ascensione sul vulcano organizzata dallo Stapa Cepica di Napoli
Una giornata sul Vesuvio, giovedì 16 luglio a 40 e passa gradi, organizzata dallo Stapa Cepica della Regione Campania (per i non addetti ai lavori, l’ex Ispettorato Agrario), insieme al presidente della Strada del Vino Vesuvio Michele Romano e ai tanti produttori, tra cui anche altre aziende “vulcaniche”, Cantine Astroni che dimora sul ciglio del cratere spento degli Astroni con Emanuela Russo, e l’azienda Quartum con Francesca Di Criscio presidente della Strada del Vino dei Campi Flegrei. Tra i produttori presenti Mimmo Sannino, Aniello Iovine, Vincenzo Scola.
Giovanni Pirozzi illustra il percorso nell’ambito de “Le strade del vino della provincia di Napoli”, organizzato dallo Stapa Cepica Napoli, settore provinciale dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania che prevede alcune lezioni sulla istituzione delle strade del vino a livello nazionale e regionale, sull’organizzazione di una strada del vino e dei prodotti tipici, sulle prospettive di generare flussi turistici legati al vino, sul marketing territoriale legato al vino. I partecipanti sono tecnici della Regione Campania, i presidenti delle Strade del vino della provincia di Napoli riconosciute (Campi Flegrei, Ischia, Vesuvio, Penisola Sorrentina sono le strade del vino istituite dalla Regione Campania in provincia di Napoli) ed operatori vitivinicoli.
Il corso ha previsto un breve stage ai principi di giugno lungo la strada del vino dell’Etna per un confronto con un’area molto simile al Vesuvio da un punto di vista geologico-naturalistico e anche per valutare la gestione della strada stessa.
La giornata è torrida e afosa, mentre il transfer messo a disposizione per il servizio navetta per conto dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, Provincia di Napoli e Regione Campania, si inerpica dal versante di Trecase percorrendo la Via Matrone lungo il fitto bosco di pini secolari. Salendo da questo lato, la vista del golfo con Capri ha una magia particolare, la foschia dà una sensazione di irreale.
E poi le ginestre, in piena fioritura e dal profumo distinto e selvatico, la terra lavica prima sabbiosa poi sempre più compatta e nera, siamo a più di mille metri in area protetta, il commento di qualcuno è che tutto ciò è ancora poco conosciuto dal turismo nostrano, mentre si incrociano gli accenti stranieri di altri escursionisti. La guida forestale spiega la storia eruttiva del vulcano più famoso al mondo, alle nostre spalle il Monte Somma, difficile immaginare che questo placido gigante addormentato custode dei Comuni abbarbicati alle sue pendici un giorno possa reagire con violenta devastazione.
Intanto riscendiamo a Trecase per il buffet di prodotti tipici preparati a Villa Cupido, il Lacryma Christi Vesuvinum ha una bella storia da raccontare, nasce dalle uve di tutti i produttori dell’Associazione Strada del Vino vesuviani che hanno conferito alcuni quintali dei loro grappoli in un’unica vinificazione, spiega l’enplogo Antonio Pesce, un esempio di consorzio riuscito.
Lo beviamo in versione bianco e poi rosato, di buona gradazione alcolica come prevede il disciplinare perchè abbia la menzione di Lacryma Christi, se è inferiore ai 12 gradi è doc Vesuvio. Ma le bollicine dei produttori presenti richiedono un’attenzione adatta alla stagione estiva, Astro brut Falanghina di Cantine Astroni, Flavesco Piedirosso rosè extra dry di Michele Romano e Quartum Asprinio brut, da bere ben freddi sui piatti serviti.
Il programma è proseguito poi con la visita alle aziende Villa Dora, Terre di Sylva Mala e I Nobili del Vesuvio, aderenti alla strada del vino nei comuni di Trecase, Boscotrecase e Terzigno.
Aggiungo solo di aver subìto, come sempre quando salgo qui, la forte sensazione psicologica e fisica di essere al centro di qualcosa, non so cosa. Dove si pianta la punta del compasso. Per quale motivo misterioso ho questa rassicurazione benefica e per certi versi inquietante? Non so rispondere. Nessun luogo, neppure quelli della mia infanzia, hanno questo potere orientativo sì marcato. Ma è come se da qui partisse, a onde concentriche, la vita. E la morte. Ma pure pensi sempre, quanto è ricco vivere in Campania (l.p.)
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