La Sibilla a Bacoli
Via Ottaviano Augusto, 19.
Tel 081 8688778
www.sibillavini.it
Ettari vitati: 9 di proprietà e 3 in fitto
Enologo: Vincenzo Di Meo dal 2010
Agronomi: nessuno
Allevamento e densità di impianto: spalliera puteolana bassa (Cruna De Lago) Guyot semplice (Domus) e spalliera puteolano alta (Vigne Vecchie)
Composizione chimico-fisica del terreno: sabbioso, limoso ricco di potassio con ph alto
Concime: sovescio
Antiparassitari: lotta integrata e sistemico
Produzione kg/pianta: kg 1,5 ca (falanghina), 0,8 Kg piedirosso
Esposizione vigne: Sud Ovest (Cruna Delao, Domus, Vigna Vecchia) Nord Est (Un ettaro)
Epoca di impianto delle vigne: gli impianti più vecchi a spalliera risalgono al 1996, gli ultii nel 2010.
Altezza media: dai 23 agli 80 metri
Lavorazione del terreno: solo trinciatura
Conduzione: convenzionale con lotta interale
Lieviti: selezionati
Mercati di riferimento: Italia 50%, (proposta vini), Estero (50%). Germania, Svizzera, Olanda, Canada, Usa,
Bottiglie totali prodotte: 65-70.000
Percentuale di uve acquistate: 25%
Uve coltivate: piedirosso, falanghina, varietà autoctone locali (pisciarella,olivella, marsiliese)
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LA STORIA
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La famiglia di Meo ha sempre coltivato uva nei Campi Flegrei. Una storia antica che ha le sue radici tra le vigne e le rovine romane che sono sopravvissute all’assalto del cemento che solo da poco si è placato. Un territorio fantastico e ricco di storia, basti pensare che nella vicina Miseno era ancorata la flotta romana del Tirreno e che il porto di Pozzuoli era uno dei più importanti per capire la collocazione geografica di questo territorio che deve il suo nome ai continui cambiamenti dovuti al bradisismo e alle eruzioni vulcaniche. La produzione parte oltre cento anni fa quando il nonno di Luigi, soprannominato ‘O Spigone perché coltivava grano a Maremorto, decide di trasferirsi e fare vino. Il figlio Vincenzo, oggi arzillo ottantaseienne, ne raccoglie il testimone. La svolta arriva con le decisione di Lugi e della moglie Restituta di iniziare a imbottigliare Piedirosso e Falanghina all’inizio del nuovo millennio insieme a Maurizio De Simone. Quindici anni di crescita, con il passaggio nel 2004 a Roberto Cipresso e dal 2009 a Vincenzo, giovane enologo laureato a Pisa che adesso con il fratello Salvatore lavora in azienda insieme a tutta la famiglia. L’attività è cresciuta, c’è una cucina e una sala degustazione che consente di fare enoturismo e soprattutto si è risolto un contezioso legale che consente ai Di Meo di curare le vigne a ridosso dei resti di una antica villa Romana conosciuta come Villa di Cesare. Vincenzo inizia a fare microvinificazioni con uve sconosciute o poco conosciute per verificarne le potenzialità. Si coltivano orto e si allevano animali da cortile.
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LE VIGNE
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Le vigne, coltivate su suolo sabbioso e argilloso, sono un vero e proprio museo vegetale con due corpi principali. Il primo a ridosso della cantina, il secondo vicino la villa rmana nell’Oasi naturalistica del Wwf dove, oltre alle vigne, crescono erbe spontanee tipiche della macchia mediterranea, dalla rucola al finocchietto, alla menta che riempono l’aria di bei profumi. Le viti sono allevate a spalliera e in parte ancora con il sistema della spalliera puteolana alta e bassa.
La conduzione non è biologica ma si procede con la lotta integrata e non si usano concimi chimici, ma letame naturale e sovescio.
Il terzo grande corpo è il Vigneto Vecchio dove si allevano viti di quasi cento anni piantata dal bisnonno Lugi e dal nonno Vincenzo. La resa ovviamente è molto bassa.
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I VINI
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La prima cantina dove sono conservate le vecchie annate e dentro un antica vasca pluviale romana. La nuova con la lavorazione in acciaio vicino l’abitazione e la saletta per la degustazione.
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Falanghina dei Campi Flegrei doc
Uva: falanghina
Fermentazione e maturazione: acciaio
Prezzo: 5,30 franco cantina iva esclusa
Bottiglie prodotte: 35.000
Il grosso della produzione è rappresentato da questo bianco base lavorato solo in acciaio. Belle note floreali di partenza, a seguire frutta bianca. In bocca è molto fresca, lunga, sapida e senza note dolci. Si esprime al meglio un anno dopo la vendemmia. Una vinificazione essenziale, semplice, che ben si abbina alla cucina di mare.
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Falanghina CRUna DeLago Campi Flegrei doc
Uva: falanghina
Fermentazione e maturazione: acciaio
Prezzo: 12 euro franco cantina iva esclusa
Bottiglie prodotte: 3.500/4000
La selezione della Falanghina ha in primo luogo una bella longevità come abbiamo potuto verificare nelle verticale CruNaDelago tenuta in azienda che ci ha portato sino al 2004 senza alcun probema e con tanto piacere. E’ ricavata dalle uve coltivate a ridosso della cantina da piante a piede franco.
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Domus Giulii Campania igt
Uva: falanghina
Prezzo: 20 euro franco cantina iva esclusa
Bottiglie prodotte: 600
Una piccola produzione ottenute da uve macerate, la beva è sostenuta soprattutto dalla buona freschezzza.
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Piedirosso Campi Flegrei doc
Uva: piedirosso
Prezzo: 7,5 franco cantina iva esclusa
Bottiglie prodotte: 15.000
Fermentazione e maturazione: acciaio
La nouvelle vague del piedirosso flegreo. Rosso antico per le radici, il vitigno, lo stile di buona e immediata beva. Moderno per la finezza, il suo non essere carico, fresco, salato, senza doclezze. Un vino, insomma, che si beve bene e che si accompagna bene con il cibo. Spiccano al naso frutta rossa e geranio, al palato è sapido, con rimandi fruttati. Si può bre subito e si mantiene giovane e bevibile anche sino a tre, quattro anni dalla vendemmia.
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Vigna Madre Piedirosso Campi Flegrei doc
Uva: piedirosso
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Prezzo: 12 euro franco cantina
Bottiglie prodotte: 600
Ottenuto dalla Vigna Vecchia dove le rese da pianta e piede franco non superano mai i 35, 40 quintali per ettaro. Vincenzo effettua sperimentazioni per cercare di capire se questa uva ha altre potenzialità da esprimere senza inseguire modelli caricaturali di rossi concentrati o troppo legnosi.
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Marsiliano Campania igt
Uva: 70% marsigliese, 20% olivella, 10% piedirosso
Fermentazione e maturazione: legno
Fascia di prezzo: 15 euro
Bottiglie prodotte: 2.500
Un rosso ottenuto con uve autoctone con un progetto partito insieme a Roberto Cipresso. Un rosso di buona bevibilità, ma resta ancora inesplorato il suo potenziale nel tempo. Bene abbinato ai cibi della tradizione.
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CONCLUSIONI
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La Sibilla è una di quelle aziende che offrono la chiave giusta per bere la Falanghina e il Piedirosso dei Campi Flegrei. Si tratta di vini che hanno un preciso profilo identitario, giocato sulla sapidità, la freschezza, la semplicità. Una semplicità che però è ben lontana dalla banalità del passato. L’azienda che vede tutta la famiglia Di Meo è un modello di sopravvivenza rurale impegnato a difendersi da un cemento brutto e incolto. Nonostante tutto il fascino dei vigneti, dei laghi, dei crateri, dell’intreccio continuo fra terra e mare è qualcosa che pochi territori riescono ad offrire in maniera così intimamente naturale e antropica al tempo stesso. Il valore di quetsa produzione è dunque nella sua essenzialità e ogni velleità di uscirne non potrebbe che snaturale una missionen che pone al centro la capacità di restare fermi quando tutti intorno si muovono.
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