Note a margine della degustazione al Vesuvio
Dopo averne tracannato grandi quantità per decenni senza porsi domande, la Campania comincia a meditare seriamente sulla Falanghina. E pensa alla sua tutela di fronte alla nuova realtà della sua diffusione in altre regioni. Il vitigno a bacca bianca più diffuso in Campania, ha varcato infatti già i confini regionali ed è vinificato in Molise, Puglia e anche nel Vulture. A riprova che un vitigno che funziona cammina sulle sue gambe e se ne va a farsi apprezzare dagli addetti al settore anche in vigna. Ha dalla sua una buona adattabilità e produttività, oltre a caratteristiche organolettiche che vanno incontro alla richiesta di vini tipici, freschi e adatti all’abbinamento anche a tutto pasto. In tal senso anche la richiesta dei ristoratori con i quali il mondo del vino ha creato e sta creando una saldatura qualificata. Nuovi scenari di concorrenza si delineano all’orizzonte e, a questo punto della storia, la regione, giustamente si preoccupa dei casi di imitazione, della confusione sensoriale presso gli enoappassionati e tira fuori i muscoli per ricordare a tutti che la Falanghina è, innanzitutto, campana. Ai muscoli, poi, collega il cervello e sceglie di far sistema. E magari anche turismo sostenibile. La risposta alla domanda “Quale Falanghina campana per il futuro?”, è la settima edizione di Falanghina Felix che ha inaugurato ieri nelle sale dell’Hotel Vesuvio di Napoli nel corso di una serata che ha registrato una sorprendente affluenza di pubblico in questo novembre caldissimo dal punto di vista degli appuntamenti legati a vino e cibo. Tra Vitigno e Terroir di Salerno sabato scorso, una Falanghina Felix itinerante, un’Anteprima Vitigno Italia il prossimo 24 novembre e un “tre volte rosso” Piedirosso Festival a Battipaglia. Senza contare gli eventi delle delegazioni delle associazioni di settore, e quelle dei ristoratori ed enotecari della regione, impegnati con novello e grandi protagonisti dell’enogastronomia nazionale. Il tavolo istituzionale coordinato da Luciano Pignataro, con i rappresentanti della CIIAA e Provincia di Benevento, dell’Assessorato alle Attività Produttive della Regione e del Comune di Sant’Agata dei Goti, storico scenario della rassegna, oltre a celebrare i successi della Falanghina, ha molto chiaramente illustrato le criticità. Ma anche con chiarezza proposto le soluzioni: Falanghina Felix, allevata con amore nel Sannio, si propone come modello da allargare a tutti i territori che questo vitigno hanno contribuito a rafforzare e invita i produttori che ne sono espressione ad aderire. Sant’Agata dei Goti regala alla Campania, con il supporto e la volontà di un ente di programmazione quale la Regione, il frutto del lavoro di questi anni perché possa dar nuovi sviluppi in una dimensione ultra provinciale. La Falanghina di qui in poi, in maniera più comprensibile, “parlerà campano”, perché più forte arrivi il messaggio della sua unicità. Lo farà a Torino, Crema, Bologna, Roma e Bari già il prossimo 22 novembre, durante Falanghina Felix Day, uno degli appuntamenti che questa edizione rinnovata della kermesse propone sul palcoscenico nazionale. E ancora: a Sant’Agata dei Goti il 22 e il 23 prossimi, e il primo dicembre all’Hotel Rome Cavalieri di Roma. In quest’ultimo appuntamento, con un approfondimento sulle possibilità di invecchiamento di questo bianco (nuova tendenza che sta già riscuotendo consensi), si completerà il percorso di degustazione guidata inaugurato ieri con sei campioni di Falanghina del 2007 delle aziende Carputo, Alois, Mustilli, Torre a Oriente, Casa Setaro, Colli di San Domenico. Mentre il mondo imparerà a riconoscere la Falanghina campana, insomma, i campani continuano, e continueranno ancora per un po’ a divertirsi, tanto per cominciare, a scegliere tra quella beneventana e quella flegrea. Solo per citare le due aree delle regione nella quale il vitigno si esprime in maniera completamente diversa (essendo sostanzialmente diverso), ma altrettanto numericamente e qualitativamente importante. Una Falanghina, tante Falanghine, insomma, nel Napoletano, nel Casertano, nel Beneventano e perfino in Irpinia: da quella classica e giustamente fresca di Carputo, a quella firmata Alois con un finale di mandorla fresca, a quella di Mustilli con note prevalenti di agrumato e di macchia mediterranea, a quella, ancora, piacevole con una nota netta di pesca gialla di Torre a Oriente, a quella marcatamente minerale, sulfurea, di Casa Setaro e, infine, all’interpretazione irpina, un pò sofisticata, di Colli di San Domenico. Ce n’è per tutti i gusti.
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INIZIATA A NAPOLI FALANGHINA FELIX 2008
CON IL PIù RICCO BANCO D’ASSAGGIO MAI REALIZZATO
Con il banco d’assaggio più ricco di vini Falanghina, che sia mai stato presentato a Napoli: 500 appassionati per le 100 etichette delle 60 aziende delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Napoli, è iniziata la settima edizione della rassegna.r
Il Grand Hotel Vesuvio di Napoli ha ospitato la presentazione alla stampa della settima edizione di FALANGHINA FELIX, rassegna dei vini da uve falanghina della regione Campania.
All’incontro, moderato da Luciano Pignataro (giornalista de Il Mattino e Premio Veronelli 2008), hanno partecipano: Nicola Matarazzo (Consulente del progetto), Gennaro Masiello (Presidente della Camera di Commercio di Benevento), Carmine Valentino (Assessore Provincia di Benevento alle politiche per l’Agricoltura e i sistemi produttivi), Alfonso Ciervo (Sindaco di Sant’Agata de’ Goti), Laura Ravazzoni (responsabile delle relazioni istituzionali CTS Roma) e Aniello Troiano (Dirigente dell’Assessorato Regione Campania all’Agricoltura e Attività Produttive).
Luciano Pignataro ha posto in evidenza che “l’edizione 2008 di Falanghina Felix è più articolata e completa e che, attraverso l’imponente panoramica sulla produzione campana in vetrina, di certo accrescerà la conoscenza sul vitigno più diffuso della regione, che vanta anche una longevità particolare”.
Nicola Matarazzo ha illustrato gli obiettivi del progetto, e cioè di rafforzare la posizione competitiva a livello regionale dei produttori di questa cultivar; costruire legami con i diversi mercati extra regionali; sviluppare nuovi segmenti di mercato a livello economico, tipologico e socio culturale, e nuove occasioni di consumo e infine, di sviluppare un circolo virtuoso “vino-turismo-territorio”. Ha concluso poi, con le azioni in programma per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e annunciando la chiusura della rassegna al Rome Cavalieri the Waldorf Astoria di Roma, con la presenza di Bruno Vespa che racconterà la sua ultima esperienza letteraria “Viaggio in un’Italia diversa”, una ulteriore occasione di coniugare vino e cultura.
Gennaro Masiello si è soffermato “sulle ambizioni di una rassegna che mette insieme pubblico e privato per un vitigno che può ancora crescere e che costituisce un pilastro importante per l’intera regione”. “E’ di certo – ha concluso – un vino diverso che ha bisogno di politiche adeguate e di controlli maggiori per evitare la concorrenza sleale”.
Carmine Valentino ha riferito sulle “grandi potenzialità del vitigno falanghina e dichiarato che “l’amministrazione provinciale di Benevento crede molto nell’iniziativa che, data la partecipazione di tante aziende, rappresenta una sfida tesa soprattutto ad aumentare la notorietà sia dei vini sia del territorio”.
Alfonso Ciervo dopo aver rilevato “il momento favorevole per la vitivinicoltura, data l’ottima vendemmia”, ha detto che “Sant’Agata de’ Goti, con il suo affascinante centro storico, è pronta ancora una volta ad ospitare una rassegna che lega il prodotto al territorio” e che “di certo richiamerà tantissimi operatori del settore ed enoappassionati”.
Laura Ravazzoni, nel dichiararsi “orgogliosa di essere l’elemento nuovo dell’appuntamento 2008”, ha messo in evidenza che “il turismo abbinato al vino può creare ricchezze notevoli” e che “la Falanghina, con il suo potenziale che riguarda anche storia, cultura e tradizione, deve essere al centro di un pacchetto proposto non solo in Italia, ma anche all’estero, e teso in particolare ad avvicinare i giovani”.
Aniello Troiano, nell’auspicare “un maggiore coinvolgimento delle terre che producono Falanghina”, ha invitato tutti “a fare sistema per far conoscere meglio le realtà produttive ed il suo territorio”. “Falanghina Felix – ha aggiunto -, con le sue numerosissime etichette, non va vista solo come iniziativa di spessore, ma soprattutto come segnale da raccogliere per un più proficuo sviluppo del turismo e dell’agroalimentare”.
Al termine della conferenza stampa si è tenuto un seminario degustazione su “Le espressioni territoriali della Falanghina in Campania”, con vini del Sannio, Irpinia, Terra di Lavoro, Vesuvio e Campi Flegrei, e condotto da Luciano Pignataro, Gaetano Pascale (Presidente Slow Food Campania) e Tommaso Luongo (delegato AIS Napoli).
La partecipazione a tutte le iniziative in programma è gratuita, per i seminari è necessaria la prenotazione (fino ad esaurimento posti) direttamente sul sito web www.falanghinafelix.it
Per informazioni: felix@falanghinafelix.it
Sandro Tacinelli
Ufficio Stampa Falanghina Felix 2008
SEMEIA_Cultura e Comunicazione d’Impresa
Tel. e Fax +39 0824317474 – mobile +39 3392073143
www.falanghinafelix.it – stampa@falanghinafelix.it
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