
Una bella fetta di tonno fresco, un pacco di pasta lunga molto buona e i miei souvenir direttamente dalla Vucciria, Lo Capo e Ballarò: uva passolina, pinoli, pomodori secchi e capperi salati. Tutti sapori decisi e tosti. Ed ecco come è andata a finire.
Ingredienti per 2 persone
180 gr di Mafaldine Gerardo di Nola
1 fetta spessa di tonno fresco di circa 200 gr
una manciatina di pinoli
una manciatina di uva passolina
una mezza manciatina di capperi sotto sale
6 pomodori secchi conditi
olio extravergine di oliva qb
Mettete a bollire l’acqua per la pasta (non salata, che di sale ce n’è a iosa in quasi tutti gli ingredienti!) e, non appena comincia a farsi tiepida, prendetene un mestolino per lasciarvi per qualche minuto in un bicchiere i chicchi di uva passolina. Io ho usato quella siciliana comprata al mercato del Capo, che è piccola e scura — a differenza dell’uva passita che ritroviamo comunemente in negozi e supermercati.
Poi in un piccolo tegame antiaderente lasciate tostare per pochi minuti i pinoli. In una padella larga e alta fate cuocere il tonno tagliato a dadini insieme a due cucchiai di olio extravergine e ai pezzetti di pomodoro secco. Anche in questo caso ho utilizzato il mio “bottino” siciliano: dei pomodori tondi secchi, polposi e profumatissimi che avevo lavato, asciugato e condito con olio, origano e aglio.
Non appena il tonno accenna a cambiare colore unitevi l’uvetta, i pinoli e i capperi dissalati. La mia vaschetta di capperi viene invece dal mercato di Ballarò e anche questi sono pieni e tondi, rinverditi e non rinsecchiti dal sale. Scolate al dente le mafaldine e mantecate per un minuto prima di servire. Garantisco un viaggio di ritorno mentale a Palermo entro il primo boccone. Astenersi palati delicati.
Virginia Di Falco
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