di Raffaele Mosca
Di nuovo in trattoria, nella cornice onirica di una Roma deserta e un po’ brumosa. Dopo le puntate da Massimo Pulicati e dai fratelli Mori, si va a testare un’altra new entry del quadrante più turistico dell’Urbe. O meglio, una novità a metà, perché, in effetti, in piazza della Quercia, di lato rispetto alla facciata rinascimentale di Palazzo Spada, una trattoria c’é sempre stata, ma la musica è cambiata radicalmente da quando il patron Andrea Monteforte ha ingaggiato Paolo Sirianni, ex Baccano, e Marco Gallotta, ex Primo al Pigneto, per rivoltare da cima a fondo un posto dove, fino a un paio d’anni fa, avremmo trovato turisti che inforcavano le loro amate “fettuccine bolognese” di fianco al residente in
cerca di una carbonara dignitosa.
La Quercia Osteria Monteforte ha riaperto subito dopo il primo lockdown con nuovo look e nuovo menu e il successo, vista anche la posizione a ridosso di Campo de’ Fiori, nel terreno più fertile per gli obbrobri turistici, è stato notevole: difficile riservare i tavolini all’esterno nelle giornate tiepide di ogni stagione. Riusciamo finalmente ad accaparrarne
uno in una sera di Dicembre e beh… lo scenario è tra i più suggestivi urbi et orbi. Neanche le macchine parcheggiate in seconda e terza fila sul lato della piazza riescono a sciuparlo.
La proposta è quella tipica dell’osteria contemporanea nella sua accezione più modaiola: cucina di stampo romanesco con qualche excursus alloctono, materia prima proveniente dalle (poche) botteghe del quartiere (sopravvissute) o dalle aziende agricole dell’agro romano.
Apriamo le danze con una bruschetta con broccoletti ripassati e ciauscolo: niente di più stagionale. Da manuale anche le crocchette di baccalà
Ottime le mezze maniche con carbonara: il Pecorino è dell’azienda Agricola d’Ascenza, il guanciale di Collemaggiore (Rieti), le uova di L’Uovo e la Canapa di Massa d’Albe (L’Aquila).
Ma il piatto più convincente è la cacio e pepi: cremosa ed equilibrata, con i tre pepi – Sarawak, Penja, Madagascar – che danno una bella spinta aromatica. Tra le migliori versioni assaggiate negli ultimi tempi.
Non male i secondi. Deviamo un attimo dal tracciato romano con le costatine di manzo: una goduria la glassa e la verza con aceto di mele, ma la carne potrebbe essere un pelino più morbida.
Nettamente superiori le polpette come un saltimbocca: crosticina spessa e interno burroso, fondo a base di vino che ne eleva il sapore all’ennesima potenza.
Sul fronte vino, si potrebbe fare di più. La carta è un po’ striminzita, con ricarichi non troppo invoglianti e prevalenza di etichette commerciali. Non si resta a bocca asciutta, ma la selezione andrebbe rinforzata.
Il che ci porta alla conclusione finale: qualche dettaglio potrebbe essere rivisto, ma, nel complesso, La Quercia Osteria Monteforte è un indirizzo assolutamente valido. Ne uscirete soddisfatti dopo aver sborsato una cifra onesta per la location e la posizione centralissima: una quarantina d’euro a persona vini esclusi.
Piazza della Quercia, 23
Semopre aperta
Tel. 06 6830 0932
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