di Antonella Amodio
Ne sono passati di anni da quando Massimo Setaro, pioniere della spumantistica sul Vesuvio con le uve caprettone, ha imbottigliato la prima annata del Pietrafumante.
Era il 2009 e forse neanche lui si aspettava un risultato così interessante. Il Caprettone, a quei tempi, era confuso dalla maggior parte delle persone con il coda di volpe, da dove probabilmente discende, ma che sulla terra vulcanica del Vesuvio ha assunto, nel corso del tempo, caratteristiche proprie da biotipo locale. Questa uve identifica uno specifico territorio della provincia di Napoli, limitatamente ad alcuni comuni alle pendici del Vesuvio, come appunto Boscotrecase, dove ha sede Casa Setaro.
Iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite soltanto il 20 ottobre 2014, al termine di un percorso di studio e di microvinificazioni condotto con l’Università Federico II, che ha stabilito uno specifico profilo genetico e produttivo di questa varietà. Poi la successiva modifica del disciplinare di produzione avanzata dal Consorzio Vesuvio, e approvata nel 2017 con l’impiego del caprettone in uvaggio per il Lacryma Christi nell’ambito della DOC Vesuvio.
Di fertilità non elevata, con grappolo alquanto serrato, acini di media dimensione e buccia spessa, la produzione non è affatto costante. Casa Setaro ha viti di Caprettone a piede franco su terreni ricchi di potassio all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio, a 350 s.l.m. in Alto Tirone, nella Riserva della Biosfera dell’UNESCO.
Vendemmiato a mano con attenta selezione delle uve, alla quale segue la diraspatura, lo sgrondo del mosto dopo 48 ore e la successiva fermentazione a temperatura controllata per 24 giorni. Affinerà in bottiglia per 30 mesi sui lieviti, mentre la sboccatura si ha dal 3° anno dalla vendemmia.
Nella cornice di Casa Setaro, si è tenuta la prima storica verticale dello Spumante Metodo Classico Pietrafumante, condotta da Luciano Pignataro e Massimo Setaro, con il supporto di Annacarla Tredici, mettendo a confronto le annate 2012, 2014, 2015, 2018 e 2020, per constatare la crescita “qualitativa” in termine di prodotto finito, che si è cercato di raggiungere negli anni, e soprattutto la tipicità, il rapporto con il territorio che caratterizza Pietrafumante 100% caprettone e che emerge ad ogni sorso.
Uno spumante con uno stile ben preciso, che conquista per finezza e ricchezza olfattiva, per complessità e intensità al gusto e che rappresenta l’eccellenza “spumantizzata” del Vesuvio.
Annata 2012
Giallo paglia/dorato. Profumi di mela cotogna, albicocche, fragranza di crosta di pane e orzo. Bocca ampia, fresca e salmastra, con una nuance di burro in chiusura.
Annata 2014
La nuance di colore vira al giallo paglierino, brillante. Naso di cedro, castagne e humus. Al sorso c’è freschezza, corpo e carattere. La nota affumicata che emerge in chiusura fa da cappello alle note scure che abitano il vino.
Annata 2015
Giallo paglierino, brillante. Profumi di agrumi, frutta della passione, accenni balsamici, menta, idrocarburi e tabacco. Sorso verticale, persistente e salino. Snello, equilibrato e incalzante.
Annata 2018
Paglierino verdolino brillante. Perlage fitto. Timbro olfattivo di agrumi e fiori bianchi. In seconda battuta aghi di pino e nota fumé. Trama sapida al gusto che si alterna all’acidità e alla verticalità. Avvolgente.
Annata 2020
Perlage fine. Note di cedro e mandarino, iodio e menta. Bocca intensa e persistente con ottima complessità e intensità. L’uscita di questo millesimo è prevista a Giugno.
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