La prima guida per i Foodies, mille indirizzi da mangiare con Gambero Rosso e Negroni. I premiati

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ARRIVA LA PRIMA GUIDA PENSATA PER IL POPOLO DEI FOODIES

Per i 6 milioni di foodies italiani è un sogno che si avvera. Gambero Rosso e Negroni presentano la prima guida ai locali che interpretano al meglio lo stile dei neo appassionati di cibo dell’era moderna (prezzo 14,90 euro). Fuori dagli schemi classici, contiene oltre 1.000 indirizzi dove il cibo è piacere e passione: bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, enoteche, ma anche  botteghe alimentari dove poter acquistare un dolce o un salume speciale. Novità assoluta il premio ai locali foodies dell’anno, scelti da una giuria composta da alcune delle firme più prestigiose dell’enogastronomia italiana. Per la categoria “mangiare” premiati la panineria ‘Ino (Firenze),  il ristorante Settembrini (Roma)  e l’ Antica Focacceria San Francesco ( Palermo). Per  quella “comprare”  riconoscimenti alla macelleria  Damini (Arzignano, Vicenza), alla salumeria del pesce Anikò (Senigallia) e infine alla pasticceria Caffè Sicilia (Noto).


C’è un “piccolo” esercito di persone – più di 6 milioni – che riserva al cibo un posto davvero speciale nella propria vita. Non hanno preconcetti sul cibo e sul vino: amano la mortadella come il foie gras, i tortellini come le ostriche virtuali, il Lambrusco come il grande Borgogna. Sono disposti a macinare chilometri per comprare quel formaggio e quel salame tante volte desiderato, per conoscere da vicino l’autore di quella cioccolata da sballo o per andare ad assaggiare l’ultima creazione dello chef preferito. Sono i foodies, balzati alla ribalta circa un anno fa, grazie a una ricerca (vedi scheda allegata) promossa da Negroni, storico brand dei salumi italiani.

Dallo studio emergeva anche che il brand di riferimento per i foodies è il Gambero Rosso. E’ quindi  sembrato quasi naturale che  proprio dalla collaborazione tra Gambero Rosso e Negroni nascesse la prima Guida dei Foodies: 1.000 indirizzi, fior fiore del mercato, in fatto di prodotti, botteghe di specialità alimentari, bar, ristoranti, trattorie, wine bar, enoteche, pizzerie (prezzo 14,90 euro). Luoghi dietro ai quali ci sono persone che hanno fatto del cibo e del vino la loro unica passione e  hanno il piacere di trasmetterlo agli altri.

1.000 INDIRIZZI GOLOSI, SPECCHIO FEDELE DEI BUONGUSTAI DEL 3.0

Una guida inedita che ribalta completamente il consueto modo di raccontare i locali. La prima differenza: non assegna voti di preferenza ma preferisce selezionare i locali rigidamente in partenza. Sono solamente mille, ma tutti rigorosamente locali foodies, alfieri cioè delle più moderne tendenze in atto oggi in Italia nel mondo dell’enogastronomia. Ci troviamo dentro  – senza dimenticare celebri ristoranti e trattorie – le nuove realtà gourmet dell’Italia culinaria come panifici, salumerie, caffè e bar, latterie, birrifici, gelaterie, locali etnici ed agriturismi. Ma anche
i migliori indirizzi dello street food nazionale come le  più golose cioccolaterie fino addirittura agli ipermercati gourmet.

C’è un monumento alla gastronomia popolare come “l’Antica Focacceria San Francesco” di Noto, baluardo della tradizione gastronomica siciliana. E’ presente il ristorante “Settembrini” di Roma, vero e proprio polo del gusto: per pranzare, gustare un ottimo caffè o ancora meglio per un aperitivo all’italiana con pizza calda, panini e tramezzini fatti in casa. C’è anche la macelleriaDamini & affini” di Arzignano (definirla macelleria è quanto mai riduttivo). Un paradiso per i foodies italiani grazie alle fantastiche carni frollate, senza dimenticare i migliori pani della penisola e un banco formaggi e salumi con il meglio delle produzioni italiane.

6 ESERCIZI PREMIATI COME “LOCALI FOODIES DELL’ANNO” DA UNA GIURIA DI ESPERTi

Fra gli oltre 1.000 locali segnalati nella Guida ben 52 sono contraddistinti con una stella: sono quelli che incarnano meglio lo stile foodies. La “rosa” è stata affidata a una giuria di note firme dell’enogastronomia italiana che ne ha scelto uno per la categoria
“mangiare”
e uno per la categoria
“comprare”. Agli esercizi che hanno raccolto il maggior numero di voti è stato assegnato il titolo di locali foodies dell’anno. Una sorta di gioco finale in linea con lo spirito di una guida che vuole provare a raccontare il cibo e il vino in modo diverso. Per la categoria “mangiare” sono stati premiati la panineria ‘Ino (Firenze)
il ristorante “Settembrini” (Roma)  e per lo
street food “l’Antica Focacceria San Francesco” (Palermo). Per la categoria  “comprare” i  riconoscimenti alla macelleria gourmet  “Damini” (Arzignano, Vicenza), alla salumeria del pesce “Anikò” (Senigallia), e infine alla pasticceria “Caffè Sicilia” (Noto, Siracusa).

LE NOVITA’ PRINICIPALI DELLA GUIDA FOODIES 2010

“Un prodotto editoriale sui generis, fuori dagli schemi classici – afferma Laura Mantovano, Vice Direttore del Gambero Rosso e Curatore della Guida Foodies – pensato per gli appassionati veri che nel mondo del cibo si muovono a 360 gradi. La guida attraversa tutta l’Italia dal Piemonte alla Sicilia ma si permette scelte radicali. Vi accorgerete subito che in ogni regione non ci sono tutte città, si notano mancanze clamorose. Eppure una logica c’è.  I foodies scelgono in base alle proprie esigenze: vai dove ti porta il cibo, ovvero dove si concentrano il maggior numero di indirizzi golosi.”

Ecco quindi, capoluogo a parte, uno o più itinerari gastronomici con i locali “per mangiare” e
– assoluta novità  – quelli  “per comprare”. Tutto il meglio per acquisti golosi da assaporare a casa o per sfizi da consumare al volo: un caffè, un gelato, una brioche. Completano la pagina di ogni regione alcune schede di approfondimento e box a tema su specifici prodotti alimentari simbolo del made in italy che conferiscono alla guida una grande valenza culturale. Anche perché ai foodies, oltre a mangiare bene, piace soprattutto scoprire tutto ciò che ruota attorno la cibo.

Questa guidaafferma Massimiliano Ceresini, Responsabile Comunicazione di Negroni spa – rappresenta  il coronamento del nostro viaggio nel mondo dei foodies. Un cammino iniziato lo scorso anno con la scoperta, grazie ad un’indagine realizzata in collaborazione con GPF, che esisteva in Italia un target di persone che facevano del cibo il fill rouge della propria vita. E proseguito con un tour itinerante nei migliori locali della nostra Penisola per andare conoscere da vicino i buongustai dell’era moderna. Devo ammettere che parlando con loro dal vivo, li abbiamo trovati addirittura più curiosi e preparati sul cibo i come ce li immaginavamo…”

I TESTIMONIAL D’ ECCEZIONE E IL “MOMENTO D’AUTORE BY NEGRONI”

Le novità della guida non finiscono qui. Ogni regione si apre con l’intervista ad un testimonial d’eccezione. Si sono divertiti a raccontare  il loro amore per la cucina e a svelare i loro luoghi foodies grandi attori, giornalisti, blogger e scrittori del panorama nazionale: da Valerio Mastrandrea a Lamberto Sposini, da Benedetta Parodi a Marino Niola, da Rocco Papaleo fino a  Pina Amarelli, solo per fare qualche nome…

Infine il “Momento d’autore by Negroni”: una finestra riservata ad un grande  chef  del territorio – tra gli altri ci sono Gianpiero Vivalda, Salvatore Tassa, Flavio Costa a Pino Cuttaia –
che confessa le sue passioni gastronomiche e indica i locali gourmet del territorio dove poter trovare le migliori espressioni della cucina locale.

LA GEOGRAFIA DEI LOCALI FOODIES IN ITALIA: LAZIO AL PRIMO POSTO CON BEN 103 LOCALI

Infine una curiosità. Dalla guida scopriamo infine che la regione piu foodies in Italia è il Lazio con ben 103 locali selezionati (10% del totale). Medaglia d’argento per il Piemonte con 90 e gradino più basso del podio per l’Emilia Romagna con 80,
incalzata dalla Lombardia con 72. Ottime le performance
di Abruzzo (68) e Liguria (65) che, nonostante
un territorio geografico limitato, presentano  molti locali foodies. Al Sud, la regione più rappresentata è la Campania con ben 66 locali foodies seguita dalla Sicilia con 55, dalla Puglia e dalla Sardegna appaiate con 43 locali.

Ufficio stampa Negroni spa
INC- Istituto Nazionale per la Comunicazione
Simone Ranaldi  06 44160883 335 5208289

FOODIE, UN FENOMENO CHE ALL’ESTERO ESISTE GIA DAL 1981

Sono passati 25 anni da quando il termine “foodie” venne consacrato (ma era stato inventato da nel 1981 dagli stessi autori del libro) in The Official Foodie Handbook di Paul Levi e Ann Barr.

Come spesso accade, una rivoluzione silenziosa… Un’intuizione. Perché all’inizio non era facile capire che differenza ci fosse tra un “foodie”, un “gourmand” o un “esteta del cibo”. Del resto in quegli anni andavano per la maggiore proprio i “gourmand”, figli putativi di Marie Antoine Careme (1784-1833), conosciuto come “il re degli chef, lo chef dei Re”. Primo teorizzatore di questa filosofia e prassi che vede nella haute cuisine, la cucina francese, una forma d’arte, portata ai massimi livelli dal celebre Georges Auguste Escoffier (1846-1935), lo chef-scrittore che ha fissato i canoni della haute cuisine e ha dato vita al fenomeno dei “gourmand”: esperti di cibo e buon bere che fanno spesso della loro competenza una professione, “tenendo le distanza” – questo gli viene rimproverato dai foodies, rispetto agli altri, i non esperti.
Ma i tempi erano maturi
– già nel 1981 e ancora più oggi – per rimettere tutto in discussione e per propiziare la carica dei dilettanti di food & drink: i foodies, appunto.
Appassionati – recita Wikipedia che semplicemente amano il cibo per consumarlo, studiarlo, cucinarlo e per saperne di più… desiderano apprendere ogni cosa sul cibo sia il migliore che quello quotidiano, sulle tecnologie, sull’industria e sui personaggi che ruotano attorno al mondo del cibo”.

Ecco la prima distinzione che emerge con chiarezza. I gourmand hanno come dimensione prioritaria – quella del mangiare, del degustare, dell’essere esperti – e come obiettivo il cibo migliore, i top restaurant. I foodies sono curiosi, sono voraci di tutto ciò che c’è da sapere anche sul piatto pronto che portano in tavola, magari per scegliere il migliore o quello che gli dà maggiori garanzie di bontà e sicurezza…

Molto attivi sul web, i foodies sono “complici” di fenomeni come quello che ha caratterizzato la nascita della guida Zagat (la prima scritta con la collaborazione dei frequentatori di ristoranti e non dei critici gastronomici)  ma anche dell’enorme diffusione di siti e blog dedicati al cibo e al buon bere su internet. Il foodie non è interessato solo al sapore ma anche al colore e all’aspetto estetico dei piatti.
E’ un plurisensoriale… “Per essere foodie – scrive Nicole Weston, altra profeta del termine – non occorre solo amare il cibo ma essere profondamente interessati ad esso”.
Il foodie vuole sapere, vuole imparare, essere informato. Non sa (come il
gourmand) tutto, non è un esperto… ma è curioso e ambisce a diventarlo.
Non è uno snob – conclude la Weston – che prende
in considerazione un ristorante solo se ha il paté di tartufi nel suo menù… non acquista solo in fattoria o dal contadino, ma cerca semplicemente prodotti buoni e freschi”.
Insomma, una rivoluzione democratica che promette, anche in Italia, di portare aria nuova nel mondo degli appassionati di food & drink. E che sembra anche eticamente più compatibile con il senso di nuova austerità e semplicità portata dalla crisi.


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