Gli americani, si sa, prima danno sfogo agli istinti adolescenziali che ci portiamo dietro tutta la vita. Poi impongono le regole protestanti per l’autocontrollo.
E così se una pizza napoletana con il panetto da 280 grammi circa difficilmente può superare le 750 calorie, la pizza media americana chiamata Napolitana del Big 4 (Pizza Hut, Domino’s Pizza, Papa John’s e Little Caeser) a cui si aggiunge adesso Goodfather’s Pizza amministrata da un nemico di Obama, Herman Cain, vale, pensate un po’, circa 2000 calorie.
Per il Big 4 l’Amministrazione ha fatto arrivare l’obbligo di esporre le calorie nell’ambito della battaglia contro l’obesità lanciata su idea di Michelle.
Il provvedimento nasce da uno studio dell’Università di Stanfors secondo il quale basta esporre le calorie di un alimento per ridurre bruscamente del 6 per centov il consumo, a prescindere. Cosa che con me ha funzionato al 100% con i gelati industriali, belli ricchi di grassi idrogenati che mettono sullo stesso piano un cornetto con un piatto di spaghetti al pomodoro.
Angelo Aquaro ha scritto oggi su Repubblica un articolo sul’argomento ricordando come sono stati ingenui i napoletani, che invece vivono nel mito di Ulisse, dell’astuzia, come i loro progenitori greci, a non tutelare il termine Pizza. Oggi pioverebbero miliardi.
Mi è venuto da pensare che adesso che ci sarà da qualche parte un pirla che vorrà fare la stessa cosa con la pizza napoletana.
Magari lo stesso che voleva impedire la cottura del pane con il forno a legna o che ha vietato di fare vino nei palmenti dopo tremila anni di pratica.
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