La Pizza a Metro di “Gigino” è lunga 90 anni. Ecco la vera storia di un brand che racconta Vico Equense

Pubblicato in: Curiosità
La Pizza a Metro di Gigino

di Barbarella Colli

Nella geografia culturale della pizza specifiche coordinate toccano a quella a metro che, nel corso degli ultimi 90 anni, è riuscita a identificare un territorio: quello di Vico Equense.
Da quando il suo inventore, Luigi dell’Amura, la realizzò per la prima volta negli anni ‘30, ad oggi ha avuto la capacità di rappresentare la cittadina costiera divenendone un simbolo apprezzato in tutto il mondo tanto da diventare indubbio richiamo del turismo gastronomico. O, per dirla con gli appassionati di storytelling, la pizza a metro ha la capacità di raccontare un territorio.
E di descriverne, in un certo senso, la storia.

 

Facciamo un po’ di chiarezza sulla Pizza a Metro

Brevettata nel 1959, Pizza a Metro è oggi un marchio registrato: l’unico locale che può fregiarsi di servirla è proprio quello che le ha dato i natali, ossia Pizza a Metro – l’Università della pizza con sede in via Nicotera a Vico Equense.
Sebbene da lì sia discesa una certa scuola di pizza e da quella sede si sia formata la maggior parte dei pizzaioli del posto tanto da far parlare oggi di pizza vicana, la vera specialità “a metro” è quella che ancora viene sfornata dagli eredi di Gigino.
Del resto l’unica sede è un vero e proprio tempio della pizza a metro senza eguali in nessun posto del mondo, con ben 4 forni da due metri di diametro ciascuno, circa 200 posti a sedere e una squadra di 12 pizzaioli.
E così nel grande libro della storia e nel racconto gastronomico d’Italia questo “caso” sembra non avere pari.
Ma la vera storia della pizza a metro fino a oggi raccontata a spizzichi e bocconi dai discepoli di Gigino ha ancora molti aspetti poco noti.

Gli esordi
A leggere infatti numerosi testi si apprende che l’idea iniziale fu dovuta all’esigenza di servire, nel più breve tempo possibile molti commensali mantenendo uno standard qualitativo elevato.
Ma c’è di più. C’è che oltre a questo aspetto commerciale – venuto col passare degli anni e che ha consentito a questa specialità di sopravvivere – ce n’era uno molto più profondo: la necessità di sfamare le tante persone che avevano rapporti con quello che all’epoca era un panificio senza buttare via nulla.
Gigino, uomo dal cuore d’oro e grande lavoratore, pensò di utilizzare il suo forno non più per servire semplici pezzi di pane ma prodotti in grado di dar da mangiare ai collaboratori in un breve lasso di tempo.
E così fu anche quando si trovó ad affrontare la malattia del padre Antonio: per ringraziare il vice parroco don Pasqualino Parascandolo di aver permesso che la statua di San Ciro sostasse in casa dell’infermo, da quel giorno, ogni anno offriva metri e metri di pizza ai giovani campanari che durante il triduo di San Ciro suonavano a braccia le campane.
Animo generoso che si manifestò anche durante gli anni duri della guerra: la grande pizza servì ancora una volta a soddisfare L’appetito di persone che forse avevano saltato pranzo e cena e attendevano le ore notturne per unirsi ai lavoratori del pane e mangiare qualcosa.

L’anno della svolta
Il trionfo della grande pizza si manifestò il 29 febbraio 1968, giorno in cui furono inaugurati i nuovi locali di Pizza a metro, gli stessi di oggi in via Nicotera. Per l’apertura furono sfornati chilometri e chilometri di pizza per una folla di persone accorsa da tutta Italia a festeggiare l’apertura.
Da questo momento la pizzeria diviene anche una scuola per pizzaioli tanto da essere simbolicamente battezzata l’Università della pizza: è qui che tantissimi giovani apprendono il mestiere. Ed è anche per questo che il ruolo stesso della pizza a metro non è solo gastronomico, ma culturale e sociale.
Pizza a Metro, per ampiezza e numero di dipendenti, diviene una vera e propria azienda capace di incidere nell’assetto economico di Vico Equense.
Nel corso degli anni i riconoscimenti, spontanei e indipendenti da fare e competizioni, non si sono fatti attendere e la fama di di Pizza a Metro – l’Università della pizza è arrivata oltreoceano.
La nuova tradizione
Quando Luigi Dell’Amura ebbe l’intuizione di sfornare una simile pizza, come per tutte le cose che nascono all’improvviso, si parlò dunque di straordinaria novità. Ma la lungimiranza di Luigi Dell’Amura, si è vista ancor più con il passare del tempo quando ha dato vita a una corrente di pizza Vicana: sono tanti i pizzaioli che nati e cresciuti alla corte dell’”Università della pizza”, si sono cimentati poi in proprio nella realizzazione di formati oblunghi di pizza. Nessuno però può fare la vera e originale Pizza a Metro, che è un marchio registrato e che, a 90 anni di distanza da quella invenzione, viene sfornata è servita unicamente in via Nicotera a Vico Equense.


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