di Marco Milano
Una pizza che racchiude sul palmo la mozzarella di bufala campana Dop di Mondragone. In un video è stata lanciata e diventata virale la nuova iniziativa del pizzaiolo napoletano, nato a Frattamaggiore e “trasferito” a Brescia, Ciro Di Maio, impegnato nell’insegnare l’arte bianca ai carcerati. E ora dalla sua pizzeria “San Ciro” dove insieme alle pizze “sforna”…progetti sociali, è nata una nuova idea che è piaciuta anche ai lombardi e che riporta la mente ai Mondiali di calcio, quarti di finale di Messico 1986, Inghilterra-Argentina, quando Diego Armando Maradona salta, e nonostante venti centimetri in meno rispetto al portiere, tocca prima il pallone, e segna. El Pibe de Oro, poi, disse che il tocco era stata la
“mano de Dios”. Oggi è diventata una pizza, un’innovativa pizza “Mano de Dios”, fatta a forma di mano che tiene sul palmo un’enorme e succosa mozzarella di bufala campana Dop di Mondragone, che viene decorata con una scarpetta di pomodorini datterini fatti direttamente alla “San Ciro”, basilico fresco in uscita e olio Dop Terra di Bari a sigillare una pizza unica, semplice ma emozionante per tifosi e non. Per il battesimo della nuova pizza Ciro Di Maio ha scelto i social con un video nel quale racconta in napoletano la propria creatura, ricevendo tanti like e diventando come si dice, un video virale. “Amo Napoli, amo Frattamaggiore, amo la mia terra, amo Maradona e per questo ho deciso di creare questa pizza, per dedicarla alla mia gente e a chi ama la pizza – ha spiegato Ciro Di Maio, orgoglioso della propria creatura – Va detto che l’idea piace anche a tanti, in molti stanno facendo chilometri per provare a degustare la simpatica iniziativa culinaria. La mozzarella sul palmo della mano è come il mondo – continua Ciro Di Maio – come se il mondo stesso fosse capace di esser bloccato dalla Mano de Dios, dalla mano di Maradona che tutti abbiamo amato”.
La pizzeria “San Ciro” si trova a Brescia (vicino al multisala Oz, in via Sorbanella), una quindicina di persone alla voce risorse umane e tante recensioni sia per la veracità delle sue pizze, ma anche per il suo menù di alta cucina. Tradizione napoletana nella scelta degli ingredienti: olio dop, mozzarella di bufala campana dop, pomodorino del Piennolo, ricotta di bufala omogeneizzata e porchetta di Ariccia Igp. Fondamentale come ricorda sempre Di Maio “è la umidità di giornata”. In menù la pizza verace, ma anche il battilocchio, la pizza fatta da un impasto fritto nell’olio bollente e subito servito avvolto in carta paglia. Le pizze sono tutte diverse, sono fatte artigianalmente.
“Mi piace tirare le orecchie alle pizze – ripete spesso Ciro – ognuna ha il suo carattere e deve mostrarlo, odio le pizze perfettamente rotonde e se c’è più pomodoro da una parte rispetto ad un’altra è perché usiamo pomodori veri”. Alle pareti del suo ristorante le fotografie dei vip che lo adorano e passano a fargli visita. Tra le altre anche Eva Henger, che è stata a cucinare pizze una sera da lui ma anche i giocatori del Brescia Calcio, che quando possono, anche dopo le partite, vanno in pizzeria. E poi tante iniziative benefiche, oltre al lavoro in carcere per formare i detenuti a diventare pizzaioli, Ciro si è dedicato anche alla formazione nel Rione Sanità di Napoli, un quartiere che gli ricorda la strada in cui è cresciuto, via Rossini a Frattamaggiore. L’istituto che ha accolto il suo progetto è stato l’Istituto alberghiero D’Este Caracciolo con il quale ha svolto lezioni online per i ragazzi iscritti agli indirizzi di studi enogastronomia, sala e accoglienza.
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