La Piazzetta a Montevecchia
Via Maria Gaetana Agnesi, 3
aperto a pranzo e cena
Chiuso lunedì e martedì a pranzo
di Marco Galetti
La Piazzetta, Pinot Nero San Giobbe, figura biblica raffigurata in molte cascine lombarde, dopo il sacro il profano, a seguito di una maturazione in botti di rovere, il calice rosso rubino di questo elegante Pinot Nero Brianzolo, si presenta in smoking e offre accenni a me cari di spezie e pepe nero e una notevole persistenza.
La Piazzetta, formaggini di Montevecchia di diversa stagionatura e borroeula (pasta di salame), gli stuzzicanti assaggi in apertura
La Piazzetta, il cestino con i lievitati, un gradino sopra a quelli della mia precedente visita
La Piazzetta, verdure alla griglia, in previsione dello strudel qualche quota rosa limita le calorie…
La Piazzetta, crema di zucca e carote con crocchette di salmerino e cime di rapa, il mio piatto del giorno ma ad effetto notte, non ha un difetto, mi permetto un’indicazione al titolare, non è due ma tre il numero perfetto.
Una raccomandazione ai naviganti, se la vostra simpatica ospite dovesse soffermare il suo sguardo sulle vostre crocchette qualche secondo di troppo, anche se mossi a compassione non fatele mai, dico mai, assaggiare questo piatto o ve ne pentirete…
La Piazzetta, lavarello in carpione con cous cous al farro e salsa di melanzane affumicate
La Piazzetta, prosciutto di faraona e salsiccia fatto in casa (faraona disossata e salsiccia avvolte nel budello e cotte in forno a 170 gradi, 69 al cuore) con focaccia di pomodori secchi e salsa di olive, altro gran piatto, inaspettata la delicatezza del salume maison ingentilito dalla faraona non egiziana ma brianzola
La Piazzetta, ravioli di grano saraceno (la sfoglia si farà ricordare per equilibrio e leggerezza) ripieni di formaggini di Montevecchia con crema di patate e coste
La Piazzetta, dettaglio ravioli
La Piazzetta, risotto Pila Vecia ai funghi porcini (non memorabili) ma con la garanzia della pasta di salame di Pinuccio da Sartirana
La Piazzetta, tagliolini aglio, olio e peperoncino con missoltini, crema di broccoletti e mollica tostata
La Piazzetta, tempura di scorfano e gamberi con verdure e salsa teriyaki, in carta da sempre, sempre più digeribile
La Piazzetta, piovra arrostita con indivia belga brasata, semolino al rosmarino e pesto di prezzemolo
La Piazzetta, nodino di vitello con riso basmati al curry e spinacino novello con uvetta e pinoli, un classico di questo locale che ho ridegustato più che volentieri
La Piazzetta, coscette di pollo nostrano impanate con fiocchi di mais, patate alla panna acida e coste
La Piazzetta, petto d’anatra al forno con cipollotti glassati e pere senapate
La Piazzetta, gradevole piccola pasticceria per il servizio del caffè
La Piazzetta, l’inconfondibile strudel, qui è impensabile non chiudere il percorso se non così, con un dolce semplicemente perfetto, un dolce sotto il segno di Zorro che zittisce tutti, contaminazioni altoatesine comprensibilissime, nessuna vetta innevata irraggiungibile, né discese ardite a rischio caviglia, un fine pasto alla portata di tutti, in godibilissima sicurezza, sette euro investiti nel migliore dei modi
…l’inconfondibile strudel (simbolo e richiamo per questo locale sulle colline brianzole che guarda verso Milano ma punta in un’altra direzione, quella della pace e della tranquillità) non è certamente l’unico motivo per superare le colline e arrivare fino a qui, perché dopo aver parcheggiato l’auto, si entra in una zona pedonale e in un’altra dimensione, guardando Milano da qui sopra si capiscono molte cose, mentre i rumori della metropoli non arrivano nemmeno attutiti e le luci della città non impediscono di vedere le stelle nel cielo.
La visita al Santuario dopo i centottanta gradini sembra un mini pellegrinaggio meno consueto dei soliti ma più intimo e a misura d’uomo, il Duomo di Milano si lascia immaginare, proprio lì, sotto la rassicurante Madonnina, che talvolta non si cela alla vista, questo è un luogo che ben dispone ancora prima di varcare la soglia, la Piazzetta nella Piazzetta, La Beata Vergine del Carmelo e la Madonnina, protezione a doppia mandata.
Nel ristorante di Walter Stuerz e di sua moglie Marinella i tavoli sono grandi, comodi e ben distanziati tra loro, le comode sedute e la temperatura dell’ambiente consentono soste prolungate e allietate da pochi (meglio) piatti ben eseguiti dai costi più che accettabili, in primavera-estate la tavola con vista, al fresco sul piccolo balcone è valore aggiunto, perché qui fa più fresco e l’afa non riesce a farsi sentire, mentre durante la collezione autunno inverno, se fuori fa più freddo che in pianura, all’interno del locale l’aria è temperata e per nulla appuntita.
Dalle carte dei vini, una per colore, dai costi comprensibili, sarà possibile fare scelte di territorio, come il San Giobbe di oggi, prodotto proprio su queste colline, oppure cambiare regione e nazione, scegliendo un Sirah Australiano sfuggito alla foto ma non all’assaggio, i sorsi e i morsi, risentendo dell’influenza benefica del luogo ed esaltati dall’armonia dell’ambiente e dal garbo dei titolari, saranno sempre e comunque di soddisfazione.
Chiudo prendendo in prestito le parole del poeta cilentano, questo è un luogo “caldo, avvolgente e protettivo come la coperta di Linus”.
La Piazzetta Montevecchia, Santuario della Beata Vergine del Carmelo, che sorge sulla sommità di una splendida collina morenica, qui, già nel XIII secolo, esisteva una chiesetta, “incoeu ga femm la festa a la Madonna, ga dimandem ajutt e protezion coi nost preghièr e coi campann ca sonna” (oggi festeggiamo la Madonna, domandiamole aiuto e protezione con le nostre preghiere e col suono delle campane).
La Piazzetta a Montevecchia
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