“Pastiera day! del 3 aprile 2010
Ancora una volta mi piace giocare col suono della parola e dire piuttosto: “Pastiera Dei” cioè Pastiera di Dio. Soprattutto quando poi si parlerà di eresia.
E non può essere che così.
Gli indizi son tanti: il grano, i semi, i germogli, l’inizio della primavera.
Fanno pensare a Demetra, Cibele, Kore, insomma a tutte quelle mitologie pagane naturalistiche della morte e della rinascita.
Ma anche alla morte e resurrezione di Cristo.
Questo perché, ce lo dimentichiamo spesso, i cibi sono sempre stati’e tiempo,’e contratiempo, e’ntiempo’e festa.
La pastiera nasce come cibo rituale’ntiempo’e festa cioè’e Pasca.
“A Pasqua (…) l’odore e sapor delle pastiere
Ogn’altro gusto eccede”
G.B. Del Tufo, Ritratto o modello delle grandezze delizie e meraviglie della nobilissima città di Napoli, sex. XVI
E non nasce come dolce soltanto: la pastiera napoletana ha ance una versione rustica.
Ecco l’eresia.
Un primo indizio ce lo dà il Corrado nel suo “Cuoco Galante” del 1786 quando descrive la sua “Torta di Frumento” con il grano cotto nel brodo e con provature e formaggi insieme a zuccaro e cannella.
Poi chiaramente ce lo dice l’anonimo M.F. nella sua “Cucina Casereccia” del 1828 aggiungendo alla sua ricetta dolce della “Pastiera di grano”: “Volendola diversificare vi si potrà aggiungere della provola fresca grattata, ed un poco di caciocavallo, che sarà egualmente eccellente. Si può fare dello stesso modo ancor di riso, che non dovrà essere molto cotto.”
E ce lo conferma ancora nel suo vocabolario della lingua napoletana del 1873 Raffaele D’Ambra:
“Maniera di crostata che si fa di Pasqua con ricotta, acini di grano bollito, zuccaro ed altri savori. Si usa anche la pastiera rustica con uova, cacio, tagliolini, o riso ed altri ingredienti.”
Probabilmente soltanto dall’inizio del Novecento diventa dolce e basta.
Indirettamente ce lo testimonia Benedetto Croce nel suo commento al Pentamerone del Basile nel 1925 quando scrive in nota al verso: “donde uscirono tante pastiere e casatelli?”
” Pastiere, torte di Pasqua fatte con chicchi di grano, ricotta, zuccaro e altri ingredienti.”
Cosicchè, ve lo confesso, questa Pasqua mi son convertito all’eresia.
E ho assaggiato la Pastiera Rustica nella versione della Cucina Casereccia.
Buona. Da rivalutare.
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