di Adele Elisabetta Granieri
Franciacorta, Oltrepo’ Pavese, Trento e Prosecco rappresentano le bollicine italiane più conosciute e dalla tradizione più storica, ma per la scelta di un buono spumante da qualche tempo è possibile guardare anche in Campania, dove le aziende che scelgono di cimentarsi nella produzione di Metodo Classico o Charmat e di rifermentati sono sempre più numerose.
Molti dei vitigni autoctoni campani si prestano bene alla spumantizzazione, come il Fiano che fa da base ad interpretazioni particolarmente interessanti provenienti dal Cilento, tra cui Oro di Baal dell’azienda Casa di Baal di Montecorvino Rovella, un Metodo Classico dosaggio zero di grande carattere, che punta sulla mineralità e la freschezza, o La Matta divertente interpretazione dell’azienda Casebianche di Torchiara, un Metodo Ancestrale dai profumi di limone ed erbe aromatiche ed un sorso vibrante e dissetante.
Il grande Fiano irpino di Summonte dà vita al Brut Contadino, Metodo Classico di Ciro Picariello, dai profumi di biancospino e scorza di limone e accenni di crosta di pane, dal sorso esuberante ed energico.
Ancora Fiano irpino per lo spumante brut Metodo Classico dell’azienda Dryas di Montefredane, dalle decise note iodate ed un sorso intenso ed energico dal piacevole finale salino.
Non è da meno l’Aglianico. Nella versione sannita proposta da Fontanavecchia a Torrecuso è un Metodo Classico che prende il nome di Principe Lotario, dal bel colore buccia di cipolla e dai profumi di rosa canina e frutti rossi ed un sorso pieno e polposo.
L’Aglianico cilentano è alla base di Gioì, lo spumante brut Metodo Classico dell’azienda San Salvatore di Giungano, dai profumi di lampone e scorza d’arancia ed un sorso gustoso e accattivante.
Ancora Aglianico, ma stavolta irpino, per Dubl di Feudi di San Gregorio: un rosato Metodo Classico brut di rara eleganza, dai profumi di fragolina di bosco e di melagrana, con delicate note pepate ed un sorso lungo e verticale.
Molto valida anche l’interpretazione casertana dell’azienda Villa Matilde di Cellole: Mata è un Metodo Classico brut rosato dai profumi di rosa canina e frutti di bosco ed un sorso pieno e carnoso.
Il re dei vitigni campani riesce bene anche nella divertente declinazione frizzante di Mustilli che prende il nome di Regina Sofia: un rifermentato dai profumi di amarena ed erbe aromatiche, dal sorso gioioso e dissetante.
Dal fronte Falanghina, è il Metodo Charmat a farla da padrone, dando vita ad interpretazioni interessanti, come quella sannita di Corte Normanna, uno spumante brut dai profumi di fiori bianchi e melone giallo ed un sorso vivace e brioso, e quella tutta napoletana di Cantine Astroni, che produce Astro, spumante brut di Falanghina dei Campi Flegrei dai richiami minerali e i profumi di pesca bianca ed erbe aromatiche, con un sorso succoso e dissetante.
Il Greco risponde con Anni Venti, Greco di Tufo spumante della storica azienda Di Marzo: un Metodo Classico dal colore dorato ed il perlage fine, in cui le note agrumate fanno da preludio a delicati accenni di fiori, crosta pane e nocciola e ad un sorso strutturato e verticale.
Di storica tradizione spumantistica l’Asprinio di Aversa, declinato in tre interpretazioni tanto diverse quanto interessanti: lo spumante brut dell’azienda I Borboni, dalle note di limone, cedro e fiori secchi ed un sorso slanciato.
Dai profumi di lime, mela verde ed erba fresca ed un sorso fresco e delicatamente sapido; Priezza, Metodo Classico di Masseria Campito dai profumi di scorza di limone e brioche ed un sorso piacevole ed equilibrato.
Il vesuviano Caprettone dà vita a Pietrafumante, lo spumante Metodo Classico dell’azienda Casa Setaro di Trecase, dalle note di cedro, fiori di ginestra e crosta di pane ed un sorso verticale e salino.
Autoctoni quasi dimenticati, come Biancazita e Biancatenera, fanno da base ad un ottimo Metodo Classico di Tramonti: è Alta Costa di Tenuta San Francesco, che sa di agrumi, fiori di campo e pietra bagnata ed ha un sorso profondo con una lunga scia salina.
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