La Montanara Ristorante Braceria Novi Velia

Ristorante La Montanara Brigata di cucina e di sala. I fratelli Daniel e Carmine. Il secondo da dx seduto chef Iannuzzi

di Enrico Malgi

Mentre uscivo dal Ristorante Braceria La Montanara di Novi Velia pensavo che in poco spazio recentemente si è venuta a creare nel territorio cilentano una concentrazione di ottimi locali. Se partiamo dalla frazione Massa di Vallo della Lucania ed arriviamo fino alla sommità del monte Gelbison (poco più di 15 chilometri in tutto) si possono contare una decina tra trattorie tipiche e ristoranti gourmet di alta qualità, senza contare poi le pizzerie.

Una sosta imperdibile lo merita senz’altro il Ristorante e Braceria La Montanara, collocato appena fuori Novi Velia sulle prime rampe che danno la spinta per arrivare in vetta al Gelbison. Per me questa tappa è stata davvero una gradita sorpresa, dove ho consumato una cena paradisiaca in un locale totalmente rinnovato e segnato dal cambio di gestione. I nuovi titolari sono i giovani fratelli Carmine, Daniel e Cristian D’Alessandro di Mandia, mentre in cucina opera il bravo e giovane chef novese Danilo Iannuzzi, diplomatosi all’Istituto Alberghiero Ancel Keys di Vallo Scalo e si è formato e perfezionato poi presso alcuni importanti ristoranti italiani e stranieri. In sala, dove dominano luci soffuse che creano una perfetta atmosfera da Food Experience, si muove con impeccabile maestria l’esperto e preparato ex proprietario Daniele Taddeo autore di un eccellente servizio ai tavoli.

L’entrée ha riguardato una polpettina di black Angus America in olio cottura, su una maionese al peperone crusco.

Ecco qui poi una tartara di manzo locale mantecata con salsa di soia, olio evo bio “I Sapori di Mandia”, sale Maldon, perlage di tartufo nero e tuorlo d’uovo grattugiato. Prezzo 18,00 euro.

Ancora una tartare, questa volta si tratta della pregiata carne giapponese Wagyu A5 con alici di menaica, salsa di soia, salsa teriyaki, crumble di wasabi ed alga nori. Prezzo 25,00 euro.

Tris di Crocchè. Il primo è fatto con tonno rosso mantecato con patata gialla olandese, servita su maionese tirata a mano al teriyaki; il secondo con alici cilentane mantecato con patata bianca sempre su maionese tirata a mano alla soia; il terzo crocchè è composto di baccalà con maionese alla scarola e peperone crusco. Prezzo globale di 16,00 euro.

A seguire il Risotto Vialone Nano Veronese Riserva San Massimo invecchiato due anni, con funghi porcini e mantecato con burro di Wagyu e polvere di prezzemolo. Prezzo 18,00 euro.

Con lo stesso riso Vialone Nano Veronese Riserva San Massimo sempre invecchiato due anni è stato preparato il risotto con bisque di gambero, tartare di gambero rosso di Policastro, zest di lime, stracciatella di burrata e polvere di gambero. Prezzo 20,00 euro.

Guancia di maialino iberico con latte di cocco, cacao amaro e marmellata di arance agrodolce. Prezzo 18,00 euro.

Il predolce è un filetto di baccalà dissalato al cioccolato bianco e glassa ai lamponi. Prezzo 18,00 euro.

E per finire un altro dolce davvero particolare: Cremoso al caciocavallo podolico di Novi Velia, cuore di lamponi, guscio croccante al cioccolato bianco e crumble al cacao amaro. Prezzo 7,00 euro.

Un percorso esperienziale fantastico ed irrinunciabile, frutto di una proposta gastronomica magistrale che sa toccare le corde del cuore e della mente e soprattutto quelle del palato. Lo chef Danilo l’ho battezzato veramente talentuoso, creativo, professionale, tecnicamente perfetto ed anche maturo a discapito della giovane età. I suoi piatti sono acidi, leggeri, freschi, affascinanti, ottimamente assemblati e sanno regalare una forte emozione. In tutto questo è favorito poi da una materia prima di grande spessore qualitativo. I due risotti che ha preparato per esempio sono da manuale e mi hanno letteralmente conquistato, tanto che avrei voluto fare il bis. Penso che ne sentiremo parlare sicuramente in un prossimo futuro.

Carmine da parte sua si vede che è molto appassionato e scrupoloso e cura minuziosamente tutti i dettagli. Ogni mese cambia menù, perché così vuole garantire la massima opzione di scelta da parte dei clienti e favorire la stagionalità e la massima freschezza dei prodotti.

Volendo si può optare per un menù degustazione da quattro, sette e nove portate rispettivamente a 40,00, 60,00 e 80,00 euro senza bevande.

Un altro fiore all’occhiello di questo locale è il bar molto fornito di bevande alcoliche e non, il cui servizio è ben curato dai bartender Daniel e Danilo D’Alessandro.

Carta dei vini abbastanza ampia, ma da implementare ancora con altre proposte di vini territoriali cilentani e campani ed anche nazionali ed internazionali, sempre tenendo d’occhio però il giusto ricarico. Nel mio caso ho fatto stappare un Syrah pugliese adatto per tutto il pasto ed il Passito di Pantelleria Ben Ryè di Donnafugata per accompagnare i dolci.

Spazio esterno molto ampio, che nella bella stagione è adatto a ricevere i clienti al fresco degli alberi. Anche il parcheggio è molto spazioso.

Ristorante Braceria La Montanara

Via Monte Gelbison, 18 – Novi Velia (Sa)

Tel. 0974 277466 – 333 2097025

lamontanara2023@gmail.comwww.lamontanararestaurant.it

Orario di apertura e chiusura dal 15.05.2024: dal martedì al sabato dalle ore 12,00 alle ore 15,00 e dalle ore 19,00 alle ore 24,00. Domenica apertura dalle 12,00 alle 16,00. Lunedì riposo settimanale.

Posti complessivi disponibili fuori e dentro: 120

 

Scheda del 26 agosto 2023

Tutto cambia, tutto si rinnova, per fortuna. Anche sul Gelbison, il monte Sacro della Madonna meta di pellegrinaggi sini alla vetta, di colpo la ristorazione degli ultimi 40 anni cambia volto. La Chioccia D’Oro è stata rilevata da Carmine Mainenti, ex Da Zero Pizza e Territorio, la Montanara vede l’ingresso dei giovanissimi fratelli D’Alessandro di Mandia dove hanno alle spalle un frantoio fondato dal nonno, impegnati anche nello stabilimento Le Saline a Palinuro.
Un’aria nuova, il locale completamente ridisegnato, un grande dehor all’ingresso dove godersi il fresco della montagna a 750 metri. Un grande bancone bar per cocktail e vari cicchetti prima e dopo cena, qualche piatto di mare inserito in un filone sostanzialmente tradizionale in cui la continuità è rappresentata dal piatto iconico che ha fatto la fortuna del locale, le tagliatelle ai funghi porcini di cui la zona è ricchissima.

Daniele Taddeo, precedente gestore, ha accettato di fare da accompagnamento, almeno in questa prima fase e il servizio è rapido ed efficiente. Dunque l’aria da baita di montagna scompare per far posto ad un moderno salone unico con il camino di riferimento, comode sedute, hotellerie moderna e aggiornata.
Il menu prevede classici ma anche piccole innovazioni e soprattutto ha alle spalle un buon lavoro sulla carne, i salumi e i formaggi del Cilento (segnaliamo la macelleria Scarpa) La filosofia sui prodotti è molto chiara, il riferimento è il territorio perchè certo non si arriva sin quassù per mangiare quello che si trova in città.
Ci dobbiamo solo augurare che questo discorso dei prodotti venga subito trasferito alla carta dei vini, evidentemente fatta da un solo distributore e quindi piena di lacune (la Puglia con una sola referenza!), soprattutto quasi senza Cilento, con prezzi fuori dalla grazia di Dio che non fanno certamente  girare la carta. Servono qui rossi e bianchi di buon approccio che parlano territorio, poi magari anche le chicche.
Diverso il discorso per il resto del beverage, che vede Daniel appassionato e sul pezzo. Ottimi e leggeri i cocktal d’ingresso. Moderni e interessanti i dolci.
Complessivamente un bel segnale di rinnovamento decisamente incoraggiante per il territorio tenuto conto del fatto che, tempo permettendo, il locale resta aperto per tutto l’anno con l’eccezione di gennaio.
I prezzi sono ben calibrati e la spesa dipende molto dalla scelta, la media possiamo fissarla sui 40 euro vini esclusi.

REPORT DEL 21 OTTOBRE 2021

di Marco Contursi

Novi Velia è un comune italiano di 2000 abitanti, sulla strada che da Vallo della Lucania conduce al Monte Sacro, il Gelbison. Mentre attraversavo una piazzetta, in un pellegrinaggio laico, alla ricerca di funghi e cinghiale, attira la mia attenzione una casetta in legno, simile a quella che viene messa, come nido, per gli uccelli.

Dentro, non pennuti ma libri, a disposizione di chiunque voglia prenderne o donarne. Una “libreria gentile”, che a me è piaciuta tanto, una idea stupenda, in un’epoca in cui la carta stampata, va sempre più scomparendo. E, anche quando trovi qualcuno con cui credi possa iniziare uno scambio librario, intellettualmente stimolante, poi, alla fine, ti rendi conto che è un fuoco fatuo. Peccato.

Veniamo ai funghi, non li amo particolarmente, ma ci sono giorni in cui sento il bisogno incontenibile di mangiarli, sono strano, lo so, ma non mi frega.

Alla Montanara, sono un cavallo di battaglia, raccolti nei boschi circostanti, sotto castagni e faggi. Porcini, mazze di tamburo, chiodini, li trovi facilmente nel cesto all’ingresso. Per finferli (gallinacci) e ovuli, devi essere fortunato. Io non lo sono stato, ma è andata bene uguale. Buona la mazza di tamburo alla griglia, come pure le tagliatelle coi porcini, anche se più che una tagliatella, sembrava uno scialatiello cresciuto troppo.

Le cortecce col cinghiale erano gustose e ricche di carne del suide selvatico. Le paste, fresche, le fa un noto pastificio della zona, “l’Artigiano della pasta”, di Giovanni Palma. Tanti anni fa, Giovanni e la moglie gestivano anche una trattoria a Vallo, che io amavo frequentare e di cui scrissi, in uno dei miei primi articoli, da giovane cronista del cibo, su un quotidiano salernitano. Altri tempi, altro fisico, altre speranze. Stessa, inguaribile, voglia di crederci.

Torniamo alla Montanara. Per secondo, arista coi funghi porcini (buona, anche se un tantino asciutta la carne di maiale, che potrebbe anche essere migliore come materia prima di partenza) e cinghiale in umido (slurp, slurp), più una ricca porzione di patatine fritte, che sempre bene ci sta. Il personale, gentile, cerca di accontentarti in tutto.

Ben due tipi di pane, nel cestino, bianco e semi integrale. Il vino della casa è un blend di aglianico e montepulciano, che si fa bere, a patto di non fare troppo gli “speziali”.

La compagnia è piacevole, non faccio troppo il “sofisticato”, e la bottiglia finisce, sull’ultimo pezzo, di un carnosissimo porcino. Il dolce no, lo prendo alla pasticceria Franco di Casal Velino, che fa anche il miglior caffè da Salerno a Sapri. Una arabica in purezza, a cui abbinare una aragostina a crema. Magari due.

Segnatevi questi indirizzi, se siete in zona o della zona: La Montanara a Novi Velia per assaggiare i sapori del bosco e la Pasticceria Franco a Casal Velino, per chiudere in bellezza.

E di bellezze, questa zona del Cilento, certo non difetta. Ma la bellezza, da sola, non basta, se non c’è dell’altro, dentro al cuore.

Sarebbe troppo facile sennò…

 

La Montanara
Via Monte Gelbison, 18, 84060 Novi Velia (Sa)
tel 0974 65366
prezzo medio 30 euro con vino della casa

Pasticceria Franco
via Velia 96 Casal Velino
tel 0974 907518

 


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