di Marina Betto
La magia del Collio è fatta di natura e persone, cultura e confini fluidi tra Italia, Austria e Slovenia con vigneti che si diramano tra le colline donando vini unici e straordinari, tra i bianchi migliori al mondo. Il territorio del Collio è una piccola mezza luna racchiusa tra il fiume Isonzo, in provincia di Gorizia, e il territorio di confine. Ritmi rallentati, contatto con la natura, cicli stagionali tratteggiano il carattere di questa terra e dei suoi frutti che nascono tra asperità e lavoro duro per trasformare tutto questo in equilibrio, armonia e qualità. La storia di questi vini si dipana nei secoli, conosciuti nel medioevo come i più pregiati sono stati amati e apprezzati dai dogi della Serenissima Repubblica di Venezia, dagli zar di Russia, dai sovrani dell’Impero Autro-Ungarico.
La Prima Guerra Mondiale ha messo a dura prova questo territorio ma la tenacia dei friulani ha fatto in modo che con il tempo la regione si sia impreziosita di uve pregiate. Nel 1964 viene fondato il Consorzio Collio e nel 1968 è stata riconosciuta la Denominazione di Origine Protetta.
Questa zona del Friuli regala splendide vedute naturali ed artistiche, dal monte Quarin, sopra Cormòns, lo sguardo spazia fino al mare Adriatico, a Scriò immersa nel verde si incontra la gialla accecante chiesa di San Leonardo, i vigneti che da Russiz Superiore scendono verso la piana del Preval, la chiesa dei Santi Vito e Modesto a Ruttars e il suo castello di Trussio conteso tra l’impero Asburgico e la Serenissima, i castelli di Spessa alle porte di Capriva del Friuli e il Castello Formentini a San Floriano del Collio e la luce che pervade ogni cosa contribuisce a creare una vera magia dove le leggende e i miti si mescolano a credenze antiche e storie popolari. Girando tra questi colli lo sguardo sarà diretto verso est, verso quel confine di guerra che ha diviso una terra che era comunque unica.
Le stesse uve, essenze arboree, la stessa cucina cancellano i confini e si viaggia così di borgo in borgo verso Dobrovo a Vipolze e Smartno senza notare sostanziali differenze come nei vini di queste parti. Le viti qui affondano nella ponca o flysch fatto di marne e arenarie ricche di minerali che donano tutto il sapore che troviamo nel vino.
Il Collio è costituito di 1500 ettari coltivati a vite tra varietà autoctone e internazionali come lo Chardonnay che rappresenta 8% della produzione totale della Denominazione. Le caratteristiche dello Chardonnay del Collio sono il profumo delicato e il sapore asciutto e fresco reso maggiormente rotondo dal legno che viene usato da molti produttori. La Ribolla gialla presente in zona già dal 1800 ha trovato un grande apprezzamento ultimamente là dove si riesce a farle esprimere maggiore verticalità sebbene il suo potenziale di affinamento sia una sua precisa qualità. Il Collio bianco è il blend caratteristico con il quale ogni azienda esprime se stessa e il territorio, il colore giallo del Collio bianco ha diverse sfumature che arrivano fino al ramato, il profumo è leggermente aromatico e il sapore asciutto fresco e vivace. Altro vitigno principe da queste parti è il Tocai friulano e il vino Friulano come pochi sa esprimere il territorio di appartenenza. Può presentarsi ora giallo carico ora paglierino ma sempre ricco di profumo di mandorla e finale amarognolo, corposo e fragrante allo stesso tempo, la sua aromaticità può dipendere molto dall’esposizione dei vigneti. I vigneti storici sono meno omologati rispetto a quelli più recenti. Discorso diverso per la Malvasia istriana, portata dai Veneziani in questi luoghi ora rappresenta il 3% della produzione totale, ed è inconfondibile per le sue caratteristiche di armonia e rotondità, minore aromaticità rispetto alle altre malvasie e tipico sentore affumicato. Tra le varietà più coltivate il Pinot Grigio arriva in Collio a metà del 1800 e oggi rappresenta il 30% della produzione.
I suoi colori sfumano dal giallo dorato carico al ramato e la sua armonia potente lo fa essere uno dei migliori Pinot grigio a livello mondiale. Il Riesling rappresenta una piccola produzione in regione ma caratteristica mentre il Sauvignon arriva sul Collio come il Pinot Grigio a metà “800 dalla Francia, pur rimanendo riconoscibile intensifica le sue caratteristiche fondendole con il terroir. Il Consorzio Collio ha una bottiglia identificativa disegnata nel 2009, che richiama le bottiglie di un tempo con il collo stretto, ha la particolarità di essere fatta con minor utilizzo di vetro, la riconoscerete non solo dalla forma ma dalla dicitura Collio e dal bollino giallo. Un’occasione per approfondire la conoscenza di questi vini viene proposta il 18 aprile prossimo in occasione del Collioday, un evento itinerante che coinvolgerà diverse città italiane in collaborazione con 12 delegazioni AIS: Apuana (Massa Carrara), Cagliari, Elba, Ferrara, Fermo, Firenze, Grosseto, Isernia, Pescara, Prato, Roma, Romagna.
www.collio.it
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