di Enrico Malgi
Di qua il lago Lario o di Como e di là quello Ceresio o di Lugano in Svizzera, ma che lambisce anche le province lombarde di Varese e di Como. Proprio in mezzo si estende la Val d’Intelvi, che raggiunge l’altezza di 1.302 metri a Sighignola nelle Alpi Lepontine.
Lasciato il lungolago di Como ad Argegno sulla sponda occidentale, ci inerpichiamo con l’auto su fino a circa 1.000 metri per raggiungere Pellio. Qui, accolti da un panorama mozzafiato che comprende anche la visione in contemporanea dei due laghi, si trova La Locanda del Notaio, un’antica e nobile dimora di campagna trasformata in Hotel a quattro stelle con annesso il ristorante, frutto di un’intuizione di Simonetta Manara, coreografa teatrale, e di suo marito Attilio Schiavetti di professione notaio, che ne ha ispirato il nome. Luogo di pace e di estrema tranquillità. All’esterno domina la scena con i suoi diecimila metri quadri uno spettacolare parco, dove in estate ci si può ristorare all’ombra dei maestosi e secolari tigli o sotto il grande gazebo. Il vasto prato all’inglese, il gorgogliante ruscello, il caratteristico “laghetto delle oche” e la “Balena”, una pregevole scultura dell’artista irpino Nicola Salvatore, completano l’affascinante mosaico.
All’interno ampie, luminose e spaziose sale per un raffinato, elegante, lindo e ben curato ristorante, ove al centro troneggiano i rispettivi camini già accesi in questo periodo di fine settembre, per contrastare l’incipiente e frizzantina aria di montagna.
Ai fornelli si destreggia con acume e sicurezza il ventottenne e talentuoso chef stellato brianzolo Edoardo Fumagalli, reduce dalla vittoria finale del premio San Pellegrino Young Chef 2018 Italia, ove ha primeggiato con il piatto “Gambero Carabiniere, animelle glassate, croccante alle alghe ed insalatina aromatica”. Edoardo, pur così giovane, ha già completato un interessante percorso formativo di assoluto rispetto dopo il diploma conseguito presso l’Istituto Alberghiero “A.Olivetti” di Monza. Tappe fondamentali sono state soprattutto quelle che l’hanno portato a frequentare le prestigiose cucine del Daniel di New York, del Le Taillevent di Parigi, del Marchesino di Milano, del Grand Hotel Sheraton di Edimburgo e del Danieli Hotel di Venezia. Alla fine tutte queste gratificanti esperienze l’hanno temprato per essere pronto a sperimentare una cucina altamente creativa ed innovativa, che da una parte strizza l’occhio al futuro ed all’internazionalizzazione e dall’altra tiene sempre conto delle tradizioni gastronomiche locali. Nel prossimo mese di giugno Edoardo si deve misurare con un’agguerrita pattuglia di giovani e rampanti chef provenienti da tutto il mondo per l’aggiudicazione del premio finale San Pellegrino Young 2018. Il ragazzo sembra sicuro di sé e non lo spaventa il confronto. Staremo a vedere come finirà. Noi tutti intanto facciamo il tifo per lui e gli auguriamo un grosso in bocca al lupo.
Nel frattempo, durante la mia visita mi ha fatto assaggiare alcuni suoi piatti, che mi hanno lasciato pienamente soddisfatto.
Dopo la presentazione di alcune varietà di ottimo pane sfornato al momento e servito con cubetti di burro multicolore, s’incomincia subito con una sfilza di creativi finger food: Sigaro di patate con formaggio fresco agli agrumi; Meringa al peperone e crema di lime; Taccola ripiena di salsa alla senape; Alga croccante d’acqua dolce al miele.
Si continua poi con la Spuma di patate, uovo di quaglia poché al tartufo e quinoa soffiata. Ottima interpretazione di un piatto giocato sulla tecnica pura.
Delicata e sublime la Tartare di gamberi rossi e caviale.
La Terrina di foie gras d’anatra, mango e rabarbaro è sicuramente un piatto eccellente e da manuale, con sapori ben delineati.
Gnocchi di patate arrosto, morchelle al Vin Jaune e ricotta di pecora stagionata. Ecco qui un piatto che nella sua apparente semplicità risulta molto indovinato ed equilibrato. Bella spinta acida e croccante quanto basta.
Gambero carabiniere, animelle di vitello, croccante alle alghe ed insalatina aromatica. Il piatto con cui Edoardo ha meritatamente vinto al concorso San Pellegrino. Perfetto l’abbinamento terra-mare e che si rivela poi leggero e sfizioso, con un’esplosione di sapori che ben si legano tra di loro. Il gambero è cotto al vapore, mantenendo così intatte tutte le sue prerogative di finezza, le animelle sono tenere e gustose e la croccantezza delle alghe e dell’insalatina dona l’indispensabile consistenza.
Petto di piccione, costine rosse, foie gras ed uva al lime. Le reminiscenze francesi di Edoardo si manifestano in modo evidente con questo centrato piatto, in cui i sapori sono netti e riconoscibili. La carne è tenera e succulenta, mentre la grassezza del foie gras viene contrastata dall’acidità del lime.
E adesso passiamo ai dolci, preparati dal giovane e bravo pasticciere Damiano Bonomi, che con Edoardo forma una coppia perfetta e di massima intesa professionale.
Toast con cremoso al cioccolato salato e goccioline di albicocca. Leggero e godibile.
Mousse al caffè, cremoso alla banana e gelato all’anice. Profumato, penetrante e dal sapore intenso.
Al termine coccole finali e caffè.
Ottimo l’abbinamento dei vini curati dal giovane, ma già molto esperto sommelier Mattia Colò. In successione ha proposto Franciacorta blanc de blancs non millesimato di Cavalleri, Chardonnay Les Cretes 2016, Sauvignon Blanc Quarz Terlan 2015, Nebbiolo delle Langhe di Pira 2015 ed infine Ben Ryé Passito di Pantelleria Donnafugata. Servizio preciso ed inappuntabile al tavolo da parte del maitre Franco Venere, con la collaborazione dello stesso sommelier. Nell’insieme tutti giovani e bravi interpreti, che formano una brigata coesa e bene affiatata.
In conclusione penso che Edoardo Fumagalli sia un altro eccellente giovane chef emergente della “nuova” cucina nazionale, come per fortuna sempre più spesso capita d’incontrare in giro per l’Italia. All’orizzonte per lui si prospetta un futuro radioso e pieno di soddisfazioni, perché possiede buona padronanza tecnica, sostenuta da un’idea precisa di come creare i piatti. Lo trovo molto maturo per la sua età. Possiede poi umiltà, coerenza, rigore e genialità ed è proiettato verso una costante ricerca della perfezione stilistica. La sua filosofia lo porta a raggiungere un perfetto equilibrio tra materia e composizione, tra identità territoriale e contaminazione estera. Possiede anche solide basi, su cui poggiare le sue convinzioni per una cucina moderna e creativa e che sappia trasmettere le giuste emozioni. Per tutto questo credo che una visita alla Locanda del Notaio sia una tappa obbligata per tutti gli amanti della buona cucina.
La Locanda del Notaio
Via Piano delle Noci, 32 – Pellio d’Intelvi (Co)
Tel. 031 8427016 – Fax 031 8427018
info@lalocandadelnotaio.com – www.lalocandadelnotaio.com
Menu alla carta e con degustazione
Otto portate a 105.00 euro escluse le bevande
Quattro portate a 70.00 euro escluse le bevande
Camere n. 18 – Coperti n. 30
Aperto da marzo a dicembre
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