
di Marina Alaimo
Via Fiùscio, a Boscotrecase, la via dei vigneti dove soffia sempre il vento, ieri è stata violata nel suo silenzio mistico dall’arrivo di numerosissime persone desiderose di festeggiare con i Sorrentino la vendemmia. Questa famiglia di viticoltori da tre generazioni ha investito moltissimo sul futuro vitivinicolo del Vesuvio. E ci riesce in pieno grazie alla grande energia arrivata dalla nuova generazione: Benny, Giuseppe e Maria Paola. Benny è la giovane enologa, unica nel Sud, che con grande entusiasmo e forte senso della famiglia ha dato una notevole spinta all’attività della propria cantina.


I vini dei Sorrentino raccontano con profonda coerenza ed estrema semplicità l’identità vitivinicola vesuviana. Qui si allevano i vitigni che da sempre condividono lo spazio con roccia lavica, lapilli ed il bosco del Parco naturale del Vesuvio. Si producono i Lacryma Cristy bianco, rosso e rosato, tutti caratterizzati da una forte identità territoriale.
Ma si propongono anche i singoli vitigni vinificati in purezza, con coraggio e caparbietà, per affermare la consapevolezza della capacità espressiva di ognuno di loro. Quindi hanno tanto da dire e da dare il Natì da caprettone in purezza, il Catalò da uve catalanesca, il Fructi Versacrum da piedirosso del Vesuvio ed il Don Paolo splendido aglianico vesuviano.
Divertente e di spinta freschezza il DoRè spumante Lacryma Christi bianco che dà il benvenuto agli ospiti sulla terrazza della cantina accompagnando il panino con fichi e prosciutto crudo di Eduardo estatico.
Seguono:
– Antipasto di polenta bianca con seppia al nero ed olio al prezzemolo di Eduardo con Catalò 2010 (catalanesca 100%)
– Primo: paccheri farciti al baccalà su crema di patate e sedano di Eduardo con Natì coda di volpe 2010
– Secondo: pescatrice in foglia di guanciale e melanzana con cremoso di caciocavallo del Cilento, pomodorini del piennolo infornati e olio alle alici di Cetara di Carmine Mazza con Vigna Lapillo rosato 2011
– Dessert: sfogliatella con scorzetta di arancia al cioccolato con crema allo Strega e uva fresca di Carmine con Passito Fior di Ginestre
E finalmente si procede con il rito della pigiature dell’uva con i piedi nel vecchio tino di famiglia. La musica conduce il ritmo del battere dei piedi lì dove la vendemmia è ancora una festa magica vissuta con grande entusiasmo e voglia di stare insieme.
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