di Enrico Malgi
Casebianche e Fortunato Sebastiano ormai hanno fatto scuola. Prima La Matta e poi il Fric ed il Pashkà sono stati gli antesignani in provincia di Salerno per la produzione di spumanti con metodo ancestrale che hanno fatto proseliti. Questo sistema, mutuato dalla viticoltura francese che ha nell’etichetta Clairette de Die il suo caposaldo, prevede la rifermentazione in bottiglia senza sboccatura in modo spontaneo attraverso l’aggiunta del mosto del vino stesso, conservato precedentemente a bassa temperatura. Su questo abbrivo qualche mese fa è uscito sul mercato il Gabry Colli di Salerno di Viticoltori Lenza e adesso ecco che ho scoperto un altro emulo cilentano. Si tratta dell’etichetta La Gioia Vino Biologico e Biodinamico Frizzante Secco della Società Agricola Eremo di S.Iconio di Camerota, appartenente all’avvocato Fabio Labruna.
Labruna, pur vivendo a Milano, mantiene inalterati i rapporti con l’amato Cilento portando avanti un ambizioso progetto da circa dieci anni. Si tratta del recupero di un meraviglioso fondo che si affaccia sul mare di Capo Palinuro, su cui insistono antiche vestigie di un monastero basiliano. Inoltre l’avvocato ha aperto a Milano un wine bistrot agricolo, che beneficia dei prodotti della stessa sua azienda e di alcune eccellenze di selezionati produttori cilentani.
Soltanto Aglianico, per questo vino, le cui uve sono state pressate intere senza diraspatura con la ctassica tecnica “cremant”. Gradazione alcolica di undici e mezzo. Prezzo della bottiglia (appena 2.000 prodotte nel 2018) di circa 15,00 euro. Contenuto di anidride carbonica sotto i cinque grammi per litro. Tappo a corona.
Colore cerasuolo leggermente opaco, perché il vino non è stato filtrato. Bollicine piccole, bouquet di notevole spessore olfattivo e di calibrata consistenza. Al naso si percepisce un pot pourri di gradevoli profumi di lampone, ribes, melagrana, ciliegia, rosa canina, glicine, viola e muschio. Sorso vivace, secco, ottimamente fruttato, floreale, rinfrescante, dissetante e sapido. Palato tenue, felpato, naif, sfizioso, fragrante e succoso. Tattilità carezzevole, garbata, vellutata, elegante e birichina. Finale godibile ed appagante. Un vino che, come dice il nome, dona veramente gioia a chi lo beve. A me è successo proprio così! Da aperitivo, oppure su un tagliere di salumi, finger food e pesce crudo. In alternativa va bene anche sulla pasticceria secca. Insomma, è un vino versatile che vi stupirà certamente e da provare assolutamente.
Prossimamente uscirà sul mercato anche uno spumante metodo classico rosato da Aglianico. Si sta lavorando poi alla produzione di un Aglianico fermo vinificato in anfora. Come si può costatare a Labruna le brillanti idee non mancano certamente, della serie “piccole aziende cilentane crescono”.
Società Agricola Eremo di S.Iconio
Camerota (Sa) – Contrada S.Iconio
Tel. 02 76009933 – @eremo_iconio
Consulenti: Stefano Menti e Giuseppe Ferrua
Certificazione Biologica (ICEA) e Biodinamica (Demeter)
Ettari vitati: 6
Vitigni: Aglianico e Fiano
Dai un'occhiata anche a:
- Vini Feudo Antico – Nuove annate
- Libero Taburno Falanghina del Sannio Vendemmia Tardiva Dop 2017 – Azienda Fontanavecchia
- On line la Guida ai Migliori Vini della Sardegna 2025 di Vinodabere.it., con numeri e qualità da record
- VINerdì di Grantito Igp: Tardivo ma non Tardo 2021, il Verdicchio di Stefano Antonucci
- Cantina Mito a Nusco
- Quintarelli, Rosso del Bepi
- Anteprime Toscana: Il Vino Nobile di Montepulciano
- Cru di Montagna di Abbazia di Novacella