di Catia Corbelli*
Il nome “fràscatula”, che nella nostra tradizione mormannese si prepara esclusivamente con farine di granoturco, sembra derivi dal francese “flasqué”, ovvero “floscio”, per via della consistenza che appena preparata si presenta molle ma raffreddandosi tende a rassodare. È chiara l’ influenza linguistica degli angioini, nel nostro caso, sebbene in precedenza si usasse utilizzare farine di diversa derivazione (frumenti e leguminose) per preparare delle “pappe” della stessa consistenza, di cui si trova traccia già ai tempi della Magna Grecia, quando addirittura era piatto comune quotidiano.
La tradizione mormannese vuole che la farina del granoturco venisse definita “farina i migghiu”, probabilmente perché, nella forma e nei colori, la pannocchia di granoturco ricordava fortemente la spiga del miglio. I tempi cambiano e, in questo caso post-festivo, abbiamo voluto inneggiare al connubio gusto-leggerezza ma in passato, quando i motivi sociali chiedevano altri fabbisogni nutrizionali, la fràscatula mormannese veniva condita con un sugo di pomodoro e carne di maiale.
Ingredienti per otto persone
-250 di farina di mais macinata non troppo fine (bramata)
-1,25 lt di acqua
-1 cucchiaio di olio evo
Sale qb
Procedimento
Far riscaldare l’acqua e aggiungere l’olio.
Prima dell’ ebollizione togliere dal fuoco e aggiungere poco alla volta il mais, salare e rimettere sul fuoco.
Far bollire a fuoco basso per 20/25 minuti continuando a mescolare.
A fine cottura versare il tutto in stampi di silicone, e lasciate raffreddare.
Per i funghi porcini
Pulire 500 gr di porcini silani freschi, far trifolare (olio, aglio e prezzemolo) per pochi minuti.
Sformare la fràscatula e infornare a 200 gradi per 5 minuti.
Disporre lo sformato in un piatto, aggiungere i funghi porcini trifolati, un filo d’olio evo e servire, eventualmente, a piacere con una grattata di cacio ricotta.
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