I mantra medioevali si diffondo sul web e diventano certezze se non paura. Assistiamo così al paradosso di vini difettati che vengono esaltati come espressione del territorio e alla demonizzazione di una delle eccellenze italiane, la farina 00 che nel mondo viene identificato immediatamente come made in Itala al punto che la pizzeria vegana più famosa di New York si chiama proprio così, «00».
Insomma, vuoi per ragioni commerciali, vuoi per ragioni ideologiche, molti recitano la parte dei talebani che demolirono le statue giganti in Afghanistan.
In realtà tutti i grandi mulini lavorano la 00 e il processo è assolutamente meccanico. Anche a questo è servita la seconda giornata nazionale di Mulini Porte aperte: a capire che il grano non si raffina ma si macina e che soprattutto non è necessario alcun agente chimico per ottenere il bianco assoluto della farina perché ci pensano le macchine di una tecnologia all’avanguardia.
Sabato scorso ad aprile porte è stato il Mulino Caputo, nella nuova sede di Campobasso, acquisita cinque anni fa dalla nuova proprietà della Molisana. «L’anno scorso abbiamo accolto i visitatori nello storico stabilimento napoletano, attivo dal 1924, ed è stato un successo addirittura superiore alle aspettative – ha dichiarato Antimo Caputo, Ad del mulino – quest’anno, con “Molini a porte aperte”, evento promosso da ITALMOPA, Associazione Industriali Mugnai d’Italia, vogliamo far conoscere questa nostra nuova realtà produttiva: si tratta di un ampliamento degli stabilimenti che procede di pari passo con la crescente diffusione dei Campi Caputo, in cui coltiviamo in proprio il grano, applicando un controllo puntale, che procede dalla scelta del seme alla semina, dalla trebbiatura allo stoccaggio e fino alla molitura».
Il nuovo capannone completa l’investimento realizzato e costato circa 20 milioni di euro in uno stabilimento che adesso ha una capacità produttiva di 180 tonnellate al giorno e che fa della Mulino Caputo uno dei maggiori player italiani del settore. Il comparto molitorio italiano trasforma annualmente 5,4 milioni di tonnellate di frumento tenero con una produzione di quasi 4 milioni di tonnellate di farine destinate alla panificazione (2,5 milioni di tonnellate), alla biscotteria (695.000 tonnellate), alla produzione di pizza e pasta (370.000 tonnellate), con un leggero incremento rispetto ai volumi del 2018.
Il Mulino Caputo è arrivato a questo secondo appuntamento sulla scia del successo di Nuvola, il nuovo prodotto per pizzaioli che ha subito avuto un buon ascolto commerciale in un quadro in cui l’offerta si diversifica sempre più perché deve tenere conto delle esigenze dei diversi comparti, dal pane alla pizza ai dolci passando per le differenziazioni che esistono poi all’interno di ciascuno di questi mondi.
Sabato è stata una festa di famiglia nell’ambito di una tradizione familiare che è arrivata ormai alla terza generazione. Decide di persone, comprese le famiglie degli operai, hanno visitato il moderno complesso che è proprio alle porte del capoluogo molisano, nell’area industriale. Brevi saluti, tante visite per capire bene il processo di produzione e finale con le pizze del campione del mondo Davide Civitiello e i prodotti del territorio. Una giornata in cui una delle eccellenze italiane si è aperto al suo pubblico in un momento in cui il mercato cresce sempre di più in Italia e nel mondo nonostante i continui attacchi mediatici lanciati dalle multinazionali della carne contro i carboidrati e le fake news sulla farina 00, eccellenza italiana prodotta da tutti i grandi mulini. Non si arresta infatti l’export di farine italiane di frumento tenero sui mercati esteri, che nel 2018 registrano un netto +9% in volume e un +10% in valore rispetto al 2017. A livello quantitativo sono state circa 180mila le tonnellate di farina di grano tenero vendute sui mercati esteri, con particolare riferimento ai mercati Usa (15.396 tonnellate), Francia (13.744 tonnellate), Germania (9.354 tonnellate), Regno Unito (9.196 tonnellate) e Spagna (7.229 tonnellate), che assieme portano a una crescita complessiva del 350% dell’export negli ultimi 10 anni. Come si vede, un comparto strategico del nostro Food che va difeso e tutelato con determinazione.
Fra i fattori della grande competitività italiana, la capacità unica dell’industria molitoria di individuare, selezionare, miscelare e trasformare i migliori frumenti. La macinazione del grano, sviluppatasi da tempi quasi remoti, si avvale oggi di innovazioni tecnologiche all’avanguardia, che consentono la produzione di farine di altissima qualità, rispondenti alle esigenze dei consumatori. E, ricordate, la farina non si raffina, ma si macina!
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