di Alberto Nigro
Il cibo come momento d’incontro, la tradizione come riscoperta culturale e punto d’orgoglio, la competizione come occasione di scambio tra popoli e territori. Questa, in estrema sintesi, è la «Disfida del soffritto». Una contesa tra ricette e comunità a suon di soffritto di maiale promossa dalla Condotta Slow Food Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi
che dal 2007 si svolge in maniera itinerante nella provincia di Avellino.
Cornice della quattordicesima edizione, andata in scena lo scorso 10 marzo, il Comune che dà il nome alla più prestigiosa denominazione di vino rosso d’Irpinia, Taurasi.
Ad animare l’iniziativa fin dagli esordi è il presidente della Condotta Slow Food, Alessandro Barletta. «La Disfida – racconta – è nata per volontà di un gruppo di amici di Vallesaccarda. Le prime due edizioni furono piuttosto intime e si tennero lì, poi, grazie all’apprezzamento della popolazione, si è registrata una crescita notevole e l’evento si è fatto itinerante».
Il confronto tra culture è sempre stato alla base della kermessee le edizioni che si sono svolte tra il 2011 e il 2016 hanno visto anche la partecipazione di alcune comunità pugliesi come Troia e Bovino.
«La volontà di tutti – spiega Barletta – era ed è quella di difendere e tramandare la tradizione contadina, “‘o rito re lo puorco”, come si dice dalle nostre parti. Tale tradizione, pur con le sue peculiarità, accomunamolti territori a vocazione agricola dove in passato non c’era casa in cui non si era soliti allevare il maiale».
In occasione dell’ultima edizione si sono fronteggiate 15 brigate in rappresentanza di altrettanti Comuni irpini: Aiello del Sabato, Ariano Irpino, Frigento, Gesualdo, Grottaminarda, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Rocca San Felice, Scampitella, Sturno, Taurasi, Teora, Trevico e Vallesaccarda. Ognuna di esse ha proposto la propria ricetta del soffritto provando ad accaparrarsi il favore dei componenti di due giurie, una tecnica ed una popolare. Alla fine, Mirabella Eclano ha prevalso per la giuria tecnica, mentre Ariano Irpino si è aggiudicato il premio popolare.
Incredibile la varietà di ricette e la differenza di impostazione tra territori che talvolta distano solo pochi chilometri. Se c’è chi il soffritto lo prepara utilizzando esclusivamente le interiora del maiale, infatti, c’è anche chi punta sulla delicatezza proponendo solo le parti più nobili dell’animale. E a chi preferisce allestire un ragù stretto ed intenso, cotto a fuoco lento per lunghissime ore, per condirci la pasta, si oppone chi porta in tavola un soffritto in bianco, affiancato da patate o peperoni e impreziosito da generose dosi di alloro e peperoncino, una preparazione che in certe zoneviene definita «sfrittuliata». Ogni territorio la propria tradizione e, come spesso capita con gli orgogliosi custodi della cultura popolare irpina, non esistono secondi posti: ognuno è portatore della sola ed inattaccabile verità.
«La quattordicesima edizione della Disfida – afferma Barletta – ha rappresentato un momento molto importante perché dal 2019, con l’avvento del Covid, non si era più svolta». Per l’occasione è stato istituito anche un premio per il migliore abbinamento soffritto – vino (in gara circa 50 etichette tra Aglianico e Taurasi presentate da 26 aziende, ndr.) dedicato ad Oto Tortorella, membro della Condotta Slow Food scomparso proprio nel periodo della pandemia. Ad aggiudicarselo, l’Aglianico proposto dalla cantina Antico Castello di San Mango sul Calore.
Soddisfatto per il successo dell’iniziativa il primo cittadino di Taurasi, Antonio Tranfaglia, che si è detto «felicissimo di aver potuto ospitare sul territorio comunale una manifestazione che ha visto la partecipazione di così tanta gente».
Effettivamente, diverse centinaia di curiosi (oltre 750 i ticket staccati, ndr.) nel corso dell’intera giornata hanno affollato le vie del paese per assaporare, accompagnati dai ritmi incalzanti delle tammorre, le intriganti sfumature del soffritto, ma anche per apprezzare le tradizionali colazioni contadine. Una vera e propria festa dei sensi.
Ma mentre la bocca stenta a lasciar andare una così ricca varietà di saporie gli occhi continuano a regalare strascichi di immagini e colori, la mente è già rivolta all’edizione 2025. Per una legge non scritta, il vincitore del premio della giuria tecnica ha il diritto di ospitare l’evento, per cui, salvo clamorose rinunce, brigate, pentoloni e tanti chili di soffritto prenderannopresto la via di Mirabella Eclano.
Il soffritto di maiale in Irpinia
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