di Marina Alaimo
L’incontro tra i vini di Marisa Cuomo ed i piatti della cucina tradizionale romanesca di Anna Dente è stato fortemente voluto, inseguito da tempo e finalmente realizzato giovedì 4 agosto. Entrambi sono espressioni massime del proprio territorio di origine, i vini di Marisa ormai fanno il giro del mondo raccogliendo sempre importanti riconoscimenti e la cucina della sora Anna rappresenta un’importante testimonianza di una tradizione gastronomica difficilmente reperibile in maniera così autentica. Scenario del felice incontro è stata l’incantevole cornice della costa amalfitana che continua ad affascinare in maniera profonda con la sua infinita bellezza che il tempo non ha minimamente scalfito.
La cena si è svolta sulle terrazze panoramiche del neonato ristorante wine bar M’ama, nell’albergo Margherita di Praiano.
Anna è in forma smagliante, con cappellone ed occhiali rossi elargisce sorrisi senza alcuna parsimonia, chiacchiera piacevolmente con tutti raccontando la storia dei suoi piatti e piccoli aneddoti simpatici in riferimento al suo lavoro.
Anna è originaria della borgata rurale di San Cesareo, vicino Roma, e sin da bambina ha collaborato attivamente alle attività di famiglia, la macelleria, la norcineria e la piccola agricoltura tipica della campagna romana.
Ha appreso l’arte della cucina romanesca presso le osterie della zia Ada a Roma e oggi è ritenuta un’importante ambasciatrice e testimone di quest’arte.
La sua Osteria di San Cesareo prende nome da un’antichissima osteria locale risalente all’epoca romana che funzionava come stazione di posta con locanda, lungo il percorso della via Labicana che portava da Roma a Capua.
I vini Costa d’Amalfi Furore di Marisa Cuomo sono tra le migliori espressioni della costiera, grazie alla caparbietà di Marisa e del marito Andrea Ferraioli hanno raggiunto un’importante posizione nella produzione nazionale.
Nelle strette terrazze rubate alla roccia, racchiuse dai muretti a secco, la vitivinicoltura è estrema, le asperità del terreno impongono un lavoro totalmente manuale. Si allevano solo i vitigni autoctoni della costiera: falangina, biancolella, ginestra, ripoli e fenile sono le varietà a bacca bianca, piedi rosso ed aglianico quelle a bacca nera. Decisi a vincere le tante difficoltà, Marisa ed Andrea sono riusciti con i loro vini straordinari a vincere l’isolamento geografico al quale Furore era condannata da tempo immemore, essendo circondata dai Monti Lattari e fuori dal circuito stradale del quale usufruiscono invece i paesi posti sul mare.
Le loro etichette hanno presto fatto il giro del mondo accendendo l’attenzione sul piccolo borgo di Furore che oggi vive un felice momento turistico. La sora Anna ha esaltato la cultura del “quinto quarto”, ereditata dal papà Emilio e dal nonno Eugenio detto “scortichino”.
La cena ha avuto inizio con il cazzimperio, ovvero verdure fresche in pinzimonio, e cacio (Provolone del Monaco) e pere; in abbinamento Costa d’Amalfi Furore Rosato 2010.
Poi i mitici bucatini all’amatriciana con delicato tocco di basilico fresco tritato ed in abbinamento il Costa d’Amalfi Furore Rosso 2010.
A questo punto una serie di secondi piatti dove il quinto quarto è stato protagonista indiscusso, quindi coda alla vaccinara, guanciale di manzo al Furore rosso, la Sabatina, ovvero una divina trippa alla romana, animelle alla papalina con funghi porcini innaffiati da Costa d’Amalfi Furore Rosso Riserva 2007.
Per finire le ciambelline al Gran Furore e le pesche al Furore bianco, in abbinamento Fiorduva 2009.
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