di Enrico Malgi
Nel 1997 Stefano Nuzzo, giovane chef salentino di Marittima, si trova a lavorare in un albergo-ristorante di Tarvisio quando incontra Klejda Dilo, una giovane ragazza albanese fuggita dal suo Paese per trovare fortuna in Italia. I due si innamorano e così subito progettano di vivere il loro sogno d’amore e costruire insieme il futuro. Lasciano il Friuli, si sposano e si stabiliscono nel Salento, dove aprono il ristorante La Piazza a Poggiardo, inserito in uno storico e signorile edificio in pieno centro cittadino.
Stefano, uomo taciturno, discreto e schivo, sta ai fornelli e Klejda, diplomata sommelier, fa gli onori di casa in sala con alta professionalità e perfetto piglio di esuberante anfitrione. Un sodalizio che si completa a vicenda, quindi e che rappresenta la vera chiave del successo del ristorante. Proposta di una cucina territoriale prettamente tradizionale, con piatti leggermente rivisitati e/o connotati da qualche contaminazione albanese, in omaggio al Paese di origine di Klejda. Piccoli produttori locali assicurano ogni giorno una materia prima freschissima e di alta qualità, con prevalenza di pesce pescato nelle limpide acque adriatiche, oltre a carni, ortaggi, frutta ed olio. Dal 2011 il ristorante è costantemente detentore della Chiocciola di Slow Food (il primo in provincia di Lecce), a conferma della bontà del menù.
Ambiente da salotto, caldo, accogliente ed elegante e munito di grande camino. Atmosfera magica, idilliaca, tranquilla e confortevole, avvolta nella tipica pietra calcarea leccese con il classico soffitto a volte e connotata da un sapiente gioco di luci, che esalta i contorni. Musica rilassante in sottofondo a basso volume. Nella corte esterna ecco il funzionale ed incantevole dehors, che apre le sue braccia nelle calde serate dell’estate salentina, mitigate dalla brezza del vicino mare di Castro Marina e di Santa Cesarea Terme e cullato dal prezioso fresco degli alberi di ulivo.
Tre antipasti in successione, serviti insieme allo spumante metodo classico Pas dosé di D’Araprì.
Crema di zucca con puntarelle e polvere di olive come benvenuto.
Totano ripieno di ricotta mista di capra e di pecora e tentacoli su crema di bieta, che rappresenta il piatto storico del locale, insieme a polpette di alici su salsa di pomodoro e caroselle, che invece è una new entry.
Carciofo fritto con crema di pecorino, menta e polvere di pane bruciato.
Piatti semplici, ma di ottimo spessore per consistenza, acidità e croccantezza. Nell’insieme risalta poi il perfetto e coreografico assemblaggio ed il connubio con l’ottimo spumante D’Araprì.
Due invece i primi piatti.
Tubetto con rana pescatrice. Una preparazione sublime, che mi ha davvero conquistato, il must di tutta la serata certamente.
Un piatto così goloso che avrei voluto non finisse mai, con un’estrazione di sapori edonistici, sapidi e calibrati. Mi sarei tuffato dentro al piatto per godere ancora di più da vicino di questa bontà. In abbinamento il Susumaniello Rosato Tenuta Serranova 2018 di Agricole Vallone. Ottima scelta da parte di Klejda.
L’altro primo è stato ugualmente ottimo. Risotto con caprino di Valcamonica, gamberi bianchi di Castro e polpa di ricci. Piatto centrato, fresco e gustoso, che vira leggermente sulla dolcezza, ma la cottura del riso risulta perfettamente riuscita. In accompagnamento il Fiano Tenuta Serranova 2015 sempre di Agricole Vallone.
Imperdibile, allettante e da manuale poi il Filetto di scorfano con zuppetta di cozze su patate aromatizzate agli agrumi. Gioco a rimpiattino tra consistenza, acidità e morbidezza, con sapore intenso e deciso. Ancora il Fiano di Agricole Vallone in simbiosi.
Prima del dessert, com’è mio costume, ho voluto assaggiare una selezione di ottimi formaggi: erborinato di capra, Fatulì di capra bionda dell’Adamello (presidio slow food) e Bagoss. Per accompagnamento una confettura al Negroamaro, una marmellata di mandarino e miele albanese. Da bere il passito Passo de le Viscarde 2013 di Agricole Vallone.
Ed eccoci giunti finalmente al dessert, in tre versioni. Pasta di mandorla, ricotta e arancia candita (tipico dolce della casa); Semifreddo con “cupeta” (croccante di mandorla); Gelato alla cannella con amarene appassite al sole. Dolci deliziosi, defaticanti e leggeri, che ti rimettono al mondo e che non appesantiscono. Ancora l’ottimo passito Passo de le Viscarde in abbinamento.
In conclusione mi sento di affermare che anche stavolta l’amica Federica ci ha pienamente azzeccato. Un locale molto interessante, che pratica una cucina territoriale d’autore moderna, essenziale, leggera, raffinata, molto sfiziosa ed aiutata in questo da prodotti territoriali di ottima qualità. Stefano è uno chef appassionato, umile, sensibile, creativo, estroso e talentuoso, che riesce a farti sentire sempre al centro dell’attenzione. I suoi piatti sanno coniugare perfettamente tradizione ed innovazione e comunicano una forte emozione, sublimando il palato con armonia ed equilibrio. Lui e la moglie sanno recitare in sintonia la parte dei perfetti padroni di casa. Qui il cliente è davvero coccolato e seguito durante tutta la durata del pasto. Emblematica a questo proposito la frase scritta su una lavagnetta all’entrata: “D’ora in poi, per tutto il tempo che rimarrai qui, saremo responsabili della tua felicità”. Ed è veramente così, perché Klejda sa condurre le danze in sala con consumata perizia e competenza. Esaustiva, ricca di oltre cento etichette e con ricarichi giusti la carta dei vini, che predilige il territorio salentino, anche se non mancano proposte di altre regioni. Prezzi sicuramente contenuti. Insomma è un locale da ritornarci il più preso possibile.
Ristorante La Piazza
Piazza Umberto I, 13 – Poggiardo (Le)
Tel. 0836 6901925 – Cellulare 339 7777073
lapiazzapoggiardo@gmail.it – www.lapiazzapoggiardo.it
Coperti: 50 all’interno e 80 all’esterno
Prezzo medio di un pasto completo: circa 40,00 euro escluse le bevande
Locale aperto sempre a cena in inverno ed a pranzo solo la domenica e festivi. In estate aperto soltanto a cena.
Chiuso tutto il mese di novembre per andare alla scoperta di nuovi locali in giro per l’Italia e nuove idee da sviluppare.
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